Infinite Volte O Poco Più

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«E se tutto dovesse cambiare? Qui siamo chiusi in una bolla di sapone, a giorni tutto potrebbe scoppiare.»
 a memoria. Lorenzo era seduto poco lontano da lui, su una sedia scomoda, e stava leggendo ancora una volta il testo di The Reason Why, pronto per quella finale che avrebbe cambiato la sua vita.
Non cambierà nulla o forse sì, ma sarà in meglio» Ribatté con tono dolce, spostando lo sguardo sul ragazzo accanto a sé che si stava torturando nervosamente le dita, staccandosi le pellicine ad una ad una. «Saremo finalmente liberi. Nessuna telecamera, nessuno che ci obbligherà a fare o dire ciò che non vorremmo mai. Saremo io e te soli contro il mondo, probabilmente sarà complicato perché ci divideranno e il tempo sarà un dono prezioso da non dover sprecare ma andrà bene.» Continuò, annuendo un paio di volte per confermare le proprie parole, lasciando curvare le proprie labbra in un sorriso che, però, non placò le ansie del compagno di squadra.
«Come lo sai? Magari dopo tutto questo anche...anche noi scoppieremo come quella bolla...»

Non smetteva di sussurrare Marco, proprio non ce la faceva, e non riusciva neanche a guardare l'altro negli occhi quando quello lo osservava con una sicurezza nello sguardo che lo spaventava a morte. Aveva paura ma non di lui, non di loro, non di tutto quello che erano stati e che erano diventati, aveva solo paura che quella sicurezza un giorno potesse svanire...che potesse non ritrovarla più in quegli occhi chiari.
A quelle parole Lorenzo si alzò, gli si parò davanti e si piegò fino a raggiungere la sua altezza, gli prese così le mani che finalmente smisero di martoriarsi a vicenda e puntò lo sguardo sul suo, costringendolo finalmente a guardarlo, venendo investito da quell'azzurro chiaro che l'aveva sempre fatto rabbrividire.

«Io non ti lascerò. Non lo farò mai.»


Madh si stava ancora chiedendo perché avesse acceso il televisore, sintonizzato su Rai 1 ed atteso che il tanto odiato Sanremo 2016 iniziasse, perché avesse deciso di farlo prima di cena, lasciando il cartone della pizza accanto a sé perché Cenerò durante le esibizioni, e si chiese perché non avesse ancora spento, scaraventato il telecomando lontano da sé e non fosse fuggito via da quella casa. Si disse che il motivo non era di certo Lorenzo che si sarebbe esibito per primo, che non voleva ascoltare il suo nuovo pezzo né rivederlo in qualche altro modo che non fosse l'osservare ripetutamente le foto che pubblicava su Instagram; si disse che non era colpa sua, non stavolta almeno.
La prima reazione che ebbe quando quelle nuove parole vennero pronunciate dal cantante di Catania fu di sgomento, sgranò gli occhi e schiuse le labbra, rimase ad ascoltarle in silenzio, con il fiato sospeso ed il cuore che pian piano perdeva quasi tutti i suoi battiti. Poi arrivò la rabbia, strinse forte i pugni fino a far imbiancare le nocche e digrignò i denti, l'aveva davvero quasi lanciato fuori dalla finestra semi aperta quel maledetto telecomando ed aveva allontano il cartone con la pizza ancora intera da sé; gli era persino passata la fame.
«Con che coraggio...» Sussurrò tra sé e sé, ignorando il cellulare che stava ripetutamente vibrando da almeno cinque minuti, segno che non era l'unico ad aver sintonizzato su quel canale quella sera. Chissà quante di quelle persone che sapevano, che avevano sempre saputo, stavano in quel momento chiedendosi cosa fosse successo, perché Lorenzo stesse cantando quelle parole, cosa lo avesse portato a scriverle, a pronunciarle addirittura davanti al pubblico di Sanremo, davanti a tutta Italia. Cosa gli aveva fatto Madh per portarlo a questo?
«Un bel niente!» Lo urlò, trasformando in parole quel pensiero che stava articolando nella propria testa, perché sapeva di non essere colpevole, perché lucidamente era conscio che non fosse colpa sua, che c'aveva messo tutto sé stesso in quel rapporto, che c'aveva provato davvero. Lui l'aveva raggiunto in ogni dove, si era mosso per tutta Italia, l'aveva seguito a moltissimi concerti, incontrato casualmente ad altrettanti eventi, ed aveva abbassato il capo, ingoiando bocconi amari troppe volte per poterle contare con le sole dita di due mani.

Brucia tutto nella testa
Gela il sangue nelle vene
Sento come se hai paura
Ma è paura di star bene
Ci siamo amati in cima al mondo

Sopra tutto e sopra tutti
Quanti sogni in un secondo

E in un secondo li hai distrutti

Infinite volte o poco più.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora