L'ho visto Mercuzio, l'ho ammirato Claudio.
Io nascosto dal buio, mimetizzato tra le persone, lui illuminato dall'occhio di bue, accompagnato talvolta da Romeo, talvolta da Amleto.
E io l'osservavo.
L'osservavo dalla platea, dalla balconata. Ogni sera ero lì, in teatro, non perdevo uno spettacolo: lo lasciavo in una piazza di Verona, lo ritrovavo in un castello in Danimarca.
Lui si destreggiava abilmente tra versi, battute e strumenti di scena, io lo osservavo, soggiogato.
Nessuno pareva notarlo eppure io non potevo farne a meno. Nulla riusciva a staccare i miei occhi dal suo corpo. Prima le sue gambe, lunghe e magre, poi le sue braccia, sembravano forti e muscolose, così come il petto e l'addome.
Infine il viso.
Ho avuto la fortuna di essere in prima fila una sera e, credetemi, mai vidi spettacolo più bello. Tutta la gioia e il desiderio della mia mente e del mio cuore tramutati in occhi. Uno sguardo, due iridi marroni, puntellate da macchie di verde chiarissimo.
Galeotto fu il suo parlar da Mercuzio se quella sera, quella notte, il giorno seguente il suo viso mi tormentò.
Se ancora mi tormenta."You are a lover; borrow Cupid's wings
And soar with them above a common bound.""Sei un amante; prendi in prestito le ali di Cupido
E con esse vola oltre i limiti usuali." *Lo spettacolo finì e io mi avviai velocemente verso l'uscita. Stavo per varcare la soglia quando qualcuno mi superò, chiedendomi il permesso e sgattaiolando via.
Furono trenta secondi, massimo quaranta, ma passarono tanto lentamente da sembrare molti di più.
Era lui, era Mercuzio. Era il ragazzo misterioso, l'attore senza nome.
Mi era passato accanto, con i ricci che gli cadevano dolcemente sul viso, la schiena leggermente sudata, i vestiti di scena ancora addosso: una maglia a righe bianche e rosse, leggermente attillata, che lasciava intravedere le linee dei fianchi.
Mi aveva sussurrato un "Permesso" con la voce che amavo tanto ascoltare, quando lui era in scena.
A me, aveva sussurrato a me.
Mi aveva sfiorato con le dita, passandomi accanto, e questo mi sembrò un gesto così importante da valere quanto un abbraccio o un bacio.
E profumava, quanto profumava.
Un profumo che avrebbe vissuto nelle mie narici per giorni.Fiori di loto e vaniglia.
Quel viso senza nome ora aveva un profumo.
Anzi, questo sarebbe stato il suo nome, lo chiamai così nei miei pensieri da quel giorno,
fiori di loto e vaniglia.* Romeo e Giulietta, Atto I Scena IV, William Shakespeare
Buonasera!
Okay, è una Flashfic abbastanza strana e non so se abbia senso del tutto. Ho scritto in maniera abbastanza diversa dal solito ma ero ispirata così.
Spero di non essere andata troppo OOC.
Non scrivo mai in prima persona, tra l'altro, ma spero vi piaccia. Fatemi sapere!
Grazie di aver letto in ogni caso,
Mars
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Fiori di loto e vaniglia;
FanfictionFanfiction partecipante al contest "Nothing's only words" Personaggi: Mika, prima persona dal punto di vista di Fedez (in realtà non specificato) Prompt: Teatro, Profumo, Maglia a righe Genere: AU Rating: Verde "L'osservavo dalla platea, dalla balco...