Piango, ancora.
Sono qui, in questa camera d'ospedale, a piangere. Per l'ennesima volta.
So che potrei farne a meno, ma il dolore è vivo come la prima volta, e me lo impedisce.Guardo il letto accanto a me, vuoto, é sparita..
____________Guardo la sveglia sul comodino vicino al letto, segna le 6:40.
Sono in anticipo su di lei.Ma d'altronde non ho dormito, questo incubo è così frequente che ormai lo faccio ad occhi aperti.
La luce entra sottoforma di candidi raggi attraverso le finestre tra le tende, è già passata l'alba e il sole induce la gente a buttarsi giù dal letto.
Lo stesso faccio io ed entro sotto la doccia sperando che quel ancora vivido ricordo/incubo scivoli via con l'acqua, ma come ogni mattina rimane lì, aspettando il momento adatto per entrare in azione e farmi piangere incondizionatamente.Esco all'incirca 5 minuti dopo e torno in camera, dove trovo mia sorella appena sveglia che impreca contro il suo telefono pregandolo di smettere.
Le do il buongiorno con un bacetto, e la butto per terra, mi insulta facendomi ridere e entra al posto mio in bagno, dandomi il tempo per cambiarmi.
Mi metto l'intimo nero, una canotta con un teschio stampato sopra, a ricordo di vari incubi, delle calze nere, con pantaloncini in jeans grigi e le mie amatissime all star nere.
I capelli slegati ricadono lunghi e mossi fino al bacino, e le punte bionde fanno contrasto con l'outfit grigio-nero.Scendo in cucina per fare colazione proprio mentre mia sorella esce dal bagno.
Una volta di sotto, cerco nella dispensa e in frigo, costatando il vuoto impossessatosi di quel luogo sacro e vitale...
Torno di sopra, e una riccia mora, in intimo, dagli occhi verdi spalancati davanti l'armadio, si volta verso di me con sguardo implorante.
Sbuffo sapendo dove vuole andare a parare e quindi, cercando una soluzione mentalmente, tiro fuori da quel mobile, troppo piccolo per contenere tutti quei vestiti, una canotta bianca corta fino all'ombelico, un paio di shorts neri a vita alta in jeans, una camicia leggera a quadri nera e bianca per mantenere il tema, infine vans grigie a completare il look.Guardandomi allo specchio, noto il mio aspetto a dir poco orribile, quindi prendo i trucchi dalla borsa e mi metto un po di matita, e un leggero ombretto nero all'estremità dell'occhio, sfumandolo fino a metà della palpebra, il mascara non lo metto perché ho la fortuna di avere le ciglia naturalmente lunghe, ma un gloss leggermente rosato ci sta.
Scendiamo quando il mio ragazzo arriva con la macchina, e ci dirigiamo a scuola.
Ancora 2 anni e questo carcere avrà finalmente termine.
Non lo odio perché c'è troppo da studiare o perché ho voti bassi, anzi, solo per la voglia di cambiare, di andarmene per poter ricominciare, rifarmi una vita lontano da questo posto, lontana dal mio passato...
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Fanculo, ti amo
Teen FictionPiango, ancora. Sono qui, in questa camera d'ospedale, a piangere. Per l'ennesima volta. So che potrei farne a meno, ma il dolore è vivo come la prima volta, e me lo impedisce. Guardo il letto accanto a me, vuoto. È sparita..