Racconto Breve

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Il freddo sferzava le finestre come colpi di frusta mentre, all'interno,  la professoressa spiegava la lezione di fronte ai suoi alunni. Il vento ululava come se fossero lamenti di una persona piegata dal dolore.
Mark era con lo sguardo fisso su due ragazzi che erano seduti vicini, quasi a sfiorarsi. La stanchezza si posava sui loro corpi come cenere, mentre la voce della professoressa era come una cantilena soporifera.
I lineamenti di Mark erano tesi,  un ghigno era disteso sulle sue labbra. Odiava la presenza di quel ragazzo dagli occhi azzurri, di nome Andrea, vicino alla ragazza per la quale provava una forte attrazione. I suoi occhi penetravano la schiena di Andrea e, se avessero potuto avere consistenza fisica, lo avrebbero trafitto come lame, fino a farlo dissanguare goccia dopo goccia, in una lenta agonia del quale Mark avrebbe tratto tanto piacere.
All'esterno il buio inghiottiva la luce che veniva proiettata dai lampioni. La lezione volgeva al termine e gli studenti si preparavano ad uscire, indossando le loro giacche per proteggersi dal freddo. Tutti uscirono dopo aver salutato i propri compagni e l'insegnante. Andrea si accese una sigaretta aspirandone il fumo amaro che scorreva contro il palato.  Amanda e Andrea si avviarono verso la loro macchina per tornare a casa. Il buio li inghiottì mentre percorrevano una via poco illuminata. Ridevano e scherzavano finalmente liberi di tornare a casa. Il lunedì era sempre così: un giorno stancante per entrambi fra turni di lavoro estenuanti e il corso serale. Le fronde degli alberi si piegavano come se fossero mani protese per ghermirli e ad Andrea venne in mente una frase de "Il signore degli anelli":
Un Anello per domarli, un Anello per trovarli,
Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli.
Non immaginava neanche che una forza antica e folle si nascondeva nel buio per ghermirlo e incatenarlo.
Una volta saliti in macchina, Amanda accese il riscaldamento e, fra un bacio e l'altro decisero di avviarsi per tornare a casa.
I fari della macchina saettarono e fendettero il buio come lame. Sembrava che il buio fosse tessuto che veniva squarciato dalla luce. Si avviarono lentamente immettendosi sulla strada principale che portava a casa loro.  Vivevano insieme da un anno ormai e stavano bene insieme. Si erano trovati proprio a un corso di aggiornamento per il lavoro che svolgevano, erano usciti diverse volte per conoscersi e la scintilla era scoppiata. Proprio a questo pensava Andrea quando sentì la mano di Amanda arpionargli il ginocchio di scatto. Andrea seguì lo sguardo di Amanda. A guardarli, dall'altra parte della strada c'era Mark, il collo leggermente piegato verso la sua destra, gli occhi carichi di follia a vederli ancora insieme. Mentre i loro occhi si incontravano ai due ragazzi sembrava di essere attraversati da un turbinio di brividi gelidi come lame che si conficcavano nelle loro carni. Mark distese le labbra in un ghigno sapendo l'effetto che provocava negli altri.
Amanda accelerò per sfuggire da quello sguardo ancora conficcato nella schiena. Arrivarono a casa e lei era ancora scossa mentre Andrea cercava di calmarla.
《Dai Amanda anche a me ha fatto veramente un effetto terribile quello sguardi folle, ma ora non preoccuparti. Saliamo su a casa e ci facciamo una bella doccia e andiamo a dormire.》

Mark vide la macchina parcheggiata sotto la loro casa. Sapeva dove abitavano, era da tempo che li seguiva. Il vento frustava le sue guance, acuminato come rasoio. La sua divisa da poliziotto gli stava a pennello. Era vestito tutto di nero, con i vestiti che aderivano al suo corpo. Solo che al posto della pistola,  in una fondina, teneva una lama da macellaio. Per lui il divertimento iniziava solo ora. Sentiva il piacere attraversare i suoi muscoli, l'adrenalina che scorreva dentro di lui.  Ruppe la finestra che dava sul retro della casa e, una volta entrato si trovò in cucina. Sentiva delle risate provenire da qualche stanza al di là del corridoio e si muoveva in quella direzione, lentamente, cercando di non fare rumore. La lama, fredda, sembrava bruciargli la pelle con il suo gelo. Mark non vedeva l'ora di intingerla nel sangue caldo. Da troppo tempo aspettava questo momento. L'odio in lui, non poteva essere più trattenuto nel suo corpo. Era da tempo che li aveva adocchiati, anzi aveva adocchiato Lei. Lei che gli è stata portata via da quel bastardo dagli occhi blu. Ma ora, una volta per tutte l'avrebbe pagata cara. Sfilò la lama dalla fondina che riceveva i riflessi di una luna argentea che, in questa notte, si sarebbe tinta di rosso.

《Amore, vado a prendere un po' di patatine. Ho troppa fame》 disse Andrea mentre Amanda si preparava ad entrare sotto la doccia. Ogni volta che posava gli occhi sul suo corpo nudo, Andrea voleva prenderla fra le mani e farla urlare di piacere. Voleva stringere la sua carne fra le dita e possederla contro il muro mentre l'acqua frustava la sua schiena. Affondare in lei e desiderare quella morte temporanea dopo il lungo amplesso del loro rapporto sessuale. Questi erano i pensieri di Andrea mentre entrava in corridoio, al buio perché ormai conosceva quella casa ad occhi chiusi. Una volta arrivato in cucina, iniziò a controllare i vari cassetti finché non trovò quello che cercava.  Pregustava già il sapore del cibo sulla lingua.
Un ombra silenziosa ghignava  dietro Andrea. Se si fosse girato in quel momento avrebbe visto una striscia bianca che erano i denti di Mark.
Mark distese il braccio dietro di sé,  impugnando quella che sembrava una mazza da baseball trovata chissà dove nella casa. Il suo colpo partì impattando contro la nuca di Andrea facendolo crollare a terra come se fosse un pupazzo inanimato.

Mark trascinò il corpo di Andrea, in camera da letto, e legandolo su una sedia in attesa di veder varcare la porta da Amanda.  Pregustava già la paura che l'avrebbe immobilizzata. Le avrebbe fatto passare l'inferno.

Amanda chiuse l'acqua,  tamponandosi i capelli umidi con un asciugamano. Si asciugò e iniziò ad indossare un intimo nero di pizzo. Voleva fare l'amore con Andrea sorprendendolo entrando in intimo sexy. I suoi piedi nudi, si posavano sul parquet, silenziosi. Un brivido freddo l'attraversò come una scarica elettrica, ma non voleva dargli peso. Forse era il suo inconscio che l'avvisava oppure quel istinto di sopravvivenza che tutti abbiamo dentro di noi. La luce in camera era spenta, ma Amanda pensò,  delusa, che Andrea fosse andato a dormire. Varcata la porta si sentì prendere da dietro. Una mano le chiuse la bocca. Senti un odore pungente invaderle le narici mentre percepiva che le forze la stavano abbandonando accasciandosi fra quelle braccia sconosciute.

Mark fece sedere Amanda di fronte ad Andrea. Entrambi svenuti sembravano dei burattini abbandonati senza più la mano esperta del burattinaio che li guida.

Il primo a svegliarsi fu Andrea,  il quale cercò di forzare le corde per liberarsi. Sentiva la corda mordergli i polsi, bruciavano mentre sfregavano contro la pelle. Voleva liberarsi, voleva cercare di salvare almeno Amanda.  Non vedeva nessuno in camera e pensava che fosse soltanto una rapina, per fortuna. La nuca gli doleva e si guardò in giro voltando il viso verso il letto. Si raggelò. Un corpo era disteso. Un viso che lo guardava  divertito.
《Ti sei svegliato finalmente!》 Disse una voce roca, carica di odio da far venire i brividi.
Gli occhi su quel viso, nascosto dal buio, luccicavano di follia. Andrea notò che la figura aveva in mano un coltello che accarezzava piano.
《Spero che hai giocato abbastanza con Lei, perché ora tocca a me giocare con voi》. Mark si passò la lingua sulle labbra mentre guardava Amanda con quel intimo sexy addosso. Non si aspettava di certo che proprio in questa serata così tinta di rosso, avrebbe raggiunto un piacere così grande. I suoi occhi accarezzavano le sue curve. Si avvicinò a lei e le accarezzò, dolcemente, una guancia.

《Lasciala stare pervertito! !!》 L'urlo di Andrea fece ridere Mark.
《Altrimenti? Ti alzi e me le dai di santa ragione?》 La risata di Mark riecheggiò nella stanza svegliando Amanda. Lei era spaesata con gli occhi fissi su Andrea, di fronte a lei, legato.
Mark avvicinò il coltello a Andrea poi si girò verso Amanda sentendo che era sveglia.
《Bentornata dal mondo dei sogni, piccola! Il tuo ragazzo ci offrirà un bel spettacolo, ora!》
La lama accarezzava, lentamente e con delicatezza, la pelle di Andrea. Mark incurvò la lama cosicché il bordo tagliente incise la pelle, facendo scorrere delle gocce scarlatte sul torace di Andrea. L'odore del sangue lo inebriava e si gustava quel piacere delizioso.
《Ti consumerò fino all'ultima goccia.》 Sussurrò il pazzo vicino all'orecchio di Andrea. 
Premette la lama nella pancia di Andrea mentre Amanda urlava a squarciagola. Il sangue iniziò a traboccare, sgocciolando sul parquet.
《Che ne dici dello spettacolo Amanda? È di tuo gradimento?》 Il ghigno incorniciava quel viso folle mentre le parole gli uscivano da quelle labbra da demonio.
《Ti prego lascialo stare, farò qualsiasi cosa ma lasciaci  andare..ti supplico.》 Amanda supplicava Mark la fissava solo con quel sorriso folle dipinto sulle labbra come uno squarcio.
Per risposta prese i capelli di Andrea e tirò indietro la sua testa recidendo la gola. Un zampillo di sangue esplose verso Amanda schizzandole il viso. Lacrime iniziarono a mischiarsi al sangue di Andrea,  mentre la ragazza crollava svenuta.

Mark decise di risparmiare Amanda e la lasciò accasciata sulla sedia. L'aveva punita abbastanza.

L'assassino di ADove le storie prendono vita. Scoprilo ora