Capitolo 2 - Mark

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Il messaggio di Giulia arriva mentre sono sul pullman. Meglio così, non avevo proprio voglia di entrare.
Ragazzini chiassosi ridono guardando video stupidi su YouTube. Io invece osservo fuori dal finestrino, immagino una vita lontana da questo posto, o più semplicemente immagino come poter vivere il più lontano possibile da me stesso.
La sera che conobbi Giulia fu proprio lei a dirmi "Tu non sei come gli altri", allora non immaginavo nemmeno quanta ragione ci fosse in quelle parole.
Adesso è davanti a me e se ne esce con una delle sue domande strane con cui cerca di fare ordine, di capire come si fa a sopravvivere senza troppe cicatrici.
Non lo so che forma ha il dolore, però adesso che me lo chiede mi torna in mente un ricordo. La sera in cui ci siamo conosciuti.
Eravamo alla festa di Jessica Mariani. I suoi lunghi capelli biondi erano sciolti e le scendevano fino alle spalle. Era bella, anche se lei, in tutto questo tempo, non ha mai capito di esserlo davvero. Beveva birra e fumava una sigaretta. È stata lei ad avvicinarti per prima.
"'Vuoi?" e mi aveva allungato un pacchetto di Marlboro.
C'era qualcosa di inquieto nei suoi occhi, me lo ricordo. Era una ragazzina diversa dalle altre, anche quando sorrideva con la bocca, i suoi occhi faticavano a sorridere.
"Ti stai divertendo", le avevo chiesto?
Lei aveva annuito senza convinzione e così le avevo proposto "andiamo a fare un giro".
Abbiamo parlato molto quella sera, alla fine lo sapevamo entrambi, qualsiasi cosa ci sarebbe stata tra noi da lì in poi, sarebbe stato speciale.
C'eravamo fatti una promessa silenziosa quella notte, ed è per questo che oggi sono qui, ci eravamo promessi di proteggerci a vicenda, dagli altri, ma soprattutto da noi stessi, da quei dolori di cui nessuno  si accorge, e invece noi ci portiamo dentro.

Un dolore imperfettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora