Capitolo 1

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Dopo circa sei mesi che abitavo con i miei genitori decisi di trovarmi un piccolo appartamento e andare a vivere da sola. Sono grata per tutto quello che hanno fatto per me in quelle settimane in cui mi ero rinchiusa nella mia vecchia cameretta a commiserarmi , solo che quando finalmente mi ero decisa ad uscire e riprendere in mano la mia vita , continuavano a preoccuparsi troppo per me. E quando dico troppo non lo faccio tanto per dire. Ovviamente si stupirono di questo mio cambiamento così repentino , tanto da diventare a dir poco asfissianti nei miei confronti.

Continuavano a chiedermi se andasse tutto bene , come mi sentissi veramente , erano dell'idea che dietro questo mio atteggiamento da mastino napoletano si nascondesse invece un'anima ferita, senza sapere che io un'anima non ce l'avevo piu'.E lo facevano in continuazione. Del tipo che chiamavano sul mio cellulare ogni ora per assicurarsi che non avessi ucciso qualcuno. Ammetto che inizialmente facevo paura anche a me stessa , ma a mio parere questa nuova me mi rendeva più forte , più cazzuta e inavvicinabile. Per questo continuavo a ripetere loro che forse avrebbero dovuto preoccuparsi più prima che in quel momento. Sapevo che ogni volta che glielo rinfacciavo loro si sentivano in colpa , come se loro avessero potuto farci qualcosa , come se avessero potuto evitare che tutto quel gran casino accadesse. Come sapevo benissimo che non era per niente cosi'. Non era colpa loro , era solo colpa mia e della mia stupida ingenuità. Dovevo captare quei piccoli segnali da subito , invece ho solo chiuso gli occhi e sperato che fossero cose poco importanti , a volte persino attenzioni appaganti per un'illusa come me.

Sarà anche stato che dopo aver avuto la mia indipendenza e i miei spazi , mi pesava appoggiarmi su di loro. Volevo riavere indietro la mia vita , volevo dimostrare a tutti e a me stessa che potevo comunque cavarmela da sola, non avevo necessariamente bisogno di un uomo al mio fianco per poter mandare avanti la mia esistenza. Avevo concentrato tutte le mie energie nel lavoro e questo mio nuovo carattere mi aveva perfino permesso di ricevere più apprezzamenti al giornale. Ogni mio articolo era un concentrato di onestà e sfacciataggine. Ormai non tenevo più conto di come si sarebbero potuti sentire i diretti interessati , se dovevo esprimere un giudizio negativo lo facevo senza troppi giri di parole , fregandomene altamente delle ire che poi avrei attirato su di me. Ero stanca di pensare sempre agli altri , a come si sarebbero sentiti feriti dalle critiche che puntualmente mettevo nero su bianco, a volte usando anche termini poco carini.

A volte...sempre vuoi dire!
Si va be', ci siamo capiti cara coscienza!

Altro piccolo particolare. Ho iniziato a parlare con una vocina nella mia testa da quel giorno.

Parlare? Litigare! Non vuoi mai darmi retta!
Ti ho già spiegato che odio chi mi contraddice!
E io ti ricordo che sono nella tua testa! Chi pensi che ragioni di più delle due?
Si, come dici tu.

Dove eravamo rimasti? Ah si, al momento in cui ho deciso di andare a vivere per conto mio.

All'inizio cercavo degli appartamenti non troppo piccoli , perché comunque ho bisogno dei miei spazi , poi ho scoperto che qui a New York decidere di prendere casa da soli non è affatto una passeggiata. Succedeva questo esattamente: se rientravano nel mio badget erano o dei veri e propri buchi oppure erano troppo distanti dal lavoro. Se invece mi piaceva la zona e anche la disposizione dell'appartamento , costavano l'ira di dio. Un vero e proprio furto a mio parere.

Poi un giorno mentre pranzavo nel mio ufficio si avvicina la mia assistente Karen. Una ragazza di un paio di anni più piccola di me, con capelli nero corvino tagliati in un caschetto perfetto e qualche piercing sulle orecchie. Sulle braccia si intravedono anche un paio di tatuaggi. E' strano che sia stata assunta in un ambiente come quello della nostra sede, così serio e professionale. Ma dal primo giorno che l'hanno affidata a me mi è stato chiaro quanto l'aspetto esteriore a volte sia poco importante. Sotto quel trucco pesante e quell'aria da rockstar si nasconde una mente estremamente brillante e una persona devota al suo lavoro.

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