Celeste alias Luna

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Mi sono stufata di essere un gatto!

non ce la faccio più,io voglio stare con lui,insomma è dall'età di 3 anni che lo conosco,ormai so tutto di lui .

La mia storia è molto strana,perché non sono stata solo un gatto nella mia vita:

molto tempo fa,quando ero ancora una bambina e avevo 3 anni,ed era il mio primo giorno di asilo,io sapevo parlare a malapena,ero timida,troppo per i miei gusti,ma una bambina abbastanza carina ( o perlomeno quello che mi dicevano tutti i passanti che mi vedevano per strada),infatti avevo i capelli biondi molto chiari,che mi arrivavano al ginocchio,occhi color ghiaccio e delle lentiggini che mi coprivano le guance e il naso.

quel giorno mia mamma mi aveva vestita abbastanza elegante,-per non far brutte figure davanti alle maestre-diceva lei; mi aveva messo un vestitino che aveva la stessa lunghezza dei miei capelli, era rosa e aveva un fiocco gigante bianco sul colletto. Lo odiavo. Non mi piaceva affatto,ma non potevo ribellarmi,perchè se no mia madre mi avrebbe dato due schiaffi ,facendomi diventare il viso viola, visto che avevo una pelle molto sensibile.

Arrivammo davanti a quell'edficio tutto rosa, in cui c'erano disegnati sopra bambini tutti diversi che si davano la mano,-che stupidaggini-pensai io;

entrammo e ci accolsero delle strane donne che dicevano di chiamarsi maestre, appena si avvicinarono a me e a mia madre,io da brava bambina untramegaarci timida,mi nascosi dietro le gambe di mia madre

-Celeste,non fare cosi,loro sono le tue maestre e ti vogliono bene- disse mia madre stranamente con tono apprensivo

-come fanno a volermi bene se non le conosco e non mi conoscono?- chiesi molto confusa

- noi ti conosciamo ,ci ha detto tua madre che sei una bambina molto timida Celeste ,adesso vieni con me,ci sono molte bambine e bambini che ti vogliono conoscere- disse una maestra inginocchiandosi e accarezzandomi i capelli

volevo dire che non me ne fregava niente ,ma mi sarei beccata uno sguardo assassino da parte di mia madre,perciò le risposi con una specie di sussurro di sì .

le diedi la mano,per poi dare un bacio a mia madre e lei mi portò verso un gruppo di bambini che stavano giocando con il pongo a fare costruzioni incromprensibili.

-dite tutti ciao a Celeste bambini-.

-ciao Celeste-risposero tutti tranne uno che se ne stava in un angolino con gli occhi rossi e la faccia rigata da molte lacrime che scendevano in continuazione, mi fece pena...

anche se ero timida ,ero anche un'inguaribile curiosa e combina guai ;

infatti per la prima volta sconfissi la mia timidezza e andai da lui, miracolo!

-perché piangi?- gli chiesi ,ma mi rivolse uno sguardo maligno, come per dire vattene via.

-a me puoi dirlo, sono tua amica.

-non è v-vero!-mi rispose

-allora vuoi diventarlo ?- non ci credo per la prima volta sconfissi la timidezza e chiesi ad un bambino diventare mio amico, e non sapevo neanche io il perché..

-ok

-ma prima dimmi perché piangi

-perché mi manca la mamma e poi non voglio stare con bambini che non conosco...voglio tornare a casa a guardare i cartoni!!

- perfettamente d'accordo, anche io sto come te, ma che ne dici adesso di andare a fare dei disegni per le nostre mamme, almeno saranno felici di noi!

-si, ok- gli diedi la mano e lo alzai da terra, la maestra ci raggiunse e ci guardò intenerita

-brava Celeste, bravo Salvatore, vedo che avete già fatto amicizia

-sì maestra- rispondemmo in coro

ci allontanammo mano per la mano e ci sedemmo in un tavolino a disegnare, se si poteva chiamare "disegnare" . Per prima pensai a mia madre e feci lei ed io che ci tenevamo per mano, quando io finii,  Salvatore non aveva finito di fare il suo "capolavoro", infatti decisi di fare un disegno per lui che raffigurava me e lui per mano, quando lui ebbe finito, gli feci vedere il disegno per lui

-è per te- dissi soddisfatta del lavoro

-per m-me? Grazie!- lo prese e mi diede un tenero bacio sulla guancia, diventai rossa,facendo risaltare le migliaia di lentiggini che si prostravano sul mio volto...

da li cominciò tutto:la nostra grande amicizia , l'amicizia fra le nostre famiglie, la cotta per lui, il mio primo bacio, la sua carriera su Youtube ....insomma la nostra vita , fino all'età di 16 anni...

Quel maledetto giorno, quel fottuto giorno....

feci una gran litigata per gelosia, non stavamo insieme ma per me è come se ci stessimo.

Lui si innamorò follemente di una sua compagna di classe , e io gli feci un attacco di gelosia e per rabbia gli feci scegliere tra lei e me, lui scelse quella puttana e gli dissi dritta in faccia:

- ok ,hai scelto lei, quella puttana...- non mi diede il tempo di finire che mi diede uno schiaffo dritto dritto sulla guancia sinistra

mi misi la mano sopra il segno dello schiaffo e gli dissi:

- e io che ti ho amato tutto questo tempo, questi tredici anni passati insieme, dal primo momento in quell'asilo!! Che ti sono stata vicino anche quando avevi i tuoi sbalzi d'umore, che ti sono stata vicino anche quando hai iniziato a fare video su Youtube anche se tua madre non voleva, ti ho sostenuto tutte le volte anche si facevi pazzie!....Sai che ti dico ,non mi avrai più da oggi in poi, me ne andrò...non ti servo più;   accontentati di quella...- mi scese una lacrima..

- ah si ,e sentiamo dove andrai!! abitiamo nello stesso appartamento!!

- sai dove andrò, in quello che tu chiami inferno !- dopo quella affermazione presi il cellulare, un foglio di carta ed una penna e me ne andai di casa piangendo, lui cercò di fermarmi tirandomi per un braccio, ma io mi liberai da quella presa, e feci male, perché non sapevo a cosa andavo incontro....

mi mancava troppo...non sapevo dov'era e neanche dov'ero io in quel preciso momento, ero scappata e non pensavo a dove andare....

passarono giorni, giorni lunghi e freddi e io avevo solo una felpa anche se c'erano 0° gradi o meno; girovagavo senza una meta anche se avevo fame, non avevo soldi, avevo freddo, non avevo detto neanche niente ai miei genitori...insomma la mia vita era finita.Per lui...

iniziai a non avere più le forze nemmeno per camminare quindi mi sdraiai su una gelida panchina ed in quell' istante iniziò a nevicare

mi addormentai in un sonno profondo, in un sonno lungo e lento anche chiamato: morte.

l' ultimo mio pensiero fu:

- voglio tornare da lui, nelle sue calde e confortanti braccia, dai suoi bacini sulla fronte bevendo una cioccolata calda a guardarci film ed ogni tanto a fare video per il suo canale, Dio sa solo quando...per favore Signore che sei beato lassù non portarmi da te, lasciami vivere anche solo un' istante con lui....Lo so, ho fatto una cazzata, non volevo....

E se il tuo gatto ti amasse || SurryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora