IL TUBO

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La mattina era come ogni santa noiosa mattina, il risveglio, la fame, la voglia di una sigaretta che mi strapazzasse le budella, per poi mandarmi in bagno di corsa. Era la mia mattina, nessuno avrebbe potuto negarmi la mia ritualità da stanco e annoiato ventenne. Ovviamente c'erano tutte quelle cose a cui pensare, come la voglia di prendere un sentiero boschivo e perdersi per poi odorare le terra umida, oppure urlare contro tutte le norme così normali e la normale gente che mi circondava. 

Ma tralasciando queste grandi necessità, che realmente condizionavano la mia giornata, quella mattina mi svegliai di ottimo umore e la luce del giorno inondava la camera da letto trasmettendo positività e salutare voglia di vivere. E' chiaro che qualche merda mostruosa era nascosta nella mia cucina, è chiarissimo caro amico. Perché non appena misi piede nel corridoio, che dava sulla cucina, un fetore orrido carico di terrore e merda, fece capolino sotto il mio naso. Era chiaramente qualcosa di ripugnante, era un mostro, sisignore, oppure i piatti sporchi di qualche settimana. Vi dico che era un mostro. La cucina era irradiata dalla luce biancastra proveniente dalla porta del cortile, con un primo sguardo tutto mi parve al proprio posto. I libri erano sul tavolo da pranzo, Kerouac mi guardava con un leggero strabismo, ricordandomi le scorribande a Frisco, mentre Hemingway, anche lui strabico pareva avesse intuito qualcosa riguardo ciò che sarebbe successo di lì a poco. Luna, la mia gatta, se ne stava sdraiata, con una zampa indolenzita, sul divano. Mentre l'orologio segnava le undici e venti minuti. E' chiaro che non posso soffermarmi troppo nel descrivervi quanta puzza di merda vi fosse in cucina, ma credetemi, mai in vita mia, il mio naso fu messo così tanto alla prova. Mano mano che mi avvicinavo al lavandino della cucina, l'odore pareva farsi più fitto.

Merda in putrefazione? Qualcuno è morto in casa mia e sta marcendo nella mia cucina?

Ebbi un orribile sensazione di orrore che mi pervase il corpo, mettendomi in allarme. Mi trovai ad avanzare lentamente verso il lavandino, con gli occhi increspati e gonfi. Quando fui incuriosito dal pavimento bagnato, come se qualcuno avesse rovesciato dell'acqua. Seguivo lentamente con lo sguardo la traccia d'acqua, che luminosa rifletteva la luce bianca dell'esterno, e mi parve di vedere un esserino in fin di vita, stramazzato sul pavimento. Era poco più grande del mio pollice, a prima vista pensai ad un pesciolino, cosa alquanto strana date le circostanze. Non possedevo alcun acquario e quell'essere, sicuramente, non aveva niente a che fare con la cena della sera prima.

Con una seconda analisi più attenta, quindi chinandomi verso di lui, constatai che somigliava maggiormente ad un girino, un girino di dimensioni spropositate. Dico questo perché, in vita mia prima di allora, mai ne vidi uno di quelle dimensioni. Non volevo credere che l'origine di tutto quel fetore fosse attribuibile a quel povero girino. Come una bestia incuriosita mi chinai ancora di più, fino a portare il naso vicino all'essere privo di essenza vitale, fui turbato quando il mio naso per distrazione si inumidì a contatto con il girino. Quando le ginocchia, scricchiolando, mi riportarono in posizione eretta, mi voltai verso il lavandino.. GRR ORRIBILE SENSAZIONE DI MORTE INTERIORE, UOMO-ROSPO? SONO MORTO, STA ARRIVANDO! Mi mancò il fiato...

Il lavandino era colmo di melma, dalla superficie liquida e stagnante, spuntava fuori una testa di rospo dai tratti somatici umani, di un colore verdognolo con tonalità grigie.

(E' risaputo che noi uomini abbiamo grosse difficoltà nell'esprimerci con il vasto e complesso mondo dei colori, più intimo alle donne, ma giuro di aver fatto del mio meglio per rendere chiara l'idea di quale osceno e ripugnante colore si trattasse).

Il suo sguardo era terrificante, percepivo in lui il desiderio di volermi morto. Era chiaro che per lui ero un estraneo, il mio lavandino era la sua vaschetta dove sciacquarsi il culo, io ero un'intruso. Da quale orrida fogna, discarica di rifiuti tossici, sarebbe arrivato quell'essere? Per quanto il mio corpo fosse  stato scosso dalla scarica di paura e delirio improvviso, lui guardava fisso nel vuoto della stanza, mentre sotto la melma si intravvedevano altri esseri viscidi, forse i suoi tentacoli. E' chiaro che anche a me parve strano un rospo con i tentacoli, ma concedetemi di poter credere a tutto dopo aver trovato un UOMO-ROSPO, con le sembianze di Maurizio Costanzo, appollaiato nel mio lavandino. Non osai frugare ulteriormente con lo sguardo in quella melma ripugnante. Ero l'inquilino dentro casa mia, questo perché, mentre dormivo, quell'essere schifoso si era impadronito della mia cucina, e i suoi occhi mi lasciavano ben credere, che prima o poi si sarebbe impadronito di ogni angolo della casa, e la mattina mi sarei ritrovato sulla tavoletta del water cagando sopra la testa di un'UOMO-ROSPO. Come avrebbe mai potuto reagire ad un simile affronto? 

Mi avrebbe forse trascinato attraverso tubature, come fossi un suo compagno di giochi infernali?

Che orribile disgusto. Tutta la merda del quartiere, ma che dico, tutta la merda dell'intero paese come sfondo della mia prigionia nei meandri delle fogne Arzachenesi.

Il pensiero che potesse esserci un essere simile anche in bagno mi fece correre di fretta in direzione del cesso, come la sigaretta della mattina. Lentamente aprivo la porta del bagno, il lavandino era pulito e brillava, anche nel water non vi era alcuna traccia di UOMINI-ROSPO. Il sollievo fece svanire quell'orrido scenario di sottomissione di cui prima ero vittima, ancora prima che accadesse. Non ho la minima idea di come il Rospo scomparve dal lavandino della cucina, ma quando andai in bagno per constatare, come ho già detto, se tutto fosse in ordine, tornai in cucina e il viscido era scomparso, e con esso anche il fetore. Nel lavandino non vi era neppure un indizio che potesse far pensare ad un ROSPO, a della melma, oppure semplicemente a dei piatti sporchi. Il lavandino era sgombro e brillava di riflessi bianchi. L'unica traccia rimasta, era il girino stramazzato a terra, che ancora oggi custodisco nel surgelatore, a testimoniare la straordinarietà di questa mia esperienza tutt'altro che ludica. Non mi è restato altro che mettere per iscritto ciò che i miei occhi videro quella mattina alle dieci e venti, congelando dentro di me il ricordo di un UOMO-ROSPO che fece visita alla mia cucina, ed ora chissà dove naviga con il suo vascello fatto di scarti alimentari, feci e chissà forse anche stoviglie. Quante casa ancora avrà da visitare, chissà se un giorno tornerà a riprendersi quel povero girino?      

Magari solo per un breve saluto, o un abbraccio caloroso fatto di schizzi di melma e tentacoli appiccicosi.

Mi sento buono.



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⏰ Last updated: Feb 21, 2016 ⏰

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