Capitolo I - "Vancouver - LA"

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Faith's point of view.

"Faith datti una mossa!" mi sentii chiamare da Charlotte dal piano di sotto.
11 agosto. Il giorno tanto atteso era finalmente arrivato. Prima che finisse la scuola ad ogni classe del terzo anno era stato proposto di predere parte ad un'attività di scambio culturale della durata di un anno negli Stati Uniti. Questo permetteva di avere una vasta scelta e senza dubbio io, Faith Williams e la mia migliore amica Charlotte Smith, avevano optato come destinazione la California, Los Angeles. Era il nostro sogno fin dall'età di tre anni e non potevamo rinunciare: questa opportunità si era presentata nella vita di due diciassettenni di Vancouver. Eravamo state affidate alla famiglia Dolan "Bel cognome" pensammo io e Charlotte chiedendoci come sarebbe stata una famiglia californiana. Non ci preoccupava molto questo particolare, insomma saremmo andate a Los Angeles, sinonimo di divertimento, mare, sole e tanti, tanti bei ragazzi, il che rendeva il tutto ancora più perfetto data la nostra attuale situazione sentimentale da perfette e orgogliose single.
"Ho quasi fatto!" la avvertii mentre ero intenta a farmi una dritta linea di eye-liner, ma la cosa mi riusciva al quanto male visto che dal piano di sotto riuscivo a percepire l'ansia di Charlotte trasmettersi in tutta la casa.
"Stai calma bionda." le dissi appena scesi le scale con due immense valigie in mano mente la osservavo torturarsi quelle povere unghie.
"Ti ricordo che tra meno di un'ora ci sarà il nostro volo e non ho intenzione di perderlo - asserì lei - si può sapere cosa hai fatto ieri sera per doverti svegliare con due immense borse sotto gli occhi?" continuò lei ricordandomi la notte da inferno passata a tapparmi le orecchie.
"I vicini stavano facendo dei lavori, la notte, proprio quando un normale essere umano ha giusto quelle poche sette-otto ore per chiudere gli occhi, e come se non bastasse la mia camera è adiacente a quella in cui si sono svolti i lavori" conclusi io sbuffando per la mia sfortuna e raggiungendo l'auto per metterci le ultime cose. Il taxi era fermo ad aspettare con i nostri genitori che continuavano a raccomandargli di portarci in un aeroporto vive.
"Ci mancheranno eh?" disse Charlotte mentre da lontano guardavamo la scena dei nostri genitori che pagavano il tassista.
"Ci mancheranno Charl." Le risposi io sospirando e prendendola per mano. Ci calmammo entrambe spendo che prima o poi qualche lacrima sarebbe scesa.
"Ciao mamma" la salutai e la strinsi a me vedendola piangere.
"Tesoro appena arrivate chiamami, sai che mi preoccupo." mi avvertì lei. Annuì e dopo aver salutato anche i genitori di Charlotte salimmo in macchina, mentre dai finestrini vedevamo una Vancouver che senza dubbio ci sarebbe mancata.
Arrivate all'aeroporto di Vancouver, mandammo un messaggio ai nostri genitori, avvertendo loro del nostro arrivo. Ci incamminammo verso la porta di imbarco e nel vedere la scritta "Vancouver - Los Angeles" sullo schermo sentii l'ansia crescere e lo stomaco attorcigliarsi. Presi per mano Charlotte di buna volta fattasi l'ora ci imbarcammo nel volo 10096 diretto a Los Angeles. Le tre ore in aereo passarono tranquille con Charlotte che dormiva sulla mia spalla e la mia mente che vagava chissà dove, ammirando fuori dal finestrino il panorama che mi si presentava davanti. Una volta scese, andammo a recuperare i nostri bagagli, ed iniziammo a dirigerci verso l'uscita. Sostammo lo sguardo da destra a sinistra in cerca della famiglia ed in quel momento pensato che avrei veramente dovuto rifarmi le lenti altri occhiali visto la mia scarsa capacità nel riconoscere determinate cose. Affidandomi invece alla vista di Charlotte, avvistammo a pochi metri da noi una coppia sulla quarantina con un cartellone con su scritto "Smith - Williams, Vancouver".
Io e Charl ci guardammo automaticamente e sorridemmo, per poi dirigerci verso la coppia.
"Voi dovreste essere Faith e Charlotte se non sbaglio - disse la donna porgendoci la mano - Io sono Alice e lui è mio marito David."
"Si esatto io sono Charlotte e lei Faith, piacere di conoscervi." ci presentò meglio la bionda, e sorrisi ai due.
"Be' benvenute a Los Angeles care" ci accolse David.
Presero le nostre valigie e salimmo in auto. Non facemmo altro che stare attaccate ai finestrini per tutta la durata del viaggio ad ammirare quel paradiso che ci si presentava davanti. E in quel momento eravamo certe che la nostra vita sarebbe sicuramente cambiata e non vedevamo l'ora che succedesse.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 24, 2016 ⏰

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