Din din din.
Il tintinnio provocato dalla forchetta che toccava ripetutamente la superficie di vetro del bicchiere spense il chiacchiericcio che si era propagato nella stanza. Tutta l'attenzione fu calamitata da un giovane uomo, con dei corti capelli corvini e degli zaffiri come occhi, che si era appena alzato.
<< Allora... ehm... innanzitutto, vi dico che non sono bravo con i discorsi, quella è una specialità di Magnus, quindi abbiate pazienza. Inoltre, vi vorremmo ringraziare per essere qui con noi oggi. >> disse tutto d'un fiato, il ragazzo.
<< Dovere, Fratello>> rispose Jace, accompagnando la frase con un saluto militare. Il suddetto soggetto era comodamente seduto, anzi, spaparanzato al fianco di Clary.
<< Shh. Non interrompere il mio fiorellino, riccioli d'oro.>> lo rimbeccò il Sommo Stregone di Brooklyn, gli occhi da gatto che racchiudevano una velata minaccia.
<< Altrimenti che mi fai? >> continuò il ragazzo con strafottenza.
<< Ti faccio seguire, giorno e notte, da due anatre. >> ribatté con noncuranza lo stregone.
A quelle parole, Jace, sbiancò e richiuse la bocca, come a sottolineare il suo silenzio, mentre gli altri si misero a ridere.
<< Dai, ragazzi facciamo parlare il povero Alec. >> disse, riprendendosi, Simon al fianco di Isabelle, più sorridente che mai.
<< Sì, ecco, grazie Simon... ecco, io e Magnus dopo averne parlato a lungo- >>
<< Molto, molto a lungo. >> lo interruppe, precisando, lo stregone.
<< Va bene. Dopo averne parlato molto, molto a lungo. >> e qui, Alec, scoccò un'occhiata a Magnus. << Abbiamo deciso di... ecco... >> si interruppe cercando di prendere coraggio, e guardò tutti i presenti. C'erano Izzy e Simon, mano nella mano, felici come mai lo erano stati nella loro vita; Clary e il suo parabatai, Jace, ormai divenuti i nuovi signori Herondale; Jocelyn e Luke; Catarina Loss, con lo stesso aspetto giovanile di sempre, felicissima per il suo amico di vecchia data. Alec aveva imparato a conoscerla, era davvero una bella persona e oramai ci si era affezionato. E infine c'era sua madre, Maryse. Ella ormai aveva approvato il rapporto del suo primogenito con lo stregone e cercava sempre di trasmettergli il suo sostegno, cosa che non faceva suo padre, Robert, che non aveva accettato nemmeno di venire a quella cena a casa di Magnus. A quel pensiero si rattristì un po' ma subito scacciò la tristezza appena sentì la mano del suo stregone appoggiarsi sulla sua e stringerla un po'. E mentre guardava gli occhi di colui di cui si era innamorato, quegli occhi pieni di calore, amore e dolcezza, che ormai erano diventati il suo porto sicuro già da prima che si sposassero, trovò quel coraggio di cui aveva un disperato bisogno e, così, disse quella frase che avrebbe reso tutto più reale. << Abbiamo deciso di adottare un bambino. >>
Dopo quel che aveva detto, gli ospiti si presero un po' di tempo per metabolizzare le sue parole, cosa che fece ridacchiare Magnus, e, quando ci riuscirono, tutti, compresa Maryse, che era sempre composta e altera, proruppero in esclamazioni euforiche. Izzy si lanciò letteralmente nelle braccia del fratello dicendo che era felicissima per lui e che sarebbe stata una madrina perfetta per il nuovo arrivato o arrivata e, mentre lo Shadowhunter rideva sentì una mano appoggiarsi sulla sua spalla. Jace.
<< Congratulazioni, Alec. >> disse con un sincero sorriso di felicità per il suo parabatai. << Ovviamente sceglierai me come padrino, giusto? >> continuò in tono baldanzoso.
<< No. Mai e poi mai! Non sia mai che mio figlio diventi un biondo ossigenato pieno di sé con la paura delle anatre. Per carità, potrei morirne! >> s'intromise Magnus, il cui volto era una maschera d'orrore ma si vedeva che era divertito, e forse anche un po' emozionato, da tutta quella situazione.
Izzy, che si era ormai staccata dal fratello, rise di gusto, come tutti del resto, guadagnandosi un'occhiataccia dal suo adorato fratellone biondo. Ben presto, quando gli altri si furono congratulati con i due quasi genitori, si cominciarono a fare progetti su come avrebbero viziato il loro nipotino, e a fare domande, tante, del tipo: “sarà un maschietto o una femminuccia?” o “avrà sangue di Shadowhunters nelle vene o sarà uno stregone?” o ancora “Chi sarà la madrina? Io sono sempre disponibile!” oppure “Quando ve lo affideranno? Insomma io devo essere pronta, sono la nonna!” e altre a cui Magnus e Alec, sinceramente non sapevano che rispondere. Tutto quello che i due ragazzi sapevano era che amavano già quel bambino di cui ancora non sapevano niente, e che se anche fosse stato uno stregone o uno shadowhunter, loro lo avrebbero amato, accogliendolo nella loro famiglia con tutto l'amore che avevano da offrire. E, mentre gli altri continuavano a fare progetti, la mano di Alec trovò quella del suo sposo e la strinse forte, venendo ricambiato immediatamente, ammirando la felicità e la gioia di quel momento.