Uno

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Lexa sbatté più volte le palpebre nel tentativo di svegliarsi e guardarsi in torno , ma a malapena riuscì a scorgere alberi e sagome di uomini intorno a lei. Era sdraiata sopra una superficie abbastanza solida, una sorta di barella in legno, avvolta da alcune coperte in pelle un po' ruvide e spiacevoli al tatto. In torno a lei solo urla di quelli che potevano sembrare soldati, rumori di cinghie e cavalli. Non riusciva a capire dove si trovasse. Una fitta improvvisa alla testa le fece smettere di pensare all'esterno, sentiva solamente un grande dolore. Si tenne la testa con le mani e provò a sedersi ma non ci riuscì, era tremendamente stanca e poteva sentire fitte lungo tutto il suo corpo come se fosse stata torturata. Decise di stare stesa e aspettare in vano che il dolore diminuisse, poco dopo la stanchezza però prese il sopravvento e lei si lasciò andare al sonno, si sarebbe preoccupata di tutto il resto più tardi.
Qualche ora dopo si svegliò in una grande tenda, con un leggero e gradevole odore di lavanda nell'aria, la tenda era illuminata solo dalla luce soffusa delle candele sul tavolo. Stavolta era stesa su un letto comodo con delle soffici coperte in cotone. Ad un tratto un fruscio alla sua sinistra la fece voltare, vide una faccia alquanto familiare: una donna dalla pelle scura, occhi color nocciola e capelli neri molto corti, con un tatuaggio alla destra del volto, probabilmente rappresentante qualcosa di veramente importante. La donna fissò Lexa per qualche secondo poi uscì di fretta dalla tenda.
Lexa si guardò in torno un po' spaesata e intontita, sentiva ancora le palpebre pesanti e a malapena riusciva a tenere gli occhi aperti, non ricordava nulla, non sapeva come fosse finita lì e tantomeno perché il suo corpo era così dolorante e per metà ricoperto da bende mediche e graffi. All'improvviso entrò qualcuno nella tenda, la sagoma restò lontana per un po', le luci delle candele e le ombre rendevano difficile riconoscere il viso, l'ombra restò in piedi per qualche secondo a fissare la ragazza fino a quando non decise di avvicinarsi.
<<Lexa?>> una voce familiare un po' roca e allo stesso tempo molto dolce e rassicurante.
Più la figura si avvicinava più si faceva riconoscibile, il viso di una ragazza, liscio e un po' preoccupato, occhi chiari di un blu meraviglioso in cui si poteva sprofondare, capelli mossi e biondi , portava dei vestiti in pelle un po' trasandati.
Ora si trovava a due passi da Lexa, si avvicinò ancora un po' e allungò un braccio porgendo una borraccia d'acqua alla ragazza.
<<Devi bere, sei disidratata>> Lexa sentendo quelle parole si rese conto di quanto la sua gola fosse secca e quanto la sua bocca stesse chiedendo acqua, prese la borraccia e iniziò a bere senza pensarci due volte.
<<Ti ricordi di me? Sai cosa ti è successo?>>
Chiese la ragazza con un tono un po' preoccupato e forse triste.
<<No... Non ricordo nulla>>
Lexa non ricordava chi fosse quella persona ma le sembrava tremendamente familiare.
<<Mi chiamo Clarke . Questa situazione ti sembrerà impossibile ma ti spiegherò tutto domani. Come ti senti ora?>> Quella voce era così rassicurante, Lexa sentiva di potersi fidare, sentiva come uno strano legame fra lei e quella ragazza così premurosa.
<<Distrutta>> sussurrò Lexa con un filo di voce.
<<Lascia fare a me>> Clarke si sedette sul letto, vicino a Lexa, questa si spostò un po' per farle spazio, Clarke si avvicinò, prese in mano il polso sinistro di Lexa e premette con molta delicatezza. Il dolore si attenuò improvvisamente. Lexa avvertì un leggero calore lungo tutto il suo corpo, partiva dal polso e si espandeva ovunque, il dolore si anestetizzò grazie a quel calore, si sentì calma e al sicuro. Clarke allontanò gentilmente le sue mani, poi la guardò e sorrise dolcemente.
<<Va meglio?>> Chiese con una voce calma la bionda.
<<Si, grazie>> anche se molto confusa Lexa si sentì meglio, il dolore era svanito quasi del tutto e una sensazione di pace aleggiò nell'aria.
<<Devi riposare adesso, ti spiegherò tutto domani>> Sorrise un' ultima volta poi si avviò lentamente fuori dalla tenda. Lexa alzò la mano per salutare, si distese nuovamente sul letto, si strofinò gli occhi e continuò a pensare per un po' a tutto quello che era appena successo, si era svegliata nel letto in una tenda in cui non era mai stata, aveva appena parlato con una ragazza dalle mani magiche che non aveva mai visto prima, o forse si? Non ricordava nulla ma comunque tutto sembrava molto familiare. Dopo un po' il sonno prese il sopravvento,era troppo stanca per restare sveglia a cercare di ricordare perciò si avvolse fra le coperte e tornò a dormire, sperando che tutto l'indomani si sarebbe fatto più comprensibile e chiaro.

Questo è il primo capitolo, non ho scritto molto perché non so come andrà qua, visto che questa è la mia prima storia, perciò ho fatto solo una piccola introduzione, poi arriveranno i veri e propri capitoli 😁

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