1. Capitolo - La nuova casa e 'Rispetta la fila'

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Da quando ero nata non mi ero mai spostata da Sydney, e quei pochi spostamenti che avevo fatto erano stati per le vacanze estive; ne tanto meno ero mai stata in Inghilterra.. Strano ma vero. Sono sempre stati i genitori di mio padre a venirci a trovare, o semplicemente andava solo lui..

I miei genitori possedevano una catena di negozi di abbigliamento qui in Inghilterra, e appunto la sede centrale si trovava a Londra. Per molti anni si era occupato mio nonno della sede centrale; beh questo solo fino a qualche mese fa, fin quando non finì per ammalarsi ulteriormente. Di certo il fratello di mio padre avrebbe potuto prendere accesso a questa parte e lasciar mio padre occuparsi della sede a Sydney, ma lo Zio Erick insistette tanto per poter prendere accesso a Sydney. Cosa che trovai strana fin dall'inizio dato che lui era sempre stato invidioso del ruolo di mio padre, mentre beh lui aveva sempre lavorato in collaborazione con mio nonno- e più sotto forma di assistente se dobbiamo dirla tutta.- In pochi mesi organizzarono il viaggio e cercarono una casa, e anche qualche difficoltà.

"Siamo arrivati."
"Finalmente, ho il culo dolorante. Quei sedili erano pezzi di marmo. Dovrebbero pagarmi l'assicurazione o qualcosa di simile."

Mi stiracchio le braccia lentamente notando con la coda dell'occhio mia madre guardarmi, e non per ammirare il mio fascino, ma per fulminarmi.. La tolleranza non è il suo forte.

"Ecco tenga pure il resto." Mio padre paga il tassista che se pur a disagio cordialmente lo ringrazia, per poi andar via quasi subito.

"Sei la solita."
"Non ho detto niente di male" faccio spallucce.

Quando sento tirarmi da un lembo dei jeans, vedo Jonathan con gli occhi lucidi e subito mi preoccupo di abbassarmi alla sua altezza. "Tesoro cosa succede?"

In tutta risposta si strofina gli occhietti leggermente arrossati, e sospira piano.

"Ti manca Clarissa vero?"
Lui annuisce freneticamente soffiando con il naso; ha il nasino e le guancia leggermente arrossate. Ha un espressione sconsolata in viso che mi fa tanta tenerezza e dispiacere. Gli scompiglio leggermente i capelli prendendogli le manine. "Clarissa potremmo sentirla quando vuoi, hai visto cosa ha detto la sua mamma?— lui annuisce leggermente guardando però in basso— ci facciamo tutte le videochiamate che vuoi, così ti mancherà di meno."

"Va bene.." Dice con la sua vocina soave grattandosi il capo. "Però fammi un sorriso e dammi anche un bacino qua." Gli indico la guancia con un dito mentre sorrido leggermente.

"Però me la compri la pista con le macchine telecomandate?"

"Beh su questo dobbiamo lavorarci un po'." Tiro un sorriso battendo la mano sulla sua testa. Bambini.

"Dammi un bacio ora."

Dopo che mi abbraccia e mi da un piccolo bacio sulla guancia, mi prende la mano tirandomi e facendomi alzare per seguirlo a vedere la 'nostra nuova casa'. Jonathan è mio fratello minore, ha 5 anni. Non avendo preso molto da me e non somigliandoci per niente a volte capita un po' difficile che ci scambino per fratello e sorella; una volta mi hanno scambiato per la sua babysitter.

"Vi piace?" Chiede mia madre prendendo in braccio Jonathan che subito si accoccola sul suo petto.

Vedendola dall'esterno la villetta sembra essere molto carina e confortevole. Inoltre ci troviamo anche in un quartiere molto tranquillo e piuttosto lontano dal centro, e la cosa non può che farmi piacere; mi piace stare in tranquillità. Accanto alla nostra ci sono villette molto simili, ma un po' in tutto il quartiere l'andazzo é sempre quello.

"Prendi le valige Jasmine."
Quando mio padre apre il grande cancello poco dopo, ovviamente mia madre se la prende con comodo e incomincia ad andare avanti con mio fratello.

Mi sento bisbeticaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora