Blu-Parenting

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Magnus ed Alec erano le persone più felici che si potesse immaginare.
Si amavano sopra ogni cosa, tanto da poter sacrificare il mondo pur di salvarsi l'un l'altro, e da poco tempo si erano scambiati le promesse di amore eterno.
Nulla poteva rovinare la loro felicità, ma entrambi sentivano la mancanza di qualcosa, qualcosa che completasse quell'allegro quadretto, purtroppo, però, nessuno dei due riusciva a figurare cosa fosse.
E così le giornate si susseguivano tranquille, senza che però ci fosse quel raggio di luce che illuminasse la loro vita e la rendesse perfetta.

Un giorno, Alec era in missione con Jace, Clary, Isabelle e persino Simon -la famiglia al completo.
Avevano appena finito di sgomberare un edificio abbandonato da una manciata di demoni Du'Sien ed erano diretti verso casa quando Alec, con la coda dell'occhio, vide un'ombra sospetta alle sue spalle.
Silenziosamente impugnò l'arco, incoccò una freccia e si diresse verso la fonte dell'ombra.
Questa si rivelò essere un bambino.
Un piccolo stregone per la precisione.
Non poteva avere più di 4 anni, anche esagerando un po' con le misure.
Era molto magro, sicuramente sottopeso ed era coperto solo da un cappotto sporco e malconcio.
Il suo segno distintivo era fin troppo evidente. La pelle e i capelli blu sarebbero stati molto difficili da nascondere.
Alec tirò un sospiro di sollievo e rimise la freccia nella faretra. Si avvicinò piano al bambino, senza perdere il contatto visivo, e si chinò in modo da essere alla sua altezza.
"Come ti chiami?" Chiese Alec, sperando che il bambino potesse capirlo.
Lui scrollò le spalle. Alec si maledisse per esserselo chiesto. Di certo, se il bambino si trovava lì, non doveva avere genitori che lo amassero abbastanza da dargli un nome.
Un segno dello stregone non era certamente un elemento di cui ci si potesse vantare con gli amici.
Alec venne preso da una ventata di rabbia al pensiero che quel bambino potesse aver affrontato tutto ciò che aveva passato anche Magnus.
"Io mi chiamo Alec, sono uno Shadowhunter. Ti va di venire con me? Ti porto da una persona come te" così dicendo allungò la mano verso il bambino. Quest'ultimo la osservò a lungo, titubante, prima di farsi coraggio e afferrarla.
Alec non avrebbe mai dimenticato lo sguardo del bambino. Era uno sguardo sicuro, fiducioso, ma allo stesso tempo fragile e bisognoso. Lo sguardo di qualcuno che è stato deluso infinite volte e che cerca solo qualcuno di cui fidarsi.

Alec aveva preparato tutto il discorso che avrebbe fatto a Magnus per giustificare la presenza del piccolo, mentre camminava mano nella mano col suddetto, dirigendosi al loft, ma fu una preparazione futile.
Magnus, non appena visto il bambino, gli si avvicinò con uno sguardo carico di dolcezza e, delicatamente, posò la mano sulla testa del bambino, carezzandogli i capelli.
"Come ti chiami?"
"Non ha un nome... non credo nemmeno che abbia una famiglia"
"Beh, allora diamogliela noi una famiglia"
"Dici sul serio?"
"Alec, siamo entrambi adulti, sposati, perché non dovremmo? Se noi lo abbandonassimo morirebbe in poco tempo o peggio."
"Ti... ti va bene se lo chiamiamo Max?"
"Non potrei pensare ad un nome migliore" disse Magnus con un dolcissimo sorriso.
E così Max-Michael divenne parte della famiglia Bane-Lightwood e i due neogenitori capirono, finalmente, a cosa era dovuta quella sensazione di vuoto.


Colors// Malec FamilyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora