Il Signore Del Caos

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Capelli color del vino, abbaglianti occhi verdi, pelle candida e nuda che risplendeva sotto riflessi di luna in una notte senza
stelle.
Un oscuro canto in una lingua arcaica e dimenticata.
Una danza erotica e potente.
Una ragazza cantava e ballava sinuosa intorno a un enorme calderone al centro della radura, mentre godeva del vento che le scompigliava i capelli e induriva i capezzoli del prosperoso seno che si muoveva con lei.
Le sue lunghe gambe erano veloci mentre i piedi nudi sfioravano appena l'erba fredda della notte.
La sua voce viaggiava assieme ai raggi lunari, e chiunque fu così sfortunato da ascoltare quella canzone, venne per quella notte maledetta, trascinato in uno stato di pura follia e terrore. Ma a noi non interessa cosa accadde a quegli sciocchi umani. No. A noi interessa sapere che improvvisamente nel palmo della donna apparve un elegante pugnale nero. Lei prese a farlo scorrere lentamente sul suo corpo senza frenare né la danza, né il canto.
Gli animali erano fuggiti, rintanati nei loro buchi e saggiamente terrorizzati, lasciando così il dominio completo della radura alla giovane dai capelli color del vino e alla sua voce incantatrice.
Le fiamme divamparono bruscamente da sotto il calderone, e solo a quel punto, la ragazza si fermò. Afferrò saldamente il nero pugnale e premette forte la punta sulle sue carnose labbra finché non ne uscì una goccia di sangue vermiglio ,che raccolse delicatamente e buttò nella pentola.
La lama ridiscese lungo il suo collo in una lenta e pericolosa carezza sostando brevemente nel sottile solco tra i seni. Con un movimento fulmineo la ragazza si bucò i capezzoli e gemette dal piacere mentre raccoglieva le due rosse gocce e le gettava dietro a quella precedente. Il pugnale riprese il suo sinuoso viaggio scorrendo come acqua verso l'intimità della donna, dove restò qualche secondo a giocare con il sesso, per poi scendere verso il terreno come un gelido e nero serpente.
La giovane si accucciò, infilò la lama nel terreno e si penetrò con l'elsa. L'urlo squarciò il silenzio, un ruggito di dolore e di piacere infinito, mentre il sangue dell'ormai non più vergine fanciulla colava sulla terra nutrendola come fosse linfa.
Lei raccolse parte del suo piacere e dell suo male e lo immerse nel calderone:
"Signore del Caos risorgi. Io sono qui pronta per accoglierti. Vieni da me mio Padrone!"

La luna si oscurò mentre un fumo nero si liberava dal calderone. Piano piano la foschia prese forma, si condensò e si solidificò diventando un uomo. Aveva l'aspetto di un bellissimo vent'enne nel pieno della sua forza, fisico scolpito, spalle larghe, occhi scuri che mandavano bagliori. Ma ciò che colpiva maggiormente era il suo enorme membro, destinato a far impazzire di desiderio ogni donna che avesse avuto la sfortuna, o fortuna, di incontrarlo. Ma in quel momento il suo sguardo era perso negli occhi verdi della sua serva, che lo osservavano ammirata.
"Sei stata brava ancella, ho fatto bene a scegliere te. Ora vieni da me, lenirò il dolore del tuo corpo se mi soddisferai ancora" "Mio dio io sono qui per servirti, per compiacerti. Non ti deluderei mai mio Re. Fa di me ciò che vuoi" "allora inginocchiati e dimostralo" " è un'onore".
Con queste parole prese ad accarezzare il pene del Signore del Caos col labbro e macchiandolo del suo sangue. Lo ripulì subito con la punta della lingua e il sapore del liquido scarlatto unito a quello del membro di lui, le accese un fuoco dentro impossibile da estinguere. Accecata dal desidero avvolse il pene del dio nella sua calda bocca. Iniziò a muoversi vorace e profondamente alternando carezze, leccate, succhiate e movimenti veloci delle mani.
Con ogni affondo arrivava a tenerne sempre più finché il mento non toccò le palle del suo padrone e buona parte del membro non fu del tutto dentro la sua gola. A quel punto lui le prese la testa e a muoversi con estrema violenza e forza. La Ragazza soffriva, non respirava,eppure aveva un lago in mezzo alle gambe e sarebbe rimasta così per sempre, umiliata e sottomessa. Ma il suo amante non lo desiderava,quindi la buttò improvvisamente a terra, le salì sopra e serio le disse "questo farà male schiava" poi la prese in un colpo solo. La Ragazza urlò e graffiò l'uomo che per tutta risposta si eccitò ancora di più e prese a muoversi selvaggiamente, in modo animalesco e divino. Ormai il dolore era passato e lei continuava a bagnare il terreno grazie ai continui orgasmi che sconquassavano il suo corpo. Ma più ne aveva più ne voleva. "Padrone ti prego non smettere mai, prendimi per l'eternità" lui si fermò sconvolto "non posso farlo con te per sempre, io sono il Caos. Devo portare il mondo alla follia." "Allora mio Padrone guarda come la tua schiava porta te alla follia,cosi ogni volta vorrai tornare da me. Il mio sangue e il mio piacere scorrono dentro di te. Tornerai." Così dicendo ribaltò i ruoli e si mise lei al comando. Spinse a terra l'uomo, si posizionò a cavalcioni su di lui e dopo averlo guardato negli occhi, si penetrò iniziando una lenta cavalcata. I seni ancora sporchi di sangue raccoglievano lo sguardo del suo Signore " toccali, leccali, succhiali. Ti prego" disse lei portandosi le mani al petto e accarezzando gli oggetti di desiderio del dio. Lui non resistette e la attirò a se. Li baciò, li morse e li graffiò facendo sgorgare altro sangue che lui bevve avido. Il sedere della ragazza continuava a muoversi veloce sul pene dell'uomo provocandosi così tanti orgasmi che lui si trovò presto fradicio nelle parti più intime. Lei era trasportata in un mondo oscuro fatto di desiderio, di piacere e di potere. Le sensazioni provate erano così intense da provocarle dolore, ma sapeva che non si sarebbe fermata neanche per la Morte in persona.
In un atto totalmente istintivo la ragazza morse il collo del suo padrone e bevve avidamente il sangue più nero della notte che sgorgò dalla ferita. Si ancorò alle sue possenti spalle e sorseggiò quella terribile bevanda come fosse la cura di ogni male. Il dio ricevette una scarica di piacere tanto forte che gemette per la prima volta, prese la testa della ragazza e premendola ancora di più sul suo collo disse con voce arrochita "si. Bevi." È stato un momento di pura eccitante estasi. Nessuno dei due aveva mai provato una cosa simile e ne furono soggiogati.
In un lampo di lucidità l'uomo decise di far pagare alla schiava l'averlo reso succube del suo corpo. Prese il liquido del piacere femminile e si bagnò il dito per poi infilarlo nell'altro buco della donna. Lei staccò le labbra dal collo di lui e inarcò la schiena sorpresa, ma non si sottrasse come aveva pensato il suo Signore e questo lo fece molto arrabbiare ed eccitare al tempo stesso. Aveva scelto l'unica ancella tra mille che poteva essere al suo stesso livello, o quasi. Rimosse bruscamente il corpo della femmina dal suo e la costrinse a 4zampe. Lei era lì, totalmente nelle sue mani. Il sangue colava dalla bocca aperta e ansimante di lei, il candido sedere brillava fiero alla luce dei raggi lunari, i seni pendevano dal suo corpo come eleganti frutti pronti per essere colti e mangiati. La zona del piacere era liscia come quella di una bambina ed era una gioia e una tortura allo stesso tempo.
"Sarai punita" disse penetrandola nel fondo schiena con un solo forte colpo. Il dolore si propagò come un lampo e lei urlò con tutto il fiato che aveva in corpo. Ma ormai era fatta e lui sempre più arrabbiato ed eccitato si muoveva dentro di lei, come se volesse devastarle l'anima. Eppure la giovane si adattò molto in fretta iniziando a spiengersi verso il sesso dell'uomo per godere sempre più e sempre più a fondo. Lui le afferrò i seni, li tirava avanti e indietro seguendo il ritmo dei movimenti, facendo morire entrambi di piacere.
Ma ancora non bastava e così la sollevò in piedi rimanendo dentro di lei. Prese a toccarle furiosamente il clitoride, a accarezzarlo, a pizzicarlo e a tirarlo. Ora la ragazza non si muoveva più, era totalmente succube dal godimento e il padrone,vedendola finalmente e completamente in suo potere, venne gridando anche lui il proprio piacere.
Si accasciarono sul prato e alla luce dell'alba, il Signore del Caos scoprì di essersi innamorato di una sua ancella. Il caos era legato all'amore. Cosa sarebbe accaduto in futuro? Era un problema. Ma per ora voleva solo guardare la sua amata che sicuramente, dopo aver condiviso la notte della Rinascita, il piacere e il sangue con lui, aveva ottenuto straordinari poteri.
Era proprio curioso di scoprire quali.

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