.Chapter 2.

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Tornavo a casa tardi, non mi piaceva restare rinchiusa in quelle quattro pareti senza senso di casa mia, non erano il mio luogo. Avevo un luogo, si, era la libertà. Unica e maestosa libertà, che casa mia non mi dava.
Volevo capire chi fosse l'anonima persona che mi.scriveva lettere ogni giorno, e come lui facesse a conoscere il mio posto segreto.
Celeste. Pensa.
Non avevo molti amici, appartenenti Leo, ma lui non poteva essersi invaghito della mia persona. Leo, che da sempre era stato al mio fianco, non poteva avermi scritto quelle cose, e ogni giorno, dal giorno dei miei sedici anni ad oggi. Leo no.

"Hei Leo" lo salutai come ogni mattina.
"Indovina il leone cosa ha conquistato questa mattina?" mi chiese sorridendo.
"Non avrei idea LEONE" mimai le virgolette pronunciando la parola LEONE.
"Un appuntamento con Clarissa Parks. Io. Ma ci credi?" chiese estasiato.
"Insomma. Vediamo come é andata questa faccenda. L'hai invitata e...?" mi sedetti sulle sue gambe.
"E lei ha accettato. Subito"
"Dovresti cercarti un ragazzo anche tu" dice subito dopo.
"Sai...ci penserò, ma adesso credo che mi piace stare sola" gli diedi un bacio sulla guancia e sedetti al mio posto in classe.
Poggiai una mano sotto il banco e trovai un piccolo pezzetto di carta.
"Celeste,
Oggi, quando sei passata nell'atrio, eri cosi bella.
Non ho trovato ancora il coraggio di parlarti, di guardare i tuoi occhi. Dicono che sono incantatori.
Ti ho lasciato anche una rosa sotto il banco. Assapora il suo odore.
-Anonimo"
Chiunque sia, mi ha fatto sorridere, prendo la rosa e la porto alle narici.
Leo sa di queste lettere, si gira verso di me.
"Colpisce ancora!" sorride.
Gli scaglio un ceffone.

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