capitolo uno.

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Era la terza sveglia che volava dalla finestra in tre settimane.

Suo padre l'avrebbe di sicuro sbranata.

Ma Nora non riusciva proprio a sopportarle, tanto che ormai aveva preso l'abitudine di lasciare la finestra aperta per evitare di rompere anche quella.

-Noraa! Che cos'era quel rumore?- urlò sospettoso l'alpha del branco black rose, il più forte e spietato branco mai esistito.

-Uhm..niente papà!- urlò di rimando la ragazza, scendendo dal letto e cominciando a prepararsi.

Era in ritardo.

Di nuovo.

Non capiva perché suo padre di ostinasse a mandarla in una stupida scuola piena di mondani, invece di farle svolgere a pieno i ruoli della beta. Eh si, la prima diciassettenne della storia a svolgere il ruolo del beta. Nella scala gerarchica dei lupi, il beta era la carica più alta dopo l'alpha e la luna, compagnia dell'alpha, posto lasciato vuoto dopo la morte di Maria, la madre della ragazza. Poi seguivano i due omega, e il branco per ultimo. Il compito di Nora era principalmente proteggere l'alpha ad ogni costo, poi in secondo luogo controllare il benessere del branco, fare da messaggera tra i vari branchi e infine poteva combattere nelle prime file in caso di guerra o assalti. E questo, avveniva molto spesso. Sul primo punto però, c'è da dire che erano più le volte che l'alpha proteggeva il beta che viceversa, cosa che tra l'altro faceva imbestialire Nora, incolpando il padre di essere troppo iperprotettivo.

Si vestì a casaccio, un paio di skinny chiari, una felpa nera, vans bianche. Era sempre stata classificata come una ragazza veramente strana. Molti la guardavano storto per i suoi capelli tanto chiari da sembrare innaturalmente bianchi, pensando che se li fosse tinti per mettersi in mostra, e peggio ancora i suoi occhi, di colori differenti, uno azzurro mentre l'altro verde, pensando che mettesse delle lenti a contatto. Ma chi conosceva veramente Nora sapeva che lei era sempre stata così, fin dalla nascita. Inoltre, essendo una lupa, aveva il beneficio di avere un fisico veramente stupendo, come tutto il resto del branco. I lati positivi di essere un mostro, diceva sempre lei.

Ma, se suo padre era un uomo di stazza non indifferente, lei era piccola e minuta. Ma poi si sa, non ti fa forte il fisico, ma il carattere, e di carattere Nora ne aveva da vendere.

-Io esco!-

Non avrebbe mai fatto in tempo ad arrivare a scuola a piedi, non in forma umana. Dato che la sua casa era situata praticamente nel bel mezzo del bosco che circondava la cittadina di Roxenville, tutto giocava a suo favore.

Vedete, un licantropo nella sua vera forma, rispecchia la sua vera personalità. E mentre il padre di Nora aveva il manto bianco come la neve e gli occhi verdi come le foglie in primavera, lei aveva un manto folto e nero come la pece, con entrambi gli occhi color tempesta, e a volte, quando la ragazza si incazzava veramente, sia in forma umana, che animale gli occhi diventavano di un azzurro elettrico mozzafiato. Ma nessuna avrebbe voluto vedere quegli occhi, se significava scatenare l'ira della lupetta.

Giusto il tempo di sentire tutte ossa frantumarsi, che cominciò a correre il più veloce possibile finché non arrivò nei dintorni della scuola, dove, dopo essere tornata in forma umana, entrò come un razzo, fiondandosi in classe poco prima della professoressa.

Si sedette tra le sue migliori amiche, Lynn e Alissa. Entrambe membri del suo branco, non erano le uniche lupe della città, ma di certo erano le uniche che frequentavano una scuola modana. Gli altri giovani lupi studiavano a casa, istruiti dai membri più anziani del branco.

-Sei di nuovo in ritardo..-cominciò Lynn alla sua destra.

-..non è possibile!- finì per lei Al.

The captive.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora