Traccia #1

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La pioggia. Quel capannone. Esco dalla macchina.

LUCE

"Conti ferito le cose che non sono andate come volevi, temendo sempre e solo di apparire peggiore di ciò che sai realmente di essere". Non posso farne a meno di pensarci, di ricordare quando tutto è iniziato. Quando la vita ha deciso di andarmi contro, di annientarmi. Quella vita che ho sempre amato, quella vita che tante volte è stata la salvezza di molti, per molti. Che sia stata davvero la vita? E cos'è questa vita? No, non devo ricaderci, non devo continuare a farmi queste domande, queste domande che mi rendono solo più forte. Ho smesso di essere l'eroe, ho smesso di valere. Tanto tempo fa ormai.

BUIO

Quel viale fangoso. Quella porta. Entro.

LUCE

"Conti precisi per ricordare quanti sguardi hai evitato e quante le parole che non hai pronunciato per non rischiare di deludere". Quanto mi sono odiato, quanto ho potuto odiare gli altri. Avevo la serenità, avevo la felicità. Una notte, una distrazione per perdere tutto quello per cui faticosamente si combatte e si cerca di ottenere nella vita. Un attimo prima parole, risate, quel suono dolce che era la sua voce, quelle mani calde che accarezzavano il suo viso ed il mio. E poi? Poi più nulla. O forse no, forse tutto. La consapevolezza, la disperazione, la distruzione, la vergogna. Sentirsi impotente, incapace di vivere.

BUIO

Il freddo. Il buio. Apro il borsone.

LUCE

"La casa, l'intera giornata, il viaggio che hai fatto per sentirti più sicuro, più vicino a te stesso. Ma non basta, non basta mai...". Quei piccoli isolotti di piattezza in quell'oceano di tristezza e dolore. Mia madre che cerca di tirarmi su. Mia madre , una grande donna. Stare in quella casa a me familiare mi ha aiutato, mi sembrava di ritornare bambino, quando tutto questo male era lontano, era impensabile. Anche andare da mia sorella a Londra è stato utile. Utile però è una brutta parola, eppure è ciò che è stato. Niente gioia, niente sorrisi. Neanche finti. Volevo cercare di ritrovare me stesso ma mi sono reso conto che è impossibile quando ciò che hai perso non è solamente te stesso, ma anche la ragione per ritrovarti. Ho perso tutto.

BUIO

"Scivoli di nuovo e ancora come tu fossi una mattina da vestire e da coprire. Per non vergognarti scivoli di nuovo e ancora..."

BUIO

Quella sedia. Quella corda. Faccio un nodo.

LUCE

"Torni a sentire gli spigoli di quel coraggio mancato che rendono in un attimo il tuo sguardo più basso e i tuoi pensieri invisibili". Quante volte sono già venuto qui e non ci sono riuscito? No, questa volta sarà diversa. Le altre volte erano solamente delle prove, per vedere fino a che punto la mia malattia sapesse spingersi oltre. Che poi malattia non è. Io non sono malato, anzi. Sono così sano da voler solamente vivere, vivere come io volevo, come mi è stato negato qui su questa terra. Sì, è così che devo pensarla. Pochi attimi per riavere tutto quello che ho sempre desiderato. Ecco dove si trova la vita di cui parlavo prima. Non mi ha mai abbandonato.

LUCE

"Torni a contare i giorni che sapevi non ti sanno aspettare. Hai chiuso troppe porte per poterle riaprire. Devi abbracciare ciò che non hai più". Devo abbandonare questo posto. I miei genitori mi capiranno, mi perdoneranno. Anche mia sorella e i miei amici. Si devo. Devo andare da loro, glielo devo.

BUIO

Quel gancio. Quel soffitto. Lego la corda.

LUCE

"Ed il tuo sorriso trattenuto e dopo esploso per volerti meno male. Ma non basta, non basta mai...". No. No, che sto facendo? Come posso pensare di abbandonare tutto questo, come posso pensare di andarmene di qui. Glielo avevo promesso, glielo avevo giurato. Eravamo piccoli certo, non ci credevamo neanche noi ma c'è, c'è questo dannato giuramento. Mi sembra di sentire ancora la sua voce, le sue parole. È qui. Dove sei amore mio. Dove sei Chiara. Marco, sento il tuo pianto. Marco dove sei. Sono io, sono papà. Vi raggiungerò, sto arrivando.

BUIO

Quella fotografia. Quel ricordo. Salgo sulla sedia.

LUCE

"E non vuoi nessun errore, però vuoi vivere. Perché chi non vive lascia il segno del più grande errore".

Cos'è sbagliato, cos'è giusto. Come vorrei saperlo, come vorrei aver avuto il tempo di capirlo. Credere nella libertà? No, non posso farlo. Non ho scelto io quel giorno che Chiara e Marco morissero. Non ho scelto io che la macchina sbandasse, che perdessi il controllo. Non l'hanno scelto loro. Allora chi è. Chi ama veder soffrire l'uomo. Chi ama voler spezzare una giovane vita come quella di Chiara. Chi ama veder il piccolo corpicino del mio Marco schiacciato sotto il peso dei sedili, inanime su quel terreno fangoso di quella notte piovosa, con gli occhi sbarrati, che ti fissano e ti chiedono il perché. Chi può voler tutto questo. E perché io sono qui. Perché ha scelto solo loro. Perché per me ha scelto questa lenta e straziante morte quotidiana. Perché non ha preso anche il mio corpo. Perché ha lasciato che la mia anima si prosciugasse così. Ma so che non è questo il punto. Ora il punto è capire gli errori, è capire se sono stato un pessimo uomo, un pessimo figlio, marito, padre. È capire se abbia meritato tutto questo, se tutti meritiamo di soffrire in qualche modo. Se adesso stia commettendo un altro errore cercando di alleviare le mie pene, di velocizzare quella che è l'essenza di ogni uomo, la morte.

Io non volevo sbagliare, io non volevo farli morire. Non volevo. Volevo vivere, volevo vederlo crescere, volevo vederci invecchiare. Andare al mare, in montagna, comprare un cane e insegnargli a guidare. Volevo portarla a Parigi, New York, Tokyo. Volevo vedergli indossare il grembiule, lo zainetto, la corono d'alloro. Volevo litigare con lei, volevo far pace con mille rose rosse. Volevo guardarlo negli occhi il giorno del suo matrimonio, augurargli tutto il bene del mondo, donargli tutta la mia vita. Volevo vederli vivere.

BUIO

Quel nodo. Quei pensieri. Infilo la testa.

BUIO

Quella vita. Quelle vite. Un colpo alla sedia, cade.

"Scivoli di nuovo

E ancora come tu fossi una mattina

Da vestire e da coprire

Per non vergognarti

Scivoli di nuovo e ancora

Come se non aspettassi altro

Che sorprendere le facce

Distratte e troppo assenti

Per capire i tuoi silenzi

C'è un mondo di intenti

Dietro gli occhi trasparenti

Che chiudi un po'

Che chiudo un po'..."

LUCE

Fine.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 22, 2016 ⏰

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