•Capitolo 2•

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Era avvolto in un bozzolo di calore e morbidezza, la testa adagiata su qualcosa di soffice.
Sorrise appagato, la mente ancora non del tutto attiva, in quello stato di dormiveglia che fa apparire tutto quasi dorato e al posto giusto.
Poi, senza preavviso, il dolore si impadronì di una parte del suo volto fino al collo, ed il ragazzo spalancò gli occhi di colpo.
La vista era offuscata, i contorni delle cose si delinearono con una lentezza che gli fece salire l'ansia, sentimento che contrastava totalmente con ciò che provava fino a pochi istanti prima...
Non si trovava nella sua stanza.
Una sensazione sgradevole gli mozzò il respiro in gola, mentre il ricordo degli ultimi eventi gli attraversava la mente, fulmineo quanto doloroso.
La mano si serrò sulle coperte, in un gesto di rabbia e impotenza.
Avrebbe voluto svegliarsi e trovarsi a casa sua, scoprire che non era stato null'altro che un incubo e rintanarsi nelle braccia della madre.
Cassandra.
Come gli sembrava strano riferirsi a lei chiamandola per nome... Ma la cosa davvero assurda era sapere che quella donna non aveva mai davvero ricoperto quel ruolo nella sua vita.
-Mamma..-
La parola gli uscì dalle labbra senza che lui decidesse di pronunciarla, sussurrata, e un secondo dopo si maledì di averla detta.
-Si è svegliato! Padre si è svegliato!-
Una voce squillante, infantile, spezzò quello che a lui era parso un silenzio assoluto rintuonandogli nelle orecchie.
-Abbasa la voce Luciel.- 
Un uomo rispose, il tono inflessibile di chi è abituato a farsi ubbidire, ma al tempo stesso caldo.
Esteban si alzò velocemente, e la testa prese a girargli tanto da costringerlo ad accasciarsi nuovamente... Ora che i sensi si stavano risvegliando si rese conto di essere in una stanza piuttosto piccola, il letto su cui si trovava era un materasso poggiato a terra, affianco ad esso si trovava una cassetta in legno che faceva da mobile, e non vi era nessuna finestra.
Nonostante ciò l'aria non sapeva di chiuso e non c'era nemmeno un granello di polvere in giro.
Il giovane spostò la sua attenzione alla bambina che gli si era avvicinato; era graziosa, una cascata di capelli rossi facevano contrasto cn degli occhi grigio scuro, la pelle bianca era ricoperta di una miriade di lentiggini.
-Io mi chiamo Luciel. Si lo so che è un nome da ragazzo ma a me piace un casino; così ho convinto mio padre a usarlo e mi ci presento. E' strano, ma ci farai l'abitudine.-
Aveva una parlantina sconsiderata,  la voce squillante per quanto bassa per una ragazza. A guardarla meglio si accorse che in realtà non doveva avere meno di quattordici anni.
Indossava un paio di pantaloni  marroni scuro chiaramente maschili e una maglietta larga nera, sembrava svanire in quegli abiti grandi oltremisura per lei, appariva probabilmente ancora piu minuta di quanto  fosse.
-Piacere di conscerti, io mi chiamo....-
Si interruppe di colpo. Parlare di se era... Non poteva farlo. Non voleva che loro lo sapessero. Non voleva che nessuno sapesse niente.
Anche lui avrebbe voluto essere al oscuro di tutto.
Fu in quel momento che decise; avrebbe finto di aver perso la memoria nella speranza di perderla davvero.
I ricordi erano troppo dolorosi, troppo per volerli.
-I-Io... Non lo so.-
Subito spostò lo sguardo altrove, evitando gli occhi di Luciel per il timore che aveva che lei potesse leggervi dentro la verità.
Non aveva idea di cosa sarebbe stato di lui, cosa gli avrebbe riservato il futuro era un mistero.
Da principe ereditario, a senza tetto.
"No", si corresse, "Cassandra non era mia madre, mi aveva solo adottato. Non ero il principe ereditario. Non ero nessuno, non sono nessuno."
Delle lacrime premettero per uscire,ma lui glielo impedì. Non avrebbe pianto.
Non avrebbe pianto mai più.


Angolino per meOkay, so che ci sto mettendo secoli ad aggiornare ogni singola storia, questa compresa.Mi dispiace, ma la situazione attuale non mi permette di rispettare alcuna scadenza.Quindi nonostante spesso passino i secoli, volevo solo avvisare, che ogni tanto aggiorno.Le storie le ho tutte nella mia testa, attendono solo di essere scritte.Attendono tutti con me, Poverini.Spero di far passare meno tempo stavolta, molto di meno.Grazie mille per la pazienza, sperando che ci sia ancora qualcuno a leggere i miei scritti.Fatemi sapere che ne pensate, e se volete, lasicate una stellina.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 17, 2017 ⏰

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