AVVERTENZE: la storia è totalmente una OOC, ossia un "out of character". Gesti e frasi dette dai personaggi, non stanno necessariamente a simboleggiare il loro reale carattere all'interno della serie tv. Detto ciò, spero che la storia vi piaccia :)
Nelle mani di Lydia ci furono diverse pillole. I suoi occhi verdi scrutarono ciò, sapendo che erano l'unica cosa capace di spegnere quelle voci che sentiva dentro la sua testa.
Chiuse gli occhi, mentre si portava le pillole in bocca, bevendo subito dell'acqua, in modo da mandare giù con più facilità.
A passo stanco, raggiunse il suo letto. Dopo aver spento la luce della lampada, chiuse gli occhi, finendo subito fra le braccia di morfeo.
Sbatté varie volte le palpebre, non capendo dove fosse, quando si mosse, notò di essere legata a un letto. Il panico s'impossessò subito di lei, ecco perché iniziò a dimenarsi, nel vano tentativo di liberarsi.
Emise un gemito di dolore, quando le stringhe sembrarono, stringersi di più intorno ai suoi polsi. E come se ciò non fosse già abbastanza, nella sua testa iniziarono svariate voci, all'inizio pareva sussurri, che però mutarono facilmente, facendole udire urla.
-Basta!- diceva muovendo la testa da una parte all'altra e stringendo forte gli occhi.
Ma le voci continuavano e parevano aumentare sempre di più. Sentire ciò era atroce.
-Basta!- questa volta urlò, mosse il corpo, riuscendo a liberarsi. Rotolò via dal letto, finendo per terra. Si diede forza con le mani per alzarsi e nel farlo, sentì le sue mani bagnarsi. Abbassò lo sguardo al pavimento, notando del sangue. Le sue mani erano ricoperte di sangue.
Sgranò gli occhi, alzandosi in piedi tremante, voltandosi verso la porta alle sue spalle. Il sangue proveniva da fuori di esso.
Sentiva il cuore batterle forte e il respiro accelerare, mentre si muoveva verso la porta. La sua mano tremava più di quanto avesse mai pensato. Quando la poggiò sul pomello, prese un gran respiro, aprendo la porta.
Li fuori a pochi passi da lei, c'erano diversi corpi. Il sangue era loro.
Il respiro le si mozzo in gola, mentre boccheggiava, avvolta da terrore.
Una figura oscura, alla quale non seppe dare una forma o un nome data la poca luce, si alzò da uno dei corpi. Gli occhi di quel mostro erano rossi, letteralmente rossi. Emise un ruggito animalesco, buttandosi verso di lei, che non seppe dove riuscì a trovare la lucidità di chiudere la porta. Essa subiva diverse scosse, dato che il mostro stava provando a entrare.
Lydia sentì le lacrime rigarle il viso, mentre cercava in tutti i modi ti trattenere la porta.
-è inutile che provi a fermarlo, oramai è dentro di te- disse una voce femminile.
La ragazza si voltò subito, notando, seduta sul letto dove lei era legata, una donna mora, che le sorrideva in modo sadico. Gli occhi rossi presero a splendere in quell'oscurità.
La consapevolezza della vera natura della donna, la fece urlare.I suoi occhi verdi si aprirono di scatto, mentre si portava seduta sul suo letto. Aveva il fiato corto ed era sudata.
-Un brutto sogno- sussurrò prendendo un lungo respiro.
-Lydia, sto uscendo. Sbrigati o farai tardi per andare a scuola- le disse da fuori la porta la madre.
La ragazza portò i suoi occhi in quella direzione e i suoi occhi si sgranarono in una maniera disumana. La sua porta era ricoperta da impronte di sangue. Abbassò, spaventata lo sguardo alle sue mani, erano sporche a loro volta.
-Non può essere-
Le sue stesse lenzuola erano sporche.
-Lydia- la madre provò ad aprire la porta. Ma velocemente lei uscì dal letto, correndo verso la porta, per tenerla chiusa.
-Ho capito. Mi sto cambiando- mentì.
-Ti conviene affrettarti. Ci vediamo dopo-
-A dopo- rispose Lydia. Mosse un passo indietro guardando la porta e l'impronta della mano. Lentamente avvicinò la sua, combaciavano perfettamente.
Il sangue sembrò ghiacciarsi nelle vene. Non aveva senso. Di chi era quel sangue poi?
Una domanda che ebbe risposta, quando si sciacquò le mani. Erano piene di ferite e tagli.
* * *
-Lydia- una voce sembrò riscuoterla dai propri pensieri.
Stiles accanto a lei, la guardava in modo preoccupato. -tutto bene?- le chiese.
La ragazza dai capelli biondo fragola, si limitò ad annuire, improvvisando un sorriso stirato.
-Sembri scossa- le fece notare lui.
-Ha ragione- disse Scott, notando anche lui, quando Lydia fosse strana.
-Sto bene, davvero- rispose. Una parte di lei avrebbe voluto raccontare loro la verità, ma temeva di sembrare una pazza. Quello era un momento in cui avrebbe desiderato avere Allison accanto a se. Sapeva che lei sarebbe riuscita a darle un consiglio ad aiutarla ad affrontare quel problema da Banshee, che stava peggiorando sempre di più. Le voci nella sua testa erano incontrollate. Se prima non sapeva come poter "accendere" i suoi poteri, ora non sapeva come poterli "spegnere".
Si alzò da tavolo di quella biblioteca.
-Devo andare, ho alcune cose da fare-
-Che tipo di cose?- chiese Stiles.
-Cose- si limitò a dire lei, non gradendo tutto quell'interesse. Voltò le spalle, raggiungendo le scale, scendendole in modo estremamente veloce.
~ ~ ~
Quella sera, era seduta sul letto. Le pillole che aveva in mano, passarono sull'altra e viceversa.
Non poteva mentire, chiudere gli occhi la terrorizzava. Sapeva in cuor suo però che doveva affrontare quella paura, ecco perché senza indugiò, prese nuovamente le pillole, che sembrarono spegnere totalmente quelle voci, donandole calma.
Esattamente come la sera precedente, si addormentò subito.
Quando aprì gli occhi, si trovò davanti alla porta di una casa. Era la sua.
Guardandosi intorno vide solo nebbia, talmente fitta, da non farle distingue nulla da un palmo dal naso.
Non esitò nell'aprire la porta ed entrare.
-Mamma?- provò muovendo dei passi all'interno. Tutte le stanze del primo piano parevano vuote, ecco perché iniziò a salire le scale del secondo piano. Proprio quando mise piede sull'ultimo gradino, vide una scia di sangue, proveniente dalla sua camera. Deglutì, raggiungendola. L'aprì timorosamente, come se si aspettasse la bestia della scorsa volta.
Quella che vide però, non era la sua camera, era quella insonorizzata, che c'era alla casa sul lago di sua nonna. Il vinile era li e il disco girava a vuoto. Si avvicinò ad esso e poggiò la parte appuntita su quel disco nero. Sentì solo un ronzio frequente, seguito poco dopo da un urlò agghiacciante e per pochi attimi davanti agli occhi della ragazza si parò lo scenario di una ragazza che veniva dissanguata da un lupo mannaro. I suoi occhi verdi misero a fuoco la parte bianca.
Un tonfo, due, al terzo il muro parve lacerarsi, mostrandole la donna dagli occhi rossi.
-Che aspetti a svegliarmi?- le chiese, tramutandosi subito dopo in un lupo e ringhiandole contro, mostrando i suoi denti affilati.
Le voci presero nuovamente a farsi sentire dentro la testa di Lydia, che si portò le mani sulle sulle tempie, l'unica soluzione per farle smettere era urlare. Fu ciò che fece, urlò. Il lupo sembrò guaire mentre muoveva dei passi indietro.
Il disco sul vinile si ruppe, le voci smisero e Lydia aprì definitivamente gli occhi.
La porta della sua camera si aprì di scatto, facendone entrare sua madre, che guardò verso di lei preoccupata.
-Tesoro- le corse incontro, portando subito le mani sul viso della figlia, controllando come stesse.
-Cosa..?- Lydia parve confusa.
-Era un brutto sogno, stai tranquilla- le accarezzò gentilmente le guance.
La ragazza si portò seduta con una mano fra i capelli. I suoi occhi videro subito i pezzi del suo specchio frantumati, sul pavimento.
La cornice che lo conteneva, cadde per terra con un tonfò, facendo sobbalzare la madre, che si voltò subito per controllare cosa fosse.
-Vado a prendere subito la scopa- disse la donna, lasciandosi sfuggire un sospiro.
Lydia annuì distrattamente, mentre a piedi nudi si avvicinava allo specchio. Un pezzo era accanto alle sue dita, abbassò lo sguardo, vedendo l'immagine del lupo, che le ringhiò contro, facendola sobbalzare sul posto.
* * *
Lydia stava sistemando in modo veloce i libri dentro la sua borsa, nel farlo il contenuto con le pillole, le sfuggì. Riuscì a prenderlo in tempo, impedendo a occhi indiscreti di notare cosa fosse. Ma non era sfuggita a due occhi nocciola. Stiles dietro di lei, le bloccò il braccio.
-Cos'è?- chiese guardando quel pezzo di plastica trasparente, con le pillole all'interno.
-Nulla di cui tu debba preoccuparti- rispose lei, liberandosi con uno strattone.
-Tu hai delle medicine all'interno della tua borsa e mi dici che non devo preoccuparmi? Lydia, devi dirmi che ti sta succedendo- la guardò dritta negli occhi.
-Stiles, non è nulla. Servono solo per aiutarmi a farmi addormentare- lo tranquillizzò, alzando le mani come un poliziotto, quasi necessitasse del suo spazio vitale.
Nel fare quel semplice gesto, mostrò i palmi della mani. Quelle del ragazzo furono subito su quelle di Lydia.
-Le tue mani- la sua fronte si cruccio, mentre esaminava quelle ferite.
-Sono caduta-
-Non mentirmi!- lo disse in modo talmente serio, da sorprendere la ragazza. -Smettila di mentirmi. Pensi che non abbia capito che c'è qualcosa che non va? Quello che vorrei capire è perché non me ne vuoi parlare. Sai che puoi contare su di me- la sua espressione era un misto fra triste e serio.
Lydia abbassò lo sguardo arresa.
-Sono i miei poteri... mi stanno sfuggendo di mano- ammise.
-Cosa intendi?- le chiese.
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Beautiful nightmares. ~ Stydia
WerewolfQuesta volta a dover lottare con uno spirito interiore è Lydia. Un Alfa crudele, alla ricerca di una nuova vita, che solo una banshee può donarle. Riuscirà Lydia a combatterla o rimarrà bloccata all'interno della sua mente? "Non possiamo perderti...