Ho appena finito la terza media e sto per affrontare un grande passo: le superiori.
Finalmente mi sento libera e non penso più: "Come sarà l'insegnante che mi sentirà agli esami? Chissà se mi faranno delle domande? E se dimentico di dire qualcosa?
Mi vengono i brividi solo a pensarlo.
Però adesso ci sono altre domande che mi frullano nel mio pensieroso cervello: "Come sarà la nuova scuola? Come saranno i miei nuovi compagni? Farò molte amicizie?"
Col mio carattere pessimista credo che le amicizie le vedrò con il binocolo
A tutte queste domande che mi mettono molta ansia si aggiunge il pensiero di trasferirmi...
Eh già...devo trasferirmi tra tre mesi verso l'inizio di settembre...me lo sono dimenticato con tutte queste domande che mi frullano in testa.
Vado in una piccola cittadina della California, credo che si chiama...'Chino Hills' per un nuovo lavoro che hanno dato a mio padre.
I giorni passano molto velocemente e già si avvicina la data della mia partenza. Sento bussare alla porta della mia camera.
"Chi è" chiedo pensierosa.
"Sono io tesoro" dice mia madre entrando.
"Mamma..." Dico molto tristemente.
"Che c'è cara" dice sedendosi sul letto.
"Non sono sicura di voler partire" dico quasi piangendo.
"Perché" chiede mia madre guardandomi come se fossi una pazza.
"Perché non conosco nessuno e farò fatica a fare amicizia"
Lei mi guarda sbalordita.
"Ma come eri così felice all'idea che saresti andata nel posto che ami tanto" dice.
"Sì ma da un lato però non sono molto felice di passare tutto il tempo da sola a scuola"Dico.
"Non preoccuparti piccola ci saranno sicuramente persone che vorranno fare amicizia e poi ci sono le tue sorelle"dice accarezzandomi il braccio.
Ah sì...le mie sorelle...con tutto questo trambusto non le ho considerate.
Lei mi guarda come se mi ha letto nel pensiero e si mette a ridere.
"Forza Brit ora vieni ad aiutarmi con le valigie"
Io annuisco subito e la seguo.
Il tempo passa ancora più velocemente e siamo già arrivati agli sgoccioli della partenza.
La mia ansia continua a salire e non faccio a meno di pensare a che cosa succederà appena arriverò in quella nuova scuola.
Mio padre, visto che è ansioso, mette le valigie nella macchina già da ora.
Mancano ancora due settimane prima di partire.
Mi avvicino e lo sento borbottare.
"Meno male che ho questa macchinona sennò chissà come avrei fatto a portare queste valigie in America"
La mia macchina è molto capiente.
Ha due posti in più, perché noi siamo in cinque e un gigantesco portabagagli.
Inoltre, la mia casa non è molto grande, perciò le valigie sono poche e non contengono molte cose, solo dei vestiti, dei piatti e delle piccole cose di porcellana.
Abbiamo anche dei mobili smontabili che in uno scatolone c'entrano tutti.
In più, per mia madre e mio padre, sarà una passeggiata rimontarli perché loro amano fare queste cose, soprattutto io e le mie sorelle che, naturalmente, daremo una mano a sistemare la nuova casa.
Al resto ci pensano loro.
Passano tre giorni in cui finiamo di mettere dentro le nostre borse il cell e alcune cose da mangiare e da bere.
Arriva il giorno della partenza.
Io, le mie sorelle e i miei genitori saliamo tutti in macchina e partiamo.
Mentre raggiungiamo il porto di Londra per prendere la nave che ci porterà in America, mi addormento.***
Mi sveglio grazie alle grida di mia sorella Elly, la più piccola.
Deve iniziare la prima media.
Sono ancora molto assonnata e non so nemmeno come faccio a camminare.
Passa un po' di tempo e mi riprendo dal sonno.
Vedo i miei genitori che stanno parlando con il proprietario della nave che ci fa vedere la nostra camera.
Dopodiché ci lascia soli.
Sono già le 20:00 e dobbiamo andare a mangiare.
Io mi sento ancora molto stanche e, a causa dell'ansia, non ho voglia di mangiare.
Per riprendermi vado a parlare con mia sorella Jane, che è più grande di me.
"Sei in ansia per la scuola in America?" Mi precede.
"Si" dico pensierosa.
"Non preoccuparti anch'io ho passato ciò che stai passando tu il primo giorno di superiori, ma mi è passato subito perché ho fatto molte amicizie e non mi sono mai staccata da loro" dice abbracciandomi.
Dopo la frase che mi ha detto l'ansia sembra essere scappata per sempre e non so nemmeno più cosa significhi avere l'ansia.
No vabbè non esageriamo.
In quel momento qualcuno bussa alla nostra porta.
"siete la famiglia Miller?"
"Si" risponde mio padre.
"È ora della cena" dice.
Noi usciamo dalla nostra camera e il signore, che poco prima ha bussato alla nostra porta, ci da le chiavi della cabina.
È vestito molto elegante.
Abbiamo appena finito di mangiare e siamo già tutti in pigiama pronti per andare a dormire.
Non ho voglia di svegliarmi domani mattina sapendo che siamo già quasi arrivati in America.
Fra poco dovrò anche andare a scuola lì.***
Suona la sveglia...
Mi alzo di scatto e per un attimo ho dimenticato di essere sulla nave che porta in America.
"famiglia Miller siete attesi nel ristorante della nave per fare colazione" dice quell'uomo che ieri ci avvisò della scena, bussando alla nostra porta.
Riconosco la sua voce.
"Va bene arriviamo" grida mio padre.
Finiamo di fare colazione e andiamo un po' fuori per goderci il sorgere del sole.
La giornata passa molto in fretta, come le altre e arriva già la sera.
Gli altri giorni passano esattamente come questi tranne l'ultimo...
Per tutto questo tempo sono stata molto rilassata sulla nave, grazie al consiglio che mi ha dato mia sorella precedentemente, ma mi viene in mente che devo passare un anno in una scuola che non ho mai visto e mai conosciuto in tutta la mia vita e mi ritorna l'ansia che mi sembrava essere scomparsa per sempre.
Quando scendiamo dalla nave vedo davanti a me un paesaggio veramente stupendo.
L'America è davvero meravigliosa.
Scendiamo dalla nave con la macchina e, dopo dieci minuti, arriviamo di fronte la mia nuova casa.
Entro e vedo uno spazio molto ampio.
A sinistra, vicino la porta d'ingresso, vedo la cucina molto arredata già con tavolo e sedie.
Di fronte a me vedo un ampio salone con un divano e alla mia destra vedo delle scale a chiocciola che portano alla mia nuova camera ed affianco ad essa c'è quella di mia sorella Elly e quella di mia sorella Jane.
A destra ci sono due bagni, uno lo useremo io e le mie sorelle e l'altro i miei genitori.
È davvero una bellissima casa.
Vicino ad essa non ci sono molte case.
Forse in una di quelle ci abita qualcuno che sta nella scuola dove dovrò andare io..
Arriva la sera e vado a dormire.
In questi giorni, prima di andare a scuola, aiuto i miei genitori a mettere a posto la casa e, in meno di una settimana, finiamo già di completare il lavoro.
Ora posso prepararmi per la nuova scuola.
Arriva il giorno maledetto mi sveglio alle 6:30 e mi preparo subito.
Io e le mie sorelle usciamo da casa e arriviamo a scuola.
Sembra molto carina e spaziosa mi da l'impressione di non avere problemi...ma non è così..

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GLI OPPOSTI SI ATTRAGGONO. #wattys2017
Roman d'amour[IN REVISIONE] Frase dal libro: "...Ma dove siamo arrivati da due ragazzi che si picchiavano a due ragazzi che si amano" dico. "Beh...lo sai no...gli opposti si attraggono" dice. (COMPLETATA)