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Canzone consigliata:
Autumn Leaves -Ed Sheeran

"Siamo tutti nati nel fango, ma alcuni di noi guardano le stelle."
Oscar Wilde

Harry Pov's
Ansimavo mentre tenevo stretta tra le mani la coperta di seta che mi avvolgeva, ripercorrendo il mio incidente, o almeno fino a quando non iniziai a vedere il colore del mare , la mia immagine riflessa su di esso, le figure dei miei famigliari,dei miei amici più cari, della ragazza che amavo avvolti inspiegabilmente dall'oscurità

Ogni notte ripercorrevo la sera dell'incidente, il risveglio in ospedale e le mie urla una volta essersi rivelato il nero che mi avrebbe accompagnato e segnato per tutta la vita.

Tuttavia non era ancora detta l'ultima parola; il dottore che si occupò di me durante i due mesi che trascorsi nel lettino dell'ospedale, il dottor Brown, ci rassicurò dichiarando che esisteva qualche probabilità di recuperare la vista, ma ovviamente tutto aveva un prezzo, ed in questo caso mi sarei dovuto sottoporre, come una specie di "cavia da laboratorio", a dei nuovi macchinari. È così fu : una volta al mese ero costretto a recarmi in ospedale per farmi sottoporre a inutili macchinari che producevano soltanto radiazioni che aggravarono ancor di più la mia situazione clinica e la possibilità di continuare a sperare ad una possibile perdita della mia cecità.

Mi risuonavano giorno dopo giorno  nelle orecchie le parole del dottore, le stesse parole che usò per comunicarmi che nessuna di quelle macchine aveva migliorato la mia situazione, le stesse con cui mi disse che ormai non c'era nulla di cui sperare.

Avevo ancora fresca, sebbene fosse passato più di un anno, la mia reazione in quel momento, le  lacrime che iniziarono a rigarmi il volto non appena raggiunsi l'auto parcheggiata davanti la clinica.

"Harry, stai bene?!" "Rispondimi!" Mi richiamò nel sonno, e dalla voce riconobbi immediatamente il mio affidabile ed esageratamente altruista amico Niall.

Riaprii gli occhi di scatto, ma l'impatto col buio era sempre così freddo e rigido che mi rimetteva subito con i piedi per terra, facendo distinguere chiaramente il sogno dalla realtà.

Emisi un sospiro di frustrazioni e dopo essermi asciugato con l'avambraccio le gocce di sudore che percorrevano la mia fronte incrociai entrambe le braccia dietro la nuca e le appoggiai al cuscino .

Dal peso proveniente dai piedi del letto capii che si era seduto, e percepii chiaramente la sua preoccupazione in quel momento dato faceva sempre così ogni volta che c'era qualcosa che lo turbava. Mi dispiacqui di essere io il motivo del suo turbamento, ma per quanto ci avessi provato, Niall non intendeva allontanarsi da me, a differenza di molti altri che non sentii più dopo essere stato ricoverato .

"Non devi preoccuparti per me, Niall" aggiunsi in un altro sospiro chiudendo gli occhi "Sono ceco e la tua preoccupazione non servirà a cambiare le cose."

Anche Niall sospirò, ma non tentò di aggiungere altro, sapeva anche lui che ciò che avevo detto era la pura verità.

Appoggiai le mani sui bordi del materasso e ruotai leggermente il bacino in modo da ritrovarmi seduto. Poggiai una mano sulla spalla di Niall ed un altra sul comodino per potermi alzare, ancora stordito, allungai una mano verso la parete e dopo vari tentativi trovai l'attaccapanni nel quale era appesa la mia vestaglia, di seta come le coperte, se la memoria non mi traeva in inganno ed indossai i miei occhiali da sole appoggiati poco prima sul comodino.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 20, 2016 ⏰

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