Prologo

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Sbatto leggermente le palpebre, cercando di mettere a fuoco la vista, anche se non riesco a tenere gli occhi aperti per più di due secondi.                                                         É come se pesassero un quintale. E poi la mia testa, cavolo quanto fa male.
Lentamente apro gli occhi, e mi guardo attorno per quanto possibile.   << Oh mio... >> esclamo di colpo, accorgendomi dell'enorme chiazza rossa sulla maglietta e del sangue che continua a fuoriuscire.
Ma che diavolo mi é successo?
Non ricordo nulla, maledizione. Vedo solo una sedia a terra ribaltata, e un coltello sporco di sangue.
Alla loro vista come dei flash appaiono brevi immagini di ciò che é successo.
Un uomo che mi teneva ferma minacciandomi con un coltello, altri uomini che facevano strane domande e poi mio padre che mi ordinava di scappare....un momento, PAPÀ!
Dov'è finito?
La stanza è completamente buia e non sento e vedo nulla, se non il rumore assordante della pioggia e i lampi che illuminano per pochi secondi la stanza.
Devo trovare mio padre, devo alzarmi ma la ferita fa dannatamente male.
<< Papà! >> urlo più volte pregando di ricevere una risposta.
<< Papà dove sei??? >>
Ad un certo punto sento un leggero lamento alle mie spalle: mio padre é steso a terra, in un lago di sangue.
Provo ad alzarmi in piedi ma sono veramente debole, così mi trascino fino a lui.
<< Papà, papà ti prego apri gli occhi  >> dico scuotendolo più volte e finalmente li apre.
<< Ruth, bambina mia... m-mi dispiace così tanto.....io v-volevo solo p-proteggerti >> balbetta con la bocca piena di sangue.
Do uno sguardo alla sua ferita, e sembra davvero grave e profonda. Provo a tamponarla con le mie mani ma nulla, il sangue continua a fuoriuscire.
Dai suoi occhi gonfi, colmi di dolore e di preoccupazione, scende una lacrima che li bagna la guancia, anch'essa gonfia. Dio, chi può averci fatto una cosa del genere?

<< Papà ti prego, devi resistere. Io non posso farcela da sola, io e Miki abbiamo bisogno di te >> dico tra le lacrime.
Porta la sua mano sul mio viso e mi accarezza la guancia.
<< Oh piccola mia...sii f-forte...ti voglio bene>>
Emette un ultimo respiro, poi più nulla. La sua mano scende sul suo fianco e i suoi occhi si abbandonano alla morte.
<< Papà ti prego non lasciarmi anche tu! >> grido disperata stringendomi al suo corpo inerme.
All'improvviso sento il suono delle sirene della polizia, ma é troppo tardi ormai. La ferita alla pancia non smette di sanguinare e sento che le forze mi stanno abbandonando.
<< Anch'io ti voglio bene papà >> sussurro mentre mi lascio avvolgere dal buio della notte.

Il coraggio di vivereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora