Capitolo 3

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Mi avvio al portone principale e lo apro con rapidità.
"Auguri Rose!!" Urlano i miei migliori amici, facendomi fare un balzo, e corrono ad abbracciarmi. Mia madre si avvicina, dati i rumori sentiti e accoglie Annabelle e Henri, invitandoli a prendere un pezzo di torta. Io, Anne e Henri ci scambiavamo occhiate complici e risolini. Henri mi stava volgendo il suo sorriso più bello, era così bello che era impossibile non incantarsi. Proseguiamo verso la cucina a passo svelto, visto il ritardo e troviamo seduti attorno al tavolo Cédric e mio padre, intento a leggere il giornale. Una volta entrati in cucina, mio padre volge lo sguardo verso di noi e inizia a sbandierare un sorriso sghembo, si alza e viene ad abbracciarmi: "Tanti auguri tesoro". "Grazie papà" rispondo contenta che mio padre volgesse le sue attenzioni verso di me. Annabelle e Henri fanno gli auguri a Cédric, il quale non faceva che fissare la torta al cioccolato posta al centro del grande tavolo. Mia madre prende un coltello e lo avvicina alla torta: "Visto Cédric? Un po' di attesa non fa male a nessuno", dice Aurélie tagliando una prima fetta e dandola al figlio prediletto e, in seguito, inizia a dispensare le altre fette per tutti i componenti della famiglia. I miei genitori e Cédric iniziano a discutere sugli ultimi preparativi da fare per la grande serata, i miei amici mangiano la torta con gusto controllando, ogni tanto, l'orologio appeso al muro della cucina. Il clacson di una macchina mi sveglia dai miei pensieri...Accidenti! Avevo dimenticato il padre di Anne! Schiocco un bacio sulle guance dei miei genitori e di Cédric, il quale aveva deciso di evitare di andare a scuola per andare ad acquistare il vestiario da indossare la sera. Usciamo di fretta dalla casa, ci avviamo verso la macchina del padre di Anne e, dopo esserci scusate per il ritardo, partiamo per la scuola. Non ho mai amato particolarmente la scuola, sarà che odio svegliarmi presto o che non sopporto alcuni dei miei compagni o i professori o lo studio in generale. Faccio il possibile per rimanere al di sopra della sufficienza, per non dare dispiaceri ai miei genitori, ma loro non si accorgono che lo faccio per loro, perché comunque le vere soddisfazioni le dà Cédric, quindi non penso che sarebbero così delusi se prendessi qualche insufficienza ogni tanto. La mia classe é divisa in vari gruppetti, io non sopporto i 3/4 della classe e l'unico quarto che sopporto é composto da me, Anne, Henri e Maxence. Cédric non é nella mia classe, lui appartiene ad un'altra sezione. Il resto dei miei compagni é formato da:
- ragazzi che cercano di apparire "alla moda" disprezzando gli altri;
-ragazze (o meglio galline) che si preoccupano solo della loro apparenza al fine di attirare l'attenzione dei ragazzi del primo gruppo;
- ragazzi intelligenti che dedicano le loro giornate a curare la loro media scolastica piuttosto che la loro vita sociale;
- infine ci siamo noi, i normali del gruppo.
Mi sono sempre definita una ragazza normale, non ho talenti particolari, non ho peculiarità fisiche evidenti, non sono particolarmente sociale ma neanche asociale, vivo il mio essere il maniera libera e, contemporaneamente a ciò, omologata al resto del mondo; non sono unica, non sono diversa, sono un granello di sabbia comune, come tutti gli altri.

La giornata a scuola si é svolta in maniera assolutamente normale, i miei compagni mi hanno fatto gli auguri, aspettandosi che portassi i dolci, ma le loro aspettative non si sono concretizzate, non credevo ci fosse necessità di festeggiare in loro compagnia. Mi trattano male o mi ignorano per tutto l'anno e poi si aspettano che porti i dolci per loro. Strano eh! Senza contare che la professoressa di italiano ha deciso di interrogarmi, io ho cercato di spiegarle che era il mio compleanno, aspettandomi un trattamento di favore, lo ammetto! Ma ha ben deciso di interrogarmi e di regalarmi un 6-- come regalo di compleanno, dicendo che avrei meritato anche meno. Grazie bastarda :)
La giornata é sì cominciata con una torta al cioccolato ma il proseguimento non é dei migliori eh! Spero che almeno la serata vada per il meglio e che non ci siano imprevisti.
Una volta giunta a casa, mi accorgo che i miei genitori e Cédric non sono ancora tornati, si saranno sicuramente fermati a pranzo nel ristorante vicino al centro commerciale, dimenticandosi di me che non ho neanche le chiavi per entrare. Mi siedo nel gradino vicino al portone di casa e appoggio lo zaino sulle ginocchia, cercando disperatamente il cellulare... ma niente! Non riesco a trovarlo! Cerco meglio nella tasca posteriore dello zaino e in quelle della giacca e del pantaloni, ma niente, riesco a trovare solo due caramelle, che mi ha regalato mia nonna quando ci siamo viste. Accidenti! L'avrò sicuramente dimenticato nella macchina del padre di Anne, quando ha riportato a casa me e Henri. Comincio a girare intorno alla casa, cercando disperatamente un'altra entrata, magari una finestra aperta o una chiave di riserva, ma niente da fare. Controllo l'orologio da polso, che segna le 13:35. Non posso neanche andare ad aspettare i miei da un amico perché Henri e Anne abitano piuttosto lontano da casa mia e impiegherei più tempo ad arrivarci che ad aspettare i miei sbadati familiari. Pertanto decido di sedermi sul gradino dinanzi al portone ad aspettarli, sperando che tornino il prima possibile.

14:32
I miei genitori non sono ancora tornati, il sole é coperto da qualche nuvola, spero che la situazione migliori altrimenti potrebbe iniziare a piovere. Fortunatamente sul portone c'é una tettoia, piccola ma abbastanza grande per coprirmi per metà.

15:56
Qualche minuto fa, il sole ha ceduto il posto alle nuvole e queste ultime hanno deciso di lasciare il posto alla pioggia. Speravo fosse solo una nuvola passeggera, ma ormai piove da circa 20 minuti e inizio a sentire dei tuoni, il rumore non é assordante, é flebile ma si fa sempre più vicino. Wow, il compleanno migliore della mia vita, piove come se fossimo in autunno e dei miei genitori nessuna traccia, ma dove saranno finiti? La strada é completamente vuota. Mi sono pentita di non essere andata a stare da Anne o da Henri, ma non credevo che ci avrebbero messo tanto.

16:23
Finalmente vedo dei fari luminosi venire verso di me, mi avvicino correndo fino al ciglio del marciapiede, ma mio padre, sterzando in retromarcia, crea un'ondata d'acqua proveniente da una pozzanghera, che si infrange sul mio volto e sui vestiti nuovi. Una volta scesi dalla macchina, si scusano per la pozzanghera e per essersi dimenticati di me, come sempre.

Qui si conclude il terzo capitolo di "Rosaline Delacroix". É la prima storia che scrivo, pertanto mi farebbe molto piacere sapere se vi piace o meno e gradirei moltissimo i vostri consigli, nel caso in cui vi andasse di fare qualche appunto o modifica. Vi ringrazio infinitamente per l'attenzione😙

Rosaline DelacroixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora