Bambina

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Di nuovo.

Stava succedendo ancora.

Avrei voluto sotterrarmi e nascondermi, non far intuire quanto a disagio mi sentissi proprio in quel momento, avrei voluto cancellare quel peso sullo stomaco, eliminare il rossore sulle mie guance e smettere di tenere lo sguardo basso.

Mi sentivo una completa bambina.

-Elena, allora? Io voglio sapere la tua risposta!- Alessia mi guardava con gli occhi spalancati, curiosa di sapere cosa avrei detto... cosa avrei dovuto risponderle?

-Ehm...io, ecco, sono cose troppo personali...- stavo facendo la figura della bimbetta dolce ed ingenua, troppo timida, con l'aria da tipica deficiente che casca dalle nuvole, mentre torturavo gli orli delle maniche della mia felpa e spostavo lo sguardo da un punto all'altro della classe senza mai fissare realmente qualcuno.

-Ma dai, non c'è nulla di male! Siamo tra noi!- Dio, quanto avrei voluto che chiudesse quella cavolo di bocca a la smettesse d'insistere!

Boccheggiavo spaesata, mentre la mia mente cercava di escogitare qualcosa da dire, un'unica frase che mi togliesse via da quella situazione... eppure, per una volta, furono gli eventi a salvarmi: non fui mai così felice di vedere il professore di greco entrare in classe! Subito schizzai al mio posto, facendo qualche respiro profondo per bloccare l'imbarazzo e finalmente far dileguare il rossore dalle guance.

-Ele, ma si può sapere che ti succede?- una voce familiare e calma alla mia destra indagava, pur essendo già a conoscenza della risposta.

-Gloria, seguiamo la lezione che è meglio.- le risposi veloce, senza nemmeno voltarmi a guardarla in viso, stanca di dover affrontare questi momenti.

-Mi spieghi cos'è che ti mette così tanto in soggezione?- mi chiese allora, aggrottando un po' la fronte e scrutando i miei occhi con intensità tale che sembrava vi avesse potuto leggere la risposta.

Sospirai e mi arresi, iniziando a parlare con tono stanco, ma calmo: -È sempre la stessa storia: ogni volta che il classe c'è un momento di libertà, si parla soltanto di sesso.-

Dentro me sapevo perfettamente che non era quella la vera motivazione al mio imbarazzo, il sesso di per sé non mi metteva in agitazione, ciò che mi disturbava era me stessa.

-Ele, ma si tratta di una cosa che tutti facciamo! È normale parlarne tra di noi, cercare d'imparare più cose a riguardo e sapere i dettagli piccanti della vita sessuale di chi passa mezza giornata con te a scuola... non credi?- mi chiese allora interessata, con il volto poggiato delicatamente sul palmo della mano, mentre i capelli lisci e dorati le incorniciavano il volto... davvero non riusciva a rendersi conto di quale fosse il mio reale problema?

-Credo che tu abbia ragione, credo sia normalissimo parlarne e confrontarsi, ma ti ricordi chi sono io? Mi sento sempre un passo indietro rispetto agli altri! Sempre più lenta, la solita ragazza un po' sfigata che nessuno si fila, sempre esclusa dai discorsi poiché ignara dell'argomento!- forse le risposi con un po' troppa veemenza, quasi irritata perché non mi sentii capita da quella che da anni era diventata la mia migliore amica...

Era davvero così complicato immaginare che sentir parlare di assurde tecniche di seduzione, di stranezze e situazioni particolari create dalle mie coetanee mi facessero sentire una stupida ragazzina inesperta? Vedevo un abisso tra me e loro: una dolce e pura bambina, priva di malizia messa a paragone con donne forti e sicure, che riescono ad ottenere ciò che vogliono con uno sguardo provocante, certe di far sempre la cosa giusta al momento giusto.

Era proprio questo l'arcano: non mi sentivo donna.

Mi sentivo invisibile agli occhi del mondo maschile, come se nessun ragazzo potesse mai desiderarmi, mai bramarmi, come se io non potessi mai essere al pari livello delle altre ragazze.

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⏰ Last updated: Feb 24, 2016 ⏰

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Insegnami a sentirmi donnaWhere stories live. Discover now