When I Was Down, When I Was Hurt, You Came To Lift Me Up

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ATTENZIONE : la storia NON mi appartiene ma è di infinitylou che mi ha dato il permesso di riportarla 

Harry ha 22 anni, vive a Los Angeles e lavora su Hollywood Boulevard. Ogni sera è alla ricerca di nuovi clienti che, in cambio del suo corpo, gli diano i soldi necessari per vivere. Sì, Harry fa la prostituta e non aspetta nient'altro che la Città degli Angeli gli mandi un angelo a salvarlo da quella vita. Forse quell'angelo è rappresentato da un ragazzo dagli occhi azzurri che per un malinteso incontra una sera.
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Dal testo:
Stava riponendo il cellulare nel portaoggetti quando sentì bussare sul tettuccio dell'auto. Un ragazzo giovane e sorridente si era affacciato all'interno del finestrino del passeggero «Cerchi compagnia, amore?» [...] «No, guarda stavo solo rispondendo al telefono. Adesso devo - » «Non ti devi vergognare. E poi con una macchina del genere non puoi fermarti e poi ripensarci».
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Prostitute!Harry - Rich!Louis
Mini-long in due parti.
Con questo scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo offendere nessuno. I personaggi non mi appartengono.Genere: Drammatico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno



When I Was Down, When I Was Hurt, You Came To Lift Me Up  

Era ormai sera a Los Angeles mentre la Porsche nera sfrecciava per le grandi strade della città

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Era ormai sera a Los Angeles mentre la Porsche nera sfrecciava per le grandi strade della città. Louis amava New York, la sua città, ma il clima caldo della California e le vicine spiagge di Malibù erano tutta un'altra cosa, per questo ogni volta che vi doveva tornare lo faceva sempre con piacere. Questa volta si sarebbe dovuto trattenere una settimana per affari: la Tomlinson&Payne Corporation, l'azienda di suo padre e dall'amico di sempre Geoff Payne, si occupava della gestione di una grande catena di alberghi di lusso, la Paradise, che proprio in quei giorni avrebbe dovuto riuscire ad aggiungere alla lista anche il California Plaza. Louis lavorava nell'azienda del padre insieme al suo amico Liam, il figlio di Geoff, perché fin da subito i loro padri avevano voluto che i figli seguissero le loro orme, e adesso quella trattativa importante spettava proprio a loro. Sarebbe stato un grande colpo per la Tomlinson&Payne e loro erano intenzionati a tornare a New York con i contratti firmati, a qualsiasi costo.

A far loro compagnia durante questo viaggio d'affari c'era Niall, loro grande amico, che aveva sfinito i due riuscendo a farsi portare nella Città degli Angeli, potendo anche soggiornare gratis nell'hotel degli amici.

Una delle cose che più adorava quando si trovava a LA era fare un giro per le colline di Hollywood di sera, e ammirare dall'alto il panorama di quella bellissima città. Per questo una volta atterrato aveva lasciato gli amici al loro hotel, il Beverly Paradise, e con l'auto che era solito noleggiare era fuggito dal caos del centro.

Stava percorrendo Hollywood Boulevard per tornare in hotel, quando il suo cellulare cominciò a squillare rivelando il nome di Liam. Fece per attivare il bluetooth e rispondere alla chiamata, ma il dispositivo sembrava non voler funzionare «Dannata tecnologia» quel bluetooth l'aveva appena comprato e già era da sostituire. Accostò quindi sul lato della strada e prestò attenzione all'amico «Ce l'hai fatta a rispondere finalmente» la voce di Liam dall'altro capo del telefono risuonò subito. «Lascia stare, colpa del bluetooth. Comunque sto arrivando, di cosa hai bisogno?» «Volevo informarti che l'incontro con quelli del California Plaza non sarà più domani a pranzo, ma prima di cena per un aperitivo. Siccome non sapevo a che ora saresti rientrato ho preferito informarti subito» gli spiegò. Odiava quando le persone gli cambiavano i programmi, soprattutto con così poco preavviso, ma dovevano tenersi buoni i venditori quindi non gli restava che acconsentire al loro volere. «Vorrà dire che domattina dormiremo di più. Grazie per avermi avvisato, Lì. Buonanotte» riagganciò senza nemmeno aspettare la risposta dell'amico. Stava riponendo il cellulare nel portaoggetti quando sentì bussare sul tettuccio dell'auto. Un ragazzo giovane e sorridente si era affacciato all'interno del finestrino del passeggero «Cerchi compagnia, amore?» Amore? Ma chi era questo? Quasi si strozzò con la sua stessa saliva, mentre si guardava attorno rendendosi conto che si trovava in un punto della città in cui i marciapiedi erano popolati da prostitute. In quattro anni che aveva iniziato a frequentare Los Angeles, non gli era mai successo una cosa del genere; avrebbe sicuramente mandato a quel paese Liam il giorno dopo perché era colpa sua se adesso si trovava quel ragazzo tra i piedi «No, guarda stavo solo rispondendo al telefono. Adesso devo - » «Non ti devi vergognare. E poi con una macchina del genere non puoi fermarti e poi ripensarci» lo interruppe, aprendo lo sportello della Porsche e sedendosi al suo fianco. Louis lo guardò in pieno panico, accorgendosi anche di come era vestito: dei pantaloni di pelle rossi strettissimi che non lasciavano spazio all'immaginazione e una maglia a maniche lunghe nera traforata che faceva intravedere la pelle bianca costellata da numerosi tatuaggi. «No, no, no. Devi scendere subito, hai proprio frainteso» si sporse, riaprendogli la portiera. «Dai, ci facciamo un giro. Sarà divertente» insistette il ragazzo, approfittando di quella vicinanza per posargli una mano sulla schiena e accarezzarla sensualmente. Louis si scostò prendendosi qualche istante per guardarlo in faccia. Doveva ammettere che si trattava di uno dei ragazzi più belli che avesse mai visto: grandi occhi verdi, capelli ricci e lunghi che ricadevano sulle spalle, sorriso smagliante incorniciato da due labbra rosse e carnose. Il tutto impreziosito da due profonde fossette ai lati della bocca che lo rendevano quasi innocente. Avrà avuto più o meno la sua età e fu inevitabile per lui pensare come potesse un ragazzo così giovane fare quel lavoro. «Non dirmi che sei etero..» bofonchiò il ragazzo con una smorfia che lo fece genuinamente sorridere. No, non era decisamente etero ma non era alla ricerca di quel tipo di divertimento perciò «No, direi proprio di no. Ma hai capito male, veramente. Mi sono fermato solo perché mi si è rotto il bluetooth e dovevo rispondere ad una chiamata. Mi dispiace ma io queste cose non le faccio». Di fronte al fatto che Louis sembrava irremovibile, il ragazzo gli fece un flebile sorriso e poi sgusciò fuori dall'auto. Louis tirò un sospiro di sollievo e fece per ingranare di nuovo la marcia, ma delle grida attirarono la sua attenzione. Guardò attraverso lo specchietto retrovisore e vide un uomo corpulento e dall'aspetto trasandato avvicinarsi al ragazzo riccio inveendogli contro. Molto probabilmente si trattava del protettore che gestiva quella zona. «Perché cazzo sei uscito da quella macchina? Sei un incapace. Quello sarà ricco sfondato e potevi scucirgli un bel po' di soldi» lo strattonò per i capelli facendogli inclinare la testa «Pensavo che il tuo bel faccino mi avrebbe fatto guadagnare un sacco di grana, Harry. Invece sei solo una puttana inutile». Lo schiaffo violento di cui Louis fu testimone gli bastò per scendere di scatto dall'auto e avvicinarsi a loro «Hey, le ho trovate le sigarette, non c'è più bisogno che me ne prendi un pacchetto» si intromise allungando la mano nella direzione di Harry sotto gli sguardi sorpresi sia del ragazzo, la cui mano premeva sulla guancia che era stata colpita, che dell'uomo. «Andiamo?» gli occhi che lo incoraggiavano ad accettare la sua mano e che evitavano accuratamente di posarsi sull'altro. Le iridi verdi del ragazzo si alternarono per un paio di volte tra la mano di Louis e il viso dell'uomo al suo fianco, finché poi non si decise a stringere la presa «Sì, sì certo. Andiamo» e così dicendo salì di nuovo sulla Porsche.

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