Erotic messages. -Cameron Dallas.

39.

Ellie si tranquillizzò, si alzò dal pavimento e si diresse verso la sua classe.
Doveva condividere quell'ora con i suoi odiosi compagni di Matematica e Cameron Dallas.
Fece un lungo respiro prima di entrare nella classe e ricevere una sgridata dal professore per il ritardo di quindici minuti.
Tutti la stavano osservando: aveva il trucco sbavato con del nero rigato sulle guance, il rossetto scolorito e gli occhi rossi.
Lei fece finta di nulla, odiava essere osservata e così si diresse verso l'unico banco libero, quello di fianco a Melody Payton. una delle tante puttane dell'istituto.
Cameron la osservava insistentemente.
Per un attimo si sentì morire, era come se si sentisse in colpa. Poi iniziò a pensare così tanto che gli venne il mal di testa.

-Cosa ti è successo Wilson? Ti ha mollata il ragazzo? Ah, dimenticavo, non hai mai avuto un ragazzo.- tutto ciò venne accompagnato da una risata malefica che contagiò tutta la classe. -Sta zitta,gallina.- Ellie parlava a denti stretti, voleva far il possibile per non saltarle addosso ma i suoi piani vennero distrutti quando Melody le diede uno schiaffo provocando un'aggressione da parte della Wilson.
Quest'ultima le stava tirando i capelli mentre il professore era corso a chiamare la preside dato che non riusciva a fermare la rissa.
-Brutta,troia,non ti permettere mai più.- urlò Ellie per poi venir presa dai fianchi da Cameron, che la fece allontanare da Melody.
-Cosa cazzo ti è saltato in mente? Ora sicuramente verrai sospesa!- disse Dallas quasi come se fosse furioso o preoccupato verso di lei.
-Almeno non rivedrò più la sua faccia da puttana.- rispose la ragazza guardando il pavimento.
-Sei così bella,baby.- le confessò il ragazzo alzandole il mento in modo da incrociare i suoi occhi. -I capelli spettinati ti donano molto.- ridacchiò e Ellie gli diede una leggera spinta fingendosi offesa, cercando di aggiustarsi i capelli. Senza riuscirci, prese un codino e fece un chignon disordinato ma che secondo Cameron, le stava molto bene.
Entrambi guardarono sulla porta della loro classe, li giaceva la preside.