When the storm ends - Snow Patrol
Clacson. Forti, deboli. Lunghi, corti.
Clacson arrabbiati. Frustrati.
Il traffico è movimentato ed egoista sotto i miei piedi. La brezza leggera mi accarezza le braccia scoperte facendomi venire la pelle d'oca e mi sposta i corti capelli a sinistra. Chiudo gli occhi e arriccio il naso per il fastidio delle ciocche che mi pizzicano il viso.
Firenze splende questa notte. Luci colorate che si fondono in un ammasso di puntini offuscati visti dall'alto. Fretta ed egoismo.
Lo vedo come un quadro bellissimo. Soldatini che vogliono tornare a casa il prima possibile dopo ore di impegni, altri che escono esaltati e pronti a farne loro questa notte. Ad appropriarsene.
Ho sempre pensato che fosse mia, la notte.
La calma, il buio, la luna. È sempre stata ispiratrice e rivelatrice, la amo.
La notte, uno dei miei disegni preferiti.
Mi porta le dita sul collo, inondato all'ennesimo colpo d'aria. Faccio delle linee dritte che vanno al mento, lunghe linee che immagino entrarmi in gola. Tenermi la testa alta e gli occhi dritti.
Sento i capelli solleticarmi il dorso della mano poco sotto l'orecchio. Sono ricresciuti in poco tempo. Passo la mano lungo il taglio netto dietro al capo.
Taglio netto. Una delle tante conseguenze.Lui lo sapeva.
Sapeva che mi sarei distrutta come una torre di carte dopo un soffio. Sapeva che l'avrei odiato, che mi sarebbe mancato. Sapeva che il tempo non mi sarebbe bastato, mai.
Sapeva che avrei ricollegato qualsiasi cosa a lui. Un colore, un fiore, una persona. Una voce, una parola, un sospiro. Sapeva che sarei diventata una pazza immersa fra la gente con gli occhi spalancati a frugare trai volti, alla sua ricerca. Lui lo sapeva che mi sarei sentita totalmente spaesata. Che avrei smesso di dipingere, di prendere il primo treno che passa e fermarmi dove decide il cuore e non la mente.
Sapeva tutto. Lui lo sapeva.
Eppure. Eppure se n'è andato.
Se n'è andato come se n'è andata Marina. Da un giorno all'altro, senza avere la possibilità di salutarlo. Se n'è andato come se ne vanno tutti dalla mia vita, lasciandomi al punto di partenza; seduta con le ginocchia al petto ad osservare le vite degli altri andare avanti dall'alto di questo palazzo, mentre la mia, di vita, un punto fermo al centro del cerchio. Immobile.
Sciolgo le gambe lasciandole dondolare dal cornicione. Mi perdo nel guardare i miei piedi giocare nel vuoto sopra tutte queste teste. Mi perdo trai miei confusi pensieri, come falene che sbattono le ali una intornk all'altra.
Volo. Immagino.
Se Marina fosse ancora qui. Con me in questa notte estiva.
Saremmo insieme nel nostro solito giardino, sdraiate sull'erba una accanto all'altra, gli occhi fissi sulle stelle. Indosserebbe uno dei suoi vestitini leggeri. Magari quello bianco. Ed io ad un certo punto mi alzerei in piedi ad ammirarla. Le gambe lunghe incrociate, le braccia aperte e i capelli biondi sparsi sul prato. Già all'ora era un bellissimo angelo.
Incastrerebbe il marrone profondo dei suoi occhi con il verde dei miei in uno sguardo divertito e interrogativo. E non può che essere ancora più bella e genuina. Poi sono certa che si sarebbe alzata e prendendomi per il polso mi avrebbe trascinata nella sua corsa per le vie della città. Perché ogni tanto, mi diceva sempre, aveva il bisogno di sentirsi libera e potente. Di correre nella notte contro vento. Sfidare l'aria.
Un forte clacson mi risquote. Mi alzo e scendo rapidamente le scale. Appena varco il portone del palazzo, col fiato corto mi guardo a destra e sinistra. Corro. Mi muovo veloce per le strade.
È arrivata la mia di ora. L'ora di sentirmi libera. Sfidare me stessa. Non dipendere più da niente. Nessuno.
L'ora di non essere egoista, di non pensare solo al mio dolore.
L'ora di aiutare gli altri a non cadere nel mio stesso baratro.---
Sono viva. Incredibile ma, sono viva.
Allora, ora più che mai ho bisogno di voi. Sono tornata a scrivere dopo mesi e mesi. Torno a scrivere dopo il terribe e frustrante blocco che mi ammazzava. Già sono una persona incredibilmente insicura, ora ancor di più. Ho paura di deludervi perché ho perso un po' di mie caratteristiche narrative e capacità. Quindi, dovete perfavore farmi sapere che ne pensate di questo seguito, se vale la pena continuarlo o lascio stare e sto facendo un gran minchiata.
So che è ancora troppo poco, ma ho una mezza idea su questo seguito abbastanza carina (spero che la descrizione vi abbia incuriosito), quindiiiii niente, sono logorroica e paranoica perdonatemi. (Non ho controllato nulla, scusatemi eventuali errori)
Fatemiii sapere!
Un abbraccio ♡
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Nuvole disperse
Teen Fiction● Seguito di "I'm the dark side" ● "Dov'è lui ora?" scrive velocemente sul taccuino dopo il mio racconto. > rispondo aspirando dalla sigaretta, irrigidendomi con lo sguardo dritto e fermo. "Come Marina?" mi porge il blocchetto. di fogli per farmi l...