Pioveva a dirotto. Che novità, pensai. La sinfonia delle gocce sull'asfalto scandiva ormai il tempo, un ticchettio continuo disturbato dal fracasso quotidiano della gente. Stavo percorrendo quello che chiamavo "Il sentiero del pensiero", l'unico luogo in cui potessi ascoltare l'eco assordante dei miei pensieri in tranquillità e privo di altra distrazione, fu in quel momento che la vidi.
Era lì ai piedi del frassino, l'albero con le foglie più belle di tutto il bosco, il mio preferito. Paradossalmente alla mia natura menefreghista verso il genere umano, non rimasi interdetto nel trovare qualcuno proprio lì dove ritenevo essere il mio luogo sacro ed inviolabile, quanto alla vista del suo corpo scempiato in fin di vita. Il sangue fluiva ancora vigoroso dai polsi lacerati, una lametta sporca ancora stretta nella mano sinistra ormai debole. Esitai un istante dal soccorrerla, ero rapito dall'espressione particolare del suo viso, pareva disgusto, magari verso il mondo proprio come me, ma qualcosa la turbava ancora di più, qualcosa che non riuscivo a cogliere.
Probabilmente fu questo il motivo che suscitò il mio interesse per una totale sconosciuta.
Mi tolsi la camicia e la strappai in diverse fasce, le necessarie a coprire ogni ferita e a fermarne il flusso di sangue, la presi in braccio e iniziai a camminare verso la casetta abbandonata che tempo addietro salvai dalla demolizione, nel cuore più remoto del bosco. Non era facile raggiungerla in mezzo a quella fitta rete di alberi, mi ero creato una sorta di codice di passi e immagini per riconoscere un sentiero lì dove non c'era, un gioco forse stupido che porto nella memoria sin dall'infanzia.
D'un tratto un timido raggio di sole le schiarì il volto, mi resi conto che la pioggia aveva cessato di suonare la sua triste melodia e nello stesso istante vidi per la prima volta i suoi perfetti lineamenti femminei, parevano quelli di una dea. Non potei fare a meno di osservare il suo copro, i suoi occhi, la sinuosità dei suoi capelli ramati. Un comportamento, e delle sensazioni inadeguate che mai pensai di poter provare, ma qualcosa il lei mi faceva impazzire. I miei pensieri viaggiavano da una parte all'altra della mia mente senza farsi leggere, fino a che iniziai ad interrogarmi se lei fosse il concetto di bellezza che stavo assiduamente cercando.
La casa era un piccolo stabile costruito con legno e mattoni, l'edera fitta la nascondeva al mondo. Piuttosto spoglia, ma accogliente.
Per un attimo tornai in me, e adagiai nella vasca quel mucchietto di carne ed ossa che cingevo quasi con disprezzo. Ma cosa sto facendo? Non ho idea di chi sia, cosa me ne importa. Eppure per qualche futile motivo, in lei trovai più interesse che in tutto ciò che nella vita mi avesse sfiorato. Con una cura mai prestata ad alcuno, la medicai; il suo cuore pulsava appena.
La spogliai dei suoi stracci, la lavai e la vestii di seta scura. Una vecchia camicia che conservavo in un cassetto assieme a pochi oggetti, un libro, un sigaro ed una penna stilografica.
Non cercai mai di svegliarla. La stesi sul letto ed aspettai seduto a terra con la schiena alla parete. Decisi di non fumare.
Ci vollero tre giorni: al terzo giorno lei aprì gli occhi.
"Ciao"
"..."
"Come ti chiami?"
"... As.. Ashley."Fu quando pronunciò il suo nome che vidi davvero i suoi occhi. Verdi, lucenti, ma in fondo spenti, misteriosi. Ashley, chi sei Ashley.
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Storie d'amore e di sesso
RandomIspirato a "Nymphomaniac" - il celebre film erotico, composto da due volumi, scritto e diretto da Lars von Trier. (2013) - e a "Valérie, Diario di una ninfomane" - un film di Christian Molina. (2008) - Le storie che leggerete sono racconti, segreti...