PARTE DI UN TUTTO

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Definire l'essere umano un "animale sociale" é scontato ma é una delle rappresentazioni più vicine alla realtà che si possa dare alla nostra specie. Non siamo forse tutti parte di un qualcosa più grande di noi? O,restando nel piccolo,non siamo forse tutti parte di un gruppo,ad esempio di amici?
É strano vedere un gruppo di persone in maniera completamente oggettiva,senza essere coinvolti emotivamente,ma quando si viene messi "ai margini" diventa tutto più facile,in questo modo si può notare che tutti i gruppi hanno una struttura simile,piramidale,con persone che prevalgono e altre che restano in silenzio. Tutti hanno un ruolo che,come dei perfetti attori,portano avanti anche se quella parte non corrisponde alla realtà. Prendiamo in esame un gruppo di amici o di migliori amici,al loro interno troveremo sicuramente un "mediatore" che da brava persona empatica e sensibile cerca sempre di mantenere la pace nel bel mezzo dei conflitti. Troveremo poi "l'organizzatore" che progetta le attività che tutto il gruppo deve svolgere in base ai gusti di ognuno. Tutti i gruppi possiedono anche un "confidente" che raccoglie ogni segreto,lui é "la spalla su cui piangere" e la persona che sa come interpretare le emozioni. Un'altra importante figura é quella del "consigliere" sempre pronto ad essere ragionevole,a mettersi nei panni dell'altra persona e ad individuare quella che viene chiamata "la soluzione giusta", conosco bene questo ruolo visto che era il mio e posso assicurare che non é semplice. In questo quadro idilliaco si inserisce la persona con il ruolo principale il " leader",colui che trascina il gruppo,non il capo ma la figura più carismatica che si fa portavoce di tutto il gruppo,insomma "l'anima della festa". Quando tra tutti i membri c'é equilibrio allora il gruppo é perfetto,tutti hanno un posto e la felicità regna sovrana... Ma non sempre tutto si sussegue perfettamente, a volte i ruoli mutano ed ecco che il mediatore diventa il carnefice,l'organizzatore il dittatore,il confidente colui che parla alle spalle e il leader il tiranno. Diventa difficile dare consigli oggettivi quando tutto il sistema che si era creato inizia a crollare e il consigliere inizia ad essere dimenticato. In queste situazioni tutto nel gruppo cambia e chi urla più forte diventa il leader,ma non piú il classico individuo carismatico bensí qualcosa di molto diverso;si trasforma in una sorta di capo assoluto ottenendo tutto il potere a sfavore degli altri membri. Diventa pressoché impossibile andare contro di lui o esprimere idee diverse. Il nuovo leader non accetta i confronti e non vuole sentirsi dire di " no",se non si rispettano le sue regole si viene puniti con l'esclusione dal gruppo stesso. Ora una persona ragionevole accetterebbe passivamente questa situazione,l'essere umano non sopporta l'esclusione essendo un animale sociale,stare in silenzio per certi aspetti é meglio di stare completamente soli(e ugualmente in silenzio). Un buon consigliere direbbe questo,ricercherebbe la situazione migliore è in grado di far soffrire se stesso o altri membri del gruppo il meno possibile. Certo, si rinuncerebbe a qualche libertà ma si resterebbe parte di qualcosa.
Il problema più grande dei consiglieri è di non avere nessuno a cui chiedere,nessuno che possa dare la tanto desiderata"risposta giusta" o che indichi la strada. In queste situazioni i consiglieri restano soli a pensare,corrosi dai dubbi e alla ricerca di una risposta. Meglio essere parte di qualcosa,non sentirsi soli e avere il divertimento assicurato ma non poter mai esprimere la propria opinione,restare in silenzio diventando quello che non si é,quello che il leader desidera o tirare fuori gli artigli,lottare per quello in cui si crede ma restare soli ed odiati?

Le confessioni di un ex consigliereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora