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«Caroline, 18 anni, Nata a Seattle, andata a vivere dagli zii a New York scappata due giorni fa di casa» ripete con alto volume il mio collega Frank.
Lo ascolto con attenzione mentre aggiungo i seguenti dati sul computer sperando che salti fuori qualcosa.
Oramai è da 48 ore che cerchiamo risultati sulla ragazza che dovrebbe chiamarsi Caroline ma stiamo vagando da giorni nel buio più assoluto.
Sembra che la ragazza sia scomparsa dalla faccia della terra.
Nessuno l'ha vista per strada e nessuno sa neppure chi sia questa ragazza "fantasma".
Premo con delicatezza i tasti sul computer come se si potessero spaccare da un momento all'altro. «Samuel smettila di vagare tra i tuoi pensieri... Non è così che si fa il poliziotto eh!» sbuffa irritato. La cosa più buffa di tutto questo è che lui ha la strana abitudine di aggiungere "eh" alla fine di quasi tutte le sue frasi. Nessuno ha mai capito il perché e a tutti questo irrita ma invece a me fa morire dal ridere.
«Frank sono abitudini eh» dico sghinazzando. Mi fermo quando sento il computer emettere quel suono, simile ad un fischio, come un cinguettio ma più robotico; che compie solo quando trova qualcosa.
Fiero di aver potuto scoprire magari una cosa che sarebbe servita a tutto questo, poso il mio sguardo sullo schermo del computer e inizio a leggere ad alta voce per far sapere a Frank e chiunque voglia, quello scritto. «Caroline, 18 anni nata a Seattle possiede diversi zii ma gli odia tutti tranne gli Smith. Possiede una bicicletta bianca con scritto "Caroline" su di essa, che non è stata trovata dopo la sua scomparsa.
Occhi castani, capelli biondi lunghi fino sotto il seno, porta uno stile maschile.»
Finito di leggere guardo Frank che sembra sul punto di parlare mentre si porta le mani sotto il mento sfregandole sulla leggera e sottile barba «Samuel, abbiamo un caso da risolvere, non possiamo lasciare che questa ragazza girovaghi per la città tutta sola... Potrebbe essere pericoloso e tu sai meglio di me quanta brutta gente passa di notte eh...» conclude con il viso preoccupato e l'aria corrucciata.
Rifletto un secondo e capisco che ha perfettamente ragione «E cosa potremo mai fare per trovare questa ragazza "fantasma"?» dico mimando le virgolette. «Ragazza fantasma? Da dove ti salta fuori eh?»
«No niente lascia stare» mi sono lasciato sfuggire un pensiero contorto, non dovrò più farlo in futuro... Nessuno capirebbe.
«Okay» risponde con non curanza Frank.
Sospiro e il mio sguardo ritorna sullo schermo metallico e piatto del computer. Se solo riuscissi a trovare qualche informazione in più sul suo conto...
E se parlassi con i parenti... Potrebbero rivelarmi dove passava i giorni quando non era a casa... Ho deciso è la soluzione migliore «Frank... Frank vieni qua per favore, senti mi è venuta un idea» apre la bocca ma non lo lascio finire «E se vado a parlare con i parenti? Magari sapranno dove passava i giorni quando non si trovava a casa, oppure la sua band preferita... Non so Frank che dici?» sembra pensarci un secondo «Certo... Ma stai attento, non si sa mai eh!» dice facendomi l'occhiolino, mi stendo meglio sulla sedia cercando la via degli Smith.
Mi alzo dalla sedia dopo aver fatto tutte le ricerche che servivano.
Arrivo in parcheggio prendendo la mia Jeep e guidando per le vie che il navigatore mi indicava.
Raggiungo dopo poco la casa degli Smith. Scendo dalla macchina sentendo pesanti i miei passi, sento un legame strano con quella casa, come se i suoi abitanti fossero in contatto con me in qualche strano e parallelo mondo. Mi avvicino e solo dopo poco mi rendo conto di aver trattenuto l'aria. Mi sento come stanco, cosa mi succede?

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