i. But i'm forever missing him

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Well I've lost it all, I'm just a silhouette,
I'm a lifeless face that you'll soon forget,
My eyes are damp from the words you left,
Ringing in my head, when you broke my chest.

La città sembrava tranquilla per una volta. Il sole stava lentamente calando e sembrava il momento perfetto per un volo radente sui tetti delle case.

Era questo quello a cui pensava Alessio, mentre un'altra ragnatela usciva dal suo polso e andava ad attaccarsi al palazzo di fronte.

"Dannato Spider-man" gli urlò dietro qualche vecchietto, mentre lui volava radente sopra la sua testa.

Per fortuna, almeno stavolta, si era ricordato di mettersi la tuta e la maschera, o sarebbe stato a dir poco sconveniente.

Lui e la sua stupida curiosità, lo avevano portato ad aprire la porta di quella dannata stanza. E dire che i numerosi cartelli di pericolo avrebbero dovuto dargli un indizio su come sarebbe potuto andare a finire.

Morso da un dannato ragno radioattivo, ecco come era finita.

Ben presto, si era ritrovato con poteri inspiegabili. Ma una tuta di spandex aveva fatto in modo che nulla andasse perduto.

Questa era stata la nascita di Spider-man, il super eroe che tutti volevano. Beh, fatta eccezione per i poliziotti.

E tutto grazie alla sua assurda abilità di volare tra i palazzi della città sparando ragnatele dai polsi, o quella di poter sentire se un uomo starnutiva anche a km di distanza.

Il tutto unito a una dose di sana sfiga.

Ma nemmeno i suoi sensi di ragno lo avrebbero mai preparato a chi stava per incontrare.

Ci sono persone che fanno parte della tua vita, te la completano, ma in un modo o nell'altro scompaiono lasciandoti li.

Come appeso a una ragnatela.

Questo era stato per lui Gennaro Raia.

And if you're in love, then you are the lucky one,
'Cause most of us are bitter over someone.
Setting fire to our insides for fun,
To distract our hearts from ever missing them.
But I'm forever missing him.

Agli occhi di tutti era il rampollo più invidiato della città, erede di un vero e proprio impero. Per lui era semplicemente il bambino emaciato con cui scorazzava per i corridoi della Oscorp insieme a lui, quando suo padre , prima di morire, lavorava per il padre di Genn.

Dio, forse aveva persino contribuito a fondarla quella dannata azienda.

In quanto a Gennaro, era stato quanto di più vicino avesse mai avuto a un miglior amico, durante la sua infanzia.

Questo almeno fino agli 11 anni, quando lo mandarono in collegio.

"Però promettimi una cosa" gli aveva chiesto.

"Qualunque cosa"

"Che rimarremo amici per sempre"

E non si poteva dire che non ci avessero provato. C'era stato uno scambio di lettere per un qualche tempo, Genn era tornato per le feste e Alessio era andato a trovarlo nelle vacanze estive.

Ma ben preso, entrambe avevano semplicemente perso interesse l'uno nell'altro.

Ora Genn se ne stava li, con un paio di orribili occhiali arancioni e una ancora più orribile giacca color senape, mentre dava disposizione ai suoi camerieri che gli stavano scaricando le numerose valigie e nel mentre si accendeva una sigaretta.

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