«Emily, stai bene?» Mi chiese Gwen venendomi incontro. Ero appoggiata ad un muretto fuori da scuola e gli occhi mi bruciavano tantissimo.
«Sì, sto bene.» Risposi passando il peso da un piede all'altro.
«Stai piangendo?» Mi chiese Gwen, la mia migliore amica, con un espressione preoccupante.
«No, non sto piangendo.»
Ed era vero, la colpa era dei miei stupidi occhi dorati, perché non potevo assolutamente guardare il sole.
E sembrava che piangessi. Mi irritavano tantissimo.
«Sai, sono i miei stupidi occhi.» Risposi strizzandomeli con le mani.
«E dai, che sono bellissimi invece!» Disse lei sorridendo.
«No, fanno schifo. Sono gialli, fastidiosi...»
«Sono bellissimi, Emily.» Mi interruppe Brandon sbucando dal nulla.
E... Oddio.
Era bellissimo.
I capelli castani e mossi spettinati, e questa volta non erano ingellati. Indossava una t-shirt nera della Vans e jeans bianchi graffiati.
Stava da Dio.
«Ehi.» Gli risposi io, poi lui si avvicinò a me e mi abbracciò, mi posò la sua testa nell'incavo della mia spalla e Gwen appena vide quel gesto mi fece l'occhiolino. E aggiunse la sua solita espressione da pervertita, che mi faceva in ogni momento morire dalle risate.
In quel momento, però, trattenni una risata e assaporai quel bel momento, amavo gli abbracci di Brandon. Mi piaceva Brandon While, il mio migliore amico da un eternità, che però io non avevo mai avuto il coraggio di dichiararmi. E non sapevo se lui ricambiava i miei sentimenti.
Appena si staccò da me, quel calore dolce cessò. E mi mancava di già.
Brandon poi, abbracciò anche Gwen e quel gesto mi suscitò un sentimento tenace: la gelosia.
Gwen era molto più bella di me, i capelli biondi e lisci le ricadevano lungo le guance, le labbra carnose, zigomi alti, e infine degli occhioni turchesi. E non dimentichiamo il suo fisico, che c'è l'ha da mozzare il fiato.
Io invece, a differenza sua, parevo una patata. Ero bassa e rotondetta, con i lunghi capelli rossicci-castani, occhi dorati (come quelli dei leoni), il viso tondo e un naso a patata. E di sicuro non ero bella come Gwen.
Gwen era proprio splendida, accidenti.
Mentre guardai loro due che si abbracciavano, fissai il tronco di un albero di fronte a me, sentii una scossa scorrermi dal capo fino alla punta dei piedi e l'albero si tagliò a metà in meno di un secondo. Un rumore assordante fece l'eco e tutti i ragazzi in quel posto si girarono verso la provenienza del rumore.
Merda.
Non di nuovo!
«Oddio.» Sussurrai io.
Non potevo essere stata io.
«Come ha fatto a spezzarsi?» Chiese Deborah, una ragazza del terzo anno dai capelli neri come pece.
Mi pietrificai immediatamente.
«Non ne ho idea.» Rispose Brandon.
Ultimamente mi accadevano cose stranissime, riuscivo a muovere gli oggetti! All'inizio pensavo avessi le allucinazioni, ma adesso non poteva essere solo una coincidenza.
«Vabe'... Andiamo dentro? Ho freddo.»
Rispose Gwen.
E io sperai con tutto il mio cuore, che Brandon non le prestava la sua giacchetta nera, che teneva in mano. E siccome ogni volta che avevo freddo io, me la prestava, non volevo che la prestasse anche a lei.
«Certo. Andiamo.» Rispose lui passandosi una mano tra i capelli castani. E per fortuna non gliela prestò.
Andammo all'interno dell'edificio logoro, chiamato scuola e mentre camminammo tutti e tre adocchiai Megan.
Megan, la ragazza più popolare del quarto anno in bagno a pomiciare con un ragazzo dell'ultimo anno.
E anche figo.
La scena era proprio sgradevole.
Per dimenticare quello che era accaduto all'esterno dell'edificio... Dell'albero tagliato a metà pensai di parlare e cambiare argomento.
«Ho appena preso cinque in matematica.» Dissi io fissando Gwen, poi Brandon.
«Hai la professoressa Dal Rey?» Mi chiese Brandon.
«Sì, la odio.» Risposi io osservandomi le scarpe da ginnastica nere.
«Io c'é l'avevo l'anno scorso. É una tosta.» Rispose Brandon.
«Hai ragione. Io ho preso sei, però.» Rispose Gwen facendomi la linguaccia.
«Fanculo. Potevi farmi copiare.» Risposi io.
«Mi dispiace.» Sghignazzò lei.
«E io otto. Come la mettiamo?» Chiese Brandon sorridendo.
Gwen era più o meno come me a scuola, mentre Brandon era un secchione di prima categoria, era bravo in tutte le materie. Era un ragazzo che aveva solamente un anno in più di me, ed era dell'ultimo anno e lo conoscevo da quando io avevo sei anni.
La campanella suonó ed era ora di rientrare nelle proprie aule.
«Be' ci si vede ragazze.» Ci salutò Brandon facendo segno con la mano.
«Ciao Brandon!» Lo salutai io, e seguii Gwen per andare in aula di biologia.
Una vera seccatura.
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Il Respiro del Demone
ParanormalStoria paranormale scritta da me :> Lei è una metà umana e metà demone, parlo proprio di Emily Martinez Underson. Lei pensa di essere una semplice e normalissima mortale, eppure non è così. La Martinez non sa nulla del suo passato, e fin da piccola...