《Prima richiesta》

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C'era un caldo afoso. Eravamo al culmine della stagione più calda: l'estate. Infatti indossavo solo una maglietta lilla larga senza maniche, dei pantaloncini jeans e delle scarpe normalissime. In realtà non sapevo che marca fossero. Non ero molto informata sulle mode, mi bastava che ciò che compravo mi piacesse.
Non c'era nessuno in strada e potevo capirlo. Andai da un gelataio ancora aperto e comprai un gelato al gusto stracciatella e banana. Di solito prendevo il Puffo, ma era finito. Il signore mi sorrise e me lo porse, io lo presi e tornai verso la strada di casa mia guardandomi in giro. Nonostante abitassi qui fin dalla mia nascita non conoscevo bene il mio paese, perché tutto continuava a cambiare. Ad esempio: che ci fa un numero telefonico scritto a mo' di graffito sul muro di casa mia?!

"Dio a domicilo! Chiamate il 090 XXX ##3"

Prima non c'era e se lo scoprisse mia madre mi ucciderebbe. Presi il cellulare con la mano sinistra, cosa molto difficile per me essendo destra. Composi il numero e aspettai guardando il gelato che si stava già sciogliendo.

《Grazie per aver chiamato a questo numero! Yato! Dio a domicilio. Per cosa posso esserle utile?~》Una voce maschile dall'altra parte del telefono.

《"Qualcuno" ha sporcato il muro di casa mia con della vernice.》Risposi trattenendo la rabbia e la preoccupazione.

E poi che soprannome è "Dio"? Doveva essere un tipo davvero vanitoso... Vidi una luce ingrandirsi. Credevo che il sole mi stesse facendo brutto effetto. Sarebbe stato più normale che ritrovarsi un ragazzo davanti mentre prima non c'era neanche la propria ombra.

《COME SEI COMPARSO?!》Urlai così tanto che il gelataio, da ormai molto lontano, si affacciò a vedere, ma notando che a parte dei normalissimi ragazzi non c'era nient'altro di strano, tornò dentro.

Indicai a Yato il muro e lui guardò nella stessa direzione. Era palesemente confuso. Cosa c'era di strano? Dopotutto era stato lui a macchiarlo. Il numero era suo, no?

《Dov'è il graffito che devo ridipingere?~》

Mi feci un facepalm che si poteva sentire in tutto il quartiere.

《H-hei perché ti sei tirata uno schiaffo?》Chiese preoccupato.

《Lascia perdere. Il tuo numero, quello che hai scritto. È sul muro di casa mia e devi levarlo!》Spiegai con un po' troppa durezza, visto che lui fece una faccia da agnellino.

《Ma a me quel numero scritto lì seeeerve~》Borbottò cercando di farmi cambiare idea. Cosa era, un bambino?

Presi dal borsellino cinque yen e glieli mostrai. Un "Dio" dovrebbe accettare con piacere questa monete.

《Neanche con questo?》

Lo mossi da un lato verso l'altro e il Dio lo seguiva con lo sguardo come fa un gatto con una lucetta.
Li prese dalla mia mano, li fece saltare e li riprese al volo, facendo un sorriso che non mi aspettavo.

《Va bene! Una richiesta è pur sempre una richiesta!》

Andò verso il muro e gli comparsero nella mano un pennello e della vernice.
Non sapevo cosa pensare, per cui lo seguii soltanto.
Si mise un fazzoletto sul viso e iniziò a ridipingere il muro. Io invece mi sedetti in un punto dove non potevo disturbare. Mi veniva quasi da chiedergli se volesse una mano, perché forse ero stata troppo dura.
Sembrava che il tempo si fosse fermato e che lui fosse l'unico a muoversi, e non era poi così difficile da immaginare in questo paesino desolato.

《Hei.》Esclamò.

Ero così incantata nel guardarlo e pensare, che non mi accorsi che aveva smesso di dipingere, si era avvicinato e piegato leggermente per guardarmi negli occhi.

《C-cosa c'è?》Risposi.

《Si è sciolto.》

Lo guardai perplessa.

《Il gelato si è sciolto.》Lo indicò e guardai nella direzione.

Il mio gelato si era sciolto! Ce l'avevo in mano e mi ero scordata.

《EEEEHH?!》

Lui scoppiò in una fragorosa risata.

《AHAHA CHE STUPIDA!》

Mi alzai ignorando di aver fatto cadere per terra tutto il succo che era finito dentro il cono.

《F-FINISCILA DI RIDERE E CONTINUA IL LAVORO!》Sbottai arrabbiata e imbarazzata.

Pochi minuti con un Dio e già a prendermi in giro. Iniziai a borbottare a bassa voce, ma doveva averlo notato perché l'avevo visto sorridere in modo diverso, prima che si rimettesse la mascherina.

Noragami || Seven days to happinessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora