Capitolo 1 - Giulia

114 10 13
                                    

Che forma ha il dolore secondo voi?
Stamattina, mentre alla radio passavano una vecchia canzone di Elisa, mi guardavo allo specchio e mi chiedevo in che modo avrei disegnato il dolore se qualcuno mi avesse chiesto di farlo.
È strano, no? Se ci pensate bene è irreale che qualcosa privo di forma possa fare così male. Eppure anche se il dolore che provo adesso è così potente da contorcermi lo stomaco, non ha forma, non ha consistenza. Forse è per questo che nessuno mi vede?
Oggi non ho voglia di andare a scuola, saluto i miei con un bacio frettoloso e invece di prendere il pullman mi dirigo a piedi sulla strada. Quando infilo le cuffie dell'iPod il dolore si amplifica nella musica.
Scrivo un messaggio a Mark: "Niente scuola oggi, se hai voglia di venire con me ti aspetto al solito posto".
Mark è il mio migliore amico, e il solito posto é una panchina immersa nel parco dietro scuola. Lì possiamo aspettare il suono della campanella senza essere visti per poi svignarcela tranquilli.
Quando Mark appare dietro alle mie spalle non lo lascio nemmeno parlare, lo guardo dritto negli occhi e chiedo:
"Mark, secondo te che forma ha il dolore?"
Lui mi lancia una sguardo perplesso, sembra pensarci su per un attimo ma non sa cosa dire.
Restiamo così, a guardarci, senza risposta, siamo amici per questo, penso, perché abbiamo entrambi un segreto, un dolore imperfetto da nascondere e con cui convivere.

Un dolore imperfettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora