TORNARE DA PAPÀ ~Luna Lovegood~

116 8 2
                                    

Me ne stavo sdraiata, non stavo male, c'era tanto silenzio e tanto buio. A volte il signor Olivander starnutiva o tossiva così mi ricordavo di non essere sola. E una notte, mentre giocherellavo con la collana di tappi di burrobirra fra le dita, di sopra ricordo di aver sentito tanto rumore,  speravo solo che non avessero fatto esplodere un corno di Ricciocorno Schiattoso.
Quando capii che qualcuno stava scendendo giù mi misi in piedi sistemandomi la gonna. Il pesante portone di ferro si aprì per poi chiudersi pochi secondi dopo, il buio non permetteva di vedere nulla, cosa era successo?
-HERMIONE!- urló qualcuno -HERMIONE!-
-Taci Ron, dobbiamo trovare il modo...-
-Harry?- chiesi avvicinandomi alle figure sdraiate per terra -Ron?-
-Luna!- esclamarono i due.

Che carini, sono felici di vedermi

-Luna puoi fare qualcosa per liberarci da queste corde?- chiese la voce di Harry
-Prendi il deluminatore nella mia tasca- aggiunse quella di Ron.
Feci tutto e presto la cella dai levigati muri grigi fu illuminata e i ragazzi poterono alzarsi, poco dopo si udì un'urlo agghiacciante provenire da sopra.
- HERMIONE!- urló ancora Ron, poi di nuovo passi che scendevano e il portone si aprì dopo che Ron ebbe fatto scattare il deluminatore, era uno dei nostri compagni, Malfoy!
Zitto zitto, con la bacchetta tesa, da un angolino buio prese Unci Unci, un folletto simpatico anche se perennemente accigliato, e tornò su con lui. Ed infine, quando il deluminatore scattò ancora, proprio ai miei piedi apparve Bobby...no, era Dobby. Harry sgranò gli occhi, io mi limitai a sorridergli e salutarlo con la mano.
-Dobby, puoi materializzarti? Puoi portare esseri umani con te?- chiese Harry frettolosamente dopo un ennesimo urlo dal piano superiore,  l'elfo annuì.
-Bene, porta Luna e il signor Olivander a..-
-Villa Conchiglia- lo interruppe Ron
- E poi torna, puoi farlo?- terminò Harry, il piccolo elfo annuì una seconda volta porgendo una mano a me e una al fabbricante di bacchette.
- Grazie mille, signore- gli dissi vedendo il sorriso di Dobby allargarsi da orecchio a orecchio per poi, dopo pochi attimi, ritrovarmi con il sole in faccia e l'odore del mare alle narici.

Era già passato un po' di tempo e ancora i ragazzi non tornavano, speravo solo che stessero bene.
Appena arrivati, Dobby era subito andato via mentre io e il signor Olivander fummo stati ospitati gentilmente da Bill e Fleur  a villa Conchiglia che si eregeva solitaria vicino al mare, con un minuscolo giardino e i muri incrostati di conchiglie e imbiancati a calce.
Ora ero seduta sulla poltrona nel piccolo saloncino all'ingresso dell'abitazione rigirando tra le mani i miei orecchini di ravanello.

Chissà come sta papà? Se ha finito la ricostruzione del diademe di Priscilla Corvonero? Aggiungere le ali di Celestino è stato fondamentale, e...

Da fuori venne un forte crac, mi alzai indossando gli orecchini e affacciandomi della finestra, vedendo finalmente Harry, Ron, Hermione, Dobby e Unci Unci di ritorno. Uscii allegramente dalla casa per dare loro il benvenuto. Ero allegra, come ho detto, ma divenni subito triste, è strano essere tristi, sapete? Senti dei nodi alla gola e poi non riesci più a sorridere. Tutto questo perché fra le braccia di Harry, il piccolo elfo Dobby era fermo, con un'alone di sange che si allargava sulla magliettina a macchia d'olio. Anche Ron e Hermione erano tristi, si vedeva, ma Harry più di tutti. Mi inginocchiai accanto a lui notando qualche lacrima che rigava le guancie del bambino sopravvissuto.
- Gli dovremmo chiudere gli occhi- proposi, per risposta Harry annuì solamente.
-Ecco- dissi una volta che le palpebre dell'esserino scivolarono sullo sguardo vitreo -ora è come se dormisse-

I giorni che passai a villa Conchiglia furono davvero... strani?
Harry, Ron e Hermione sembravano molto impegnati, sempre a bisbigliare qualcosa su spade e..Hocrux? Non ricordo.
Unci Unci deve ancora riposare e il signor Olivander è andato via qualche giorno fa.
E così, spesso, mi perdevo nei miei pensieri: penso a papà (spero che stia curando per bene le mie prugne dirigibili), ad Hogwarts e a tutti i miei amici lì, a Tonks e Lupin che qualche giorno fa hanno annunciato la nascita del piccolo Teddy e a tanto altro. Ogni volta che guardo fuori penso a Dobby, sotto quel cumulo di terra dove Harry ha poggiato una grossa pietra levigata con inciso:
"Qui giace Dobby, un Elfo libero"
Sì, insomma, passai lì dei giorni.
E ricordo una mattina, appena all'alba, nella quale sentii lievi rumori provenire dal piccolo salone d'ingresso. Quando indossai le pantofole per andare a controllare scoprii che Ron, Hermione e Harry stavano per andare via. Non li trattenni, nemmeno mi feci vedere, cosicché una volta che loro si furono smaterializzati potei tornare a letto, sapendo che presto avrei dovuto lasciare quella graziosissima casa anche io.

W.G.  MiriamDomDove le storie prendono vita. Scoprilo ora