capitolo 3

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POV NORA

Ed è mio padre.

Questa frase continuava a rimbalzarmi della testa come un gong giapponese.

Ma certo idiota, ecco a chi somigliava!

Mi rimproverai mentalmente. Alzai il mento fiera, cercando di non apparire impaurita di fronte alla rivelazione.

-Beh, signor Lucius, mi resterebbe solo da dirle che è un piacere, ma sa com'è, mentirei.- dissi con tutto il sarcasmo di cui ero capace, facendo attenzione a non chiamarlo Re, o sciocchezze simili. Sentii Cole, che precedentemente si era spostato di fianco a me irrigidirsi notevolmente, sentii addirittura i suoi denti scricchiolare. Non mi voltai a guardarlo, continuai a fissare Lucius con aria di sfida.

L'uomo assottigliò lo sguardo, ringhiando furioso. Poi, ancor prima di capire cosa stesse succedendo, mi ritrovai sbalzata in aria, per poi atterrare rovinosamente per terra. La guancia mi bruciava terribilmente, infatti il re mi aveva solamente schiaffeggiata.

-Tieni a mente di non tirare troppo la corda, ragazzina, si potrebbe spezzare. E ora, Cole, porta via questa insolente.-

-Si, padre.-

Il principe delle tenebre, mi tirò su di peso, e vedendo che arrancavo, mi prese in braccio davvero poco delicatamente. Mentre uscivamo dalla sala, chiusi gli occhi, troppo intontita anche solo per pensare, ed appoggiai la fronte sul suo petto. Respirai a fondo, sfiorandomi la guancia lesa. Un attimo dopo, fui buttata su qualcosa di soffice. Un letto, realizzai.

-Ma dico, stupida ragazzina, cosa cazzo ti è passato per la testa?! Ti avevo detto di tacere dannazione!- mi ringhiò Cole a due centimetri dalla faccia, fuori di sé. Io mi scostai, mi bruciavano gli occhi, mi veniva da piangere. Ero terrorizzata dannazione, e più passava il tempo qui dentro pù mi convincevo che non ne sarei mai uscita viva, o che peggio, nessuno sarebbe venuto a prendermi.

 Vedendo che non rispondevo, lui ringhiò più forte, un suono assordante, pieno di frustrazione. Mi strinse le braccia con le grandi mani, scuotendomi.

-Ascoltami stupida! Hai forse deciso di morire? Eh?- mi urlò a due centimetri dalla faccia. Deviai di nuovo lo sguardo.

-Rispondimi!- sbraitò sfiorando la fronte con la mia.

-No- mormorai a mezza bocca. Una sola lacrima fuggì dalle mie ciglia, passando sulla guancia lesa. Bruciava. Cole mi guardò dapprima sorpeso, poi mano a mano cominciai a leggere comprensione nel suo sguardo, e infine ...cos'era quella..tristezza? Possibile?

Nah, è un vampiro. Assurdo.

-Bene, allora la prossima volta ascolta quello che ti dico, okay? Sei troppo carina per morire, lupetta.- mormorò scostandosi ed abbozzando un ghigno sghembo. Poi si diresse in bagno.

Sospirai, rassegnata. Chissà cosa stavano facendo Alissa e Lynn, e mio padre..? Non volevo nemmeno immaginare come stesse, aveva già perso mia madre, perdere me l'avrebbe distrutto. E poi.. c'era il branco,le sue responsabilità..

Mi presi la testa tra le mani, disperata. Poi sobbalzai dal dolore, avevo sfiorato la guancia ferita. Dannazione, quello stronzo mi aveva proprio fatto male. Sentii dei passi raggiungermi di fronte ed alzai lo sguardo.

Cole si ergeva in tutta la sua imponenza davanti a me, con un asciugamano bagnato in mano. Si passò una mano tra i capelli, nervoso, poi si inginocchiò davanti a me.

Cavolo, anche in ginocchio è alto più di me.

Fanculo.

-Fai vedere.- mi si avvicinò e mise le mani ai lati del mio viso, scrutandomi attentamente. Tanto che il disagio e l'imbarazzo prevalsero su di me. Cominciò ad accarezzarmi piano la guancia ferita, rinfrescandola per diminuire il gonfiore. Ero completamente andata, cervello fottuto. Cavolo, tutta colpa del fascino vampiresco. Ma era proprio questo il problema, era un vampiro! Dannazione non poteva esserci altro che odio tra le due specie, è sempre stato così, sempre. E non potevo accettare che Cole mi guardasse quasi con dolcezza. Sapevo che stava mentendo.

Doveva essere così.

-Perchè?-

-Perchè cosa, lupetta?- mormorò lui, tutto concentrato sul suo lavoro.

-Perchè.. mi stai aiutando, ora, intendo- sussurrai titubante.

-Che c'è? Non posso?- cominciava ad irritarsi. Poi continuò alterandosi sempre più. -Ah no aspetta, io sono un vampiro. Ed è pressocchè impossibile che un vampiro possa aiutare qualcuno, eh? Noi siamo i cattivi, ho forse ragione?- i suoi occhi mandavano lampi. Cercai di salvare il salvabile di quella conversazione.

-N-non era questo che intendevo..-

-Ma smettila, non sai mentire.- buttò a terra l'asciugamano e si alzò di scatto, dirigendosi verso la porta. -Fanculo, me ne vado.-

-Aspetta! ti prego..- quasi urlai disperata.

Cosa?!

Oddio, che cazzo ho detto..

-Cosa c'è- disse secco, senza voltarsi nemmeno.

-Cole. Cole, guardami.- non so perché lo stavo facendo, cosa mi stesse passando per la testa in quel momento, ma sapevo che dovevo farlo. Insomma, glielo dovevo.

Lui si girò verso di me, guardandomi con un sopracciglio alzato.

-Grazie.-

Non disse nulla per un bel po', tanto che mi convinsi che non avrebbe risposto, ma che avrebbe continuato fissarmi per ore.

Poi sorrise.

Non ghignò, sorrise, socchiudendo gli occhi, che splendevano giocosi. Si passò una mano tra i capelli corvini, scrollando le possenti spalle mentre spalancava la porta. Poi, poco prima che la chiudesse, sentii il suo sussurro.

-Non c'è di che... non c'è di che.  Anzi, grazie a te, lupetta.-


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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 16, 2016 ⏰

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