La morte del pastore e il gregge di imbecilli

48 0 0
                                    

La tarda mattina fa capolino dalla nostra finestra e la tenda bianca si illumina di luce. Mi sveglio e aprò gli occhi ma affianco a me non c'è una donna distesa, che riposa. Al mio fianco c'è una donna seduta, appoggiata con la schiena alla testiera del letto, che corrucciata guarda lo schermo dello smatphone. Vede che ho aperto gli occhi e così con un filo di voce inizia a dirmi: 

-E' morto... -

-Eco. Lo so.- rispondo incalzante ad Anita che scrolla il suo social's feed muovendo il pollice dal basso verso l'alto.

-Come fai a saperlo? Ti sei appena svegliato.- 

-E' morto ieri sera. A mezzanotte già si sapeva. Mi ha chiamato la Sgarbi per dirmelo.-

-Lo stanno condividendo tutti.-

-Come al solito. Sai che ti dico? Secondo me a Facebook fanno i gran salti di gioia quando muore una celeb. Sai quanti click racimolano? Per loro tutti quei click sono un sacco di soldi. Idem per quegli sciacalli dei giornali on line. Muore Eco? Vai con il click bait! -

-I salti di gioia li fanno anche gli utenti: qualcos'altro circa cui piangere. Un'altra morte da celebrare e da trasformare in squallida mondanità digitale.- risponde un po' stizzita Anita, che ora si è alzata dal letto e si infila i calzini.

-Perché dici così? I lettori mica lo fanno per soldi, FanPage sì!-

-Lo fanno comunque per qualcosa in cambio. Qualcosa con cui possano acquistare un po' di soddisfazione.-

-Attenzione da parte degli altri?-

-No, molto meno. Un like.- E dopo avermi risposto con un tono che a me è sembrato triste, si allontana dalla camera da letto in cucina, con addosso solo le mutande e i calzini, tenendo scoperti i seni turgidi. La vedo scomparire dietro la porta della camera da letto ma dal vetro della porta miro la sua sagoma che si allunga per prendere qualcosa in alto e poi si china per posarlo a terra. Rimane in cucina per qualche minuto Anita, mentre io continuo a scorrere i post sulla scomparsa di Eco.

"E' morto il mio scrittore preferito", "E' morto il maestro.", "Addio, insegna agli angeli a scrivere", "Maestro, che la rosa ti accompagni."

Eco odiava il Nome Della Rosa. Lo odiava proprio quel romanzo.

Ci rimugino su e divento anch'io mesto. Penso a quanto sia triste morire per essere pianto dal gregge. Quel social gregge che poco prima di morire, magari si era giudicato come imbecille. 

Interrompe i miei tristi pensieri l'udire il brontolio della caffettiera e, dopo poco, la vista di Anita che è tornata in camera dal letto, portando con sé due tazzine di caffè.

-Gli imbecilli sui social di cui parlava, ora lo piangono. Eco ingrato, Eco fortunato.- esulto ironico leggendo i nomi di gente che non ha mai letto un libro(figuriamoci di Eco!) che accompagnano tristi e drammatiche frasi di commiato, tutte rivolte alla buonanima di Eco. 

-Secondo me sai cosa si dovrebbe fare tutte le volte che muore qualcuno di importante?- Mi chiese Anita togliendosi di nuovo i calzini e schiacciando i seni tondi sopra il mio petto.

Facciamo così l'amore. E lo facciamo a lungo. E alla fine due sorrisi si arrampicano sui nostri volti e non ci lasciano per tutto il giorno. Della morte di Eco non abbiamo più parlato. Nemmeno dei lutti social. Perché è così che si dovrebbe fare quando qualcuno di caro o stimato muore. 

Ci è sembrato meglio scongiurare lo spettro della morte con la forza dell'amore e la potenza della passione. E non con un futile post o uno stupido like. 

You've reached the end of published parts.

⏰ Last updated: Feb 20, 2016 ⏰

Add this story to your Library to get notified about new parts!

Social DeathWhere stories live. Discover now