VECCHI RICORDI

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Entrai in classe e mi sedetti ad un banco qualunque, attaccato al muro sotto la finestra, dalla parte opposta rispetto la porta. Osservai quella che sarebbe stata la mia classe per i successivi cinque anni. Una volte osservato a fondo l'aula mi guardai le gambine da bambina di cinque anni, quasi sei, completamente prive di peli, abbronzatissime, in seguito a due settimane al mare in Puglia e una in montagna in Trentino. Chiusi gli occhi e mi immaginai tutte le avventure passate alla materna con un bambino minuto, biondo, capelli corti e sempre spettinati e un sorriso malizioso. Thomas, il mio migliore amico da quando ero ancora legata al cordone ombelicale, il mio compagno di scherzi e di sbucciature. Facevamo tutto insieme, ma lui sarebbe andato a studiare in Galles, dove non lo so, invece io sono ancora qui, a Londra da sola.
I miei pensieri vennero interrotti da uno zaino che cade a terra proprio di fianco a me, facendomi sobbalzare dalla sedia su cui ero seduta e urlai al vuoto la parola "sola"... come di solito avviene nei film quando ti svegliano nel bel mezzo di un sogno.
"Non mi aspettavo questa accoglienza, Sole" mi dice con un tono triste.
"THOMASSS!!" urlai alzandomi di scatto e andando ad abbracciarlo senza essere ricambiata perchè lo tenevo stretto fra le mie braccia.
"Posso?" mi chiese indicando la sedia accanto alla mia.
"Ma chiedi anche?" gli dissi risedendomi. Lui a differenza mia era molto educato, io ero diretta e spesso acida.
"Magari non mi vuoi"
"Ma piantala, idiota. Siediti"
E con questo tutto ritornò nero.

Sto correndo. E' estate, o comunque tarda primavera perchè ho indosso una canottiera larga, degli shorts con All Star basse color verde acqua. Coi capelli che mi finiscono continuamente in faccia, mi volto e osservo Thomas che si avvicina a me. E' semplicemente bellissimo e il suo sorriso che ha incantato la maggior parte delle ragazze della scuola è come dire... ipnotizzante, tanto che rimango a fissarlo finchè non mi finisce addosso abbracciandomi.
"Perchè mi fissavi?" mi chiede.
"Perchè avevi un piccione che ti stava volando sopra la testa e volevo vedere come finiva"
"Ma stavi per sbavare" mi dice mentre stava per ridere.
"Era un piccione tremendamente sexy" gli risposi facendogli l'occhiolino.

E poi tutto scomparve di nuovo



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