Oral Fixation

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Smut, smut e ancora smut. Siete stati avvisati!




Alex sapeva che Gennaro l'avrebbe fatto impazzire prima o poi, con quella sua fottuta fissazione orale.

Erano mesi che continuava in quel modo, forse addirittura anni, forse da tutta la vita, ma solo da quando il biondo aveva iniziato a far parte integrante di tutti i suoi pensieri l'aveva realmente notato.

Le sue labbra, quelle maledette, sempre così gonfie e rosse, continuavano a inondargli la mente e senza accorgersene si ritrovava ad ansimare in posti in cui non avrebbe assolutamente dovuto farlo.

Di certo nessuna poteva fargliene una colpa, non se il suo compagno di band continuava a mettere cose nella sua bocca; e con "cose", intendeva qualunque tipo di oggetto si potesse succhiare o mordere o leccare.

Che fosse la manica di un maglione, le dita, del cibo, un portachiavi, Gennaro non lasciava che la sua bocca avesse pace, e non lasciava neanche che Alessio ne avesse, per giunta.

Sapeva che doveva darsi assolutamente una calmata se non voleva totalmente dare di matto, ma era quasi impossibile con la sua cotta secolare sempre attaccata alle costole e con una fissazione orale grande come una casa.

Genn ora lo stava guardando dolcemente, avevano dormito insieme per essere più comodi per il volo che avrebbero dovuto prendere a breve, i suoi occhi erano assonnati e semi chiusi, le labbra erano impegnate a masticare una brioche che sua sorella aveva fatto trovare loro per colazione.

Non riusciva a smettere di guardarlo, con quelle ciglia quasi bionde che svolazzavano e gli ombreggiavano le occhiaie già scure, i denti perfetti mordicchiavano le labbra ormai martoriate, quelle labbra che avrebbe davvero voluto vedere circondare altre cose.

Il più grande tossicchiò per riportarlo alla realtà, guardandolo confusamente, mentre alzava lo sguardo verso di lui e cercava di distrarsi dai suoi pensieri.

"Cosa c'è?" chiese, cercando di apparire più vago possibile, affondando il viso nella sua tazza di caffe.

"Continui a guardarmi" gli rispose semplicemente l'altro e ringraziò qualunque Dio ci fosse perché il bruciore della bevanda lo aveva distratto totalmente dall'occhiata che Gennaro gli aveva mandato.

"Se tu la smettessi di fare quelle cose!" scattò infine, senza una reale ragione, abbandonando la tazzina al tavolo e guardandolo sconvolto, turbato più dalle parole che aveva lanciato come una bomba.

"Scusami?" il biondo si stava asciugando i baffi che il latte gli aveva lasciato, cercando un significato a quelle parole, ma reprimendo un sorrisetto compiaciuto che fece capire ad Alex che c'era qualcosa sotto tutta quella storia.

"Quella maledetta fissazione che hai" la voce era bassa e borbottante, totalmente insicura, la testa un po' incassata tra le spalle in un senso di difesa. Gennaro gli rispose quasi subito "perché la mia fissazione dovrebbe darti fastidio, Alè?"

Alzò la testa di scatto, sentendo il collo scricchiolare, affondando gli occhi in quelli dell'altro.

"A che gioco stai giocando?" sussurrò, sporgendosi verso di lui.

Gennaro scese dallo sgabello e fece il giro del tavolo che li divideva, fermandosi a pochi centimetri da lui e appoggiando entrambe le mani sulle sue spalle.

"Sai perché mi piaci? Perché non sei mai un fottuto cliscé. Mi aspettavo una frase del tipo -potresti succhiare altro, Genn. Ma tu sei lì a chiedermi cosa sto facendo e perché, non ti capirò mai e adoro tutto questo"

Alex sentiva un insieme di emozioni, alcune non definite e altre decisamente troppo conosciute, tra cui un mix di felicità ed eccitazione.

"Beh" deglutì una o due volte prima di parlare con una voce che non fosse spezzata. "Potresti succhiare altro, Genn" sorride infine. Tutto faceva pensare all'inizio di un filmino porno, con una trama dannatamente scadente, ma sorvolò per quel periodo.

Avrebbe voluto essere più dolce, dirgli che provava lo stesso, dirgli mille cose, ma avevano vent'anni e i sentimenti erano così sopravvalutati quando si parlava di loro due.

Aveva bisogno di questo, ne avevano bisogno entrambi.

Gennaro gli sorrise compiaciuto, abbassandosi in ginocchio mentre il moro era ancora seduto sullo sgabello, aprendogli la cerniera in un gesto lento e affondando il viso sul suo inguine coperto ormai solo dai boxer, desiderando il suo odore e il suo sapore.

Alessio sentì il respirò strozzarsi e la voce piagnucolare senza dire parola, ogni gesto dell'altro era studiato per mandarlo all'inferno, ne era convinto. Prese un lungo respiro solo quando sentì ogni vestito abbandonarlo e la piccola lingua del biondo solleticare l'inguine morbido e leggermente arrossato.

Non si perse nessun passaggio, perché tutto quello era troppo ipnotico e perfetto per poterlo evitare. Le labbra di Gennaro andarono a circondargli la punta del membro, iniziando con una suzione del liquido pre seminale, aumentando poi la pressione della lingua mentre andava ad ingoiare più carne possibile. Il moro aspirò un gemito, singhiozzando pateticamente, passando una mano sul viso per darsi un minimo di contegno, cercando di non pensare a quanto Gennaro fosse illegale.

Intanto il biondo stava incavando le guance con forza, ovviando con la mano sinistra laddove non riusciva ad arrivare con la bocca, muovendola in gesti che cercavano di essere coordinati.

Fece pressione con la punta della lingua su una vena e ne seguì il percorso fino alla punta, giocando con il frenulo mentre gli lanciava sguardi divertiti.

Sapevano entrambi che non sarebbe durata a lungo, così Gennaro fece scomparire una mano nei suoi pantaloni della tuta e gemette sulla carne pulsante di Alex.

"Sto per.." lo avvisò il moro, spingendosi contro la sua mano, mentre l'altro si allontanava ma continuava a muovere la mano su di lui e su sé stesso.

Non si perse un secondo del suo orgasmo e di quello di Genn, che si succhiò il labbro inferiore terribilmente gonfio, gli occhi chiusi e le narici aperte e vibranti.

Sentì qualcosa ribollire dentro di sé, senza sapere cosa fosse, ma si abbassò a baciarlo con calma mentre gli accarezzava la nuca sudata in un gesto tranquillo.

Sarebbe stata una lunga giornata quella.

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