CAPITOLO UNO.

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La prima volta che varcai il cancello della High School, Portland, nell' Oregon, credetti che finalmente avrei trovato degli amici e mi sarei lasciata alle spalle 'la balena Lory', invece mi resi conto fin da subito che ero diventata 'la sfigata Lory-fammi-copiare-i-test'.

Pensare a quanto la mia vita facesse schifo non mi avrebbe aiutata a superare il parcheggio della scuola per arrivare alla mia vecchia Chrysler 160. Come se non bastasse il modello a spiccare tra le lucenti macchine degli altri, ci voleva anche il suo splendido colore azzurro a dare nell'occhio.

Arrivai davanti all' auto non avendo ancora trovato le chiavi, nella mia splendida borsa da Hermione Granger.

'Hei Stecca, cerchi un po' di bellezza in quella borsa?'

La mia giornata stava prendendo una nota negativa, per non dire tragica.

Non degnai nemmeno di girarmi e rispondere a quella poco di buono di Amber, la presidentessa del comitato - non so quale - metteva volantini per la scuola con le tette di fuori e la chiamavano presidentessa e capo cheerleader. Non solo era rifatta dal suo quindicesimo compleanno, credo fosse pure caduta da piccola, per essere così idiota.

'Lasciala stare Am, starà cercando il deodorante.'

Questa era la voce della seconda arpia in carica, Linda.

Trovai le chiavi e mi fiondai letteralmente in macchina, forse mentre facevo retromarcia potevo investirle e la colpa sarebbe ricaduta sulla mia poca dimestichezza alla guida, o forse mi avrebbero dato un premio.

-

'Dovevi dirle che cercavi la sua vagina, visto che la perde ad ogni passo che fa!'

Scoppiai a ridere ed Emma mi seguì.

Emma, o Emy era l'unica persona che potevo definire amica. Ci eravamo conosciute alle scuole primarie ed era l'unica a non inveire contro una povera obesa. Quando iniziammo a frequentare scuole diverse ci facemmo una promessa: chiamarci ogni fine settimana per aggiornarci e tutt'ora valeva ancora, a distanza di anni.

'Senti Lory, non capisco proprio perché devi farti trattare così! Prima era per il tuo peso, ora per cos'è? Fatti rispettare.'

'Dai, parlami di Jeremy, così mi distrai un po'.'

Se c'era un modo per spegnere i monologhi di Emma sulla mia vita da sfigata sottomessa, era farle iniziare un nuovo monologo dedicato al suo amore impossibile. La ascoltai finché la porta d'ingresso non si aprì.

'Emy devo andare, è arrivata mia mamma.'

'Ok Amica mia e ricorda: se ti piace qualcuno, evitalo e lui ti vorrà.'

Chiusi la conversazione ridendo dei deliri di quella pazza e corsi giù dalle scale.

'Ciao Mamy perché tutte quelle borse della spesa?'

'Come perché? È venerdì Lorelai, vengono i Parker a cena.'

Se c'era una cosa che odiavo più della situazione a scuola, era il figlio dei Parker,Noah. Venivano a cena dall'alba dei tempi, ormai, e Noah era sempre gentile, almeno finchè non mi iscrissi alla sua stessa scuola e vidi com'era realmente. Uguale a tutti gli altri, snob come pochi e si credeva il creatore dell'universo.

'Devono venire per forza?' Chiesi a mio padre con tono lapidatorio.

'Avanti Lai, ti sei sempre divertita.'

Si, certo. Quando Parker non mi tirava calci, o mi versava la coca cola sui vestiti.

Andai in bagno per farmi una doccia, prima della venuta di quel parassita.

Non avevo nulla in più delle altre ragazze, capelli castani perennemente raccolti in un cipollotto, occhi castani scuro coperti da occhiali, li dovevo portare come riposa vista, ma mi piaceva portarli sempre. Avevo un viso anonimo, da piccola quello che appariva era il mio corpo grassottello, andando da un dietologo ero tornata al mio peso forma e quindi anche il mio corpo era diventato anonimo. Eppure non riuscivo a stare nell' anonimato, tutti dovevano notare o criticare qualcosa di me. E la colpa era di quel decerebrato. Appena trasferita andava tutto bene, finchè quel decelebrato non iniziò a dire com'ero trattata nell'altra scuola, gli sfottii di Noah, divennero quelli di tutti. Funziona sempre così, quando nasce uno sfigato o un idolo, la voce si sparge e tu sei marchiato per tutti gli anni necessari. Uscii dalla doccia e mi misi la mia adorata tuta grigia, mentre mi stavo facendo la cipolla ai capelli bagnati sentii un casotto al piano di sotto. Erano arrivati gli ospiti, evviva.

Mi diedi due sberle sulle guance, chissà che non fosse un incubo e io stavo per svegliarmi.

-

'Ciao cara! Ogni settimana sei sempre più bella.'

Mi venne incontro la mamma del parassita, RoseMary, abbracciandomi calorosamente.

'Grazie mille Rose' le sorrisi e salutai Jhos, il marito di Rose e mi sedetti al tavolo senza nemmeno guardare il loro prezioso figlio.

'Allora come va la scuola, Lorelai?'

'Bene Rose, tu con l'asilo?'

Rosemary fin da piccola aveva il sogno di gestire un asilo e l'aveva realizzato, anche io sarei riuscita un giorno a raggiungere i miei sogni.

'Oh cara, c'è un bambino che mi ricorda te da piccola, si chiama Alex, un giorno passa che te lo faccio conoscere.'

'Ti ricorda Lorelai perché anche lei sembra un maschio?'

Eccolo, l'innominato.

'Noah! Non iniziare! Scusalo Lory.' mormorò suo padre a disagio.

Anche io mi sarei sentita a disagio se avessi avuto un figlio così.

'Non fa niente Jhon.' risposi ostinandomi a non rivolgere la parola a Noah.

-

'Lai vai a prendere il dolce nel freezer in cantina.'

'Ok Papà, è in alto o in basso?'

'In alto, vuoi una mano?'

'No ce la faccio.'

Andai giù in cantina, non era proprio il mio luogo preferito, illuminato solo da una mini lampada che stava per abbandonarci. Accesi la luce e aprii il freezer, eccola li la mia splendida torta gelato alle fragole, peccato che era al ripiano più alto e io in basso di almeno 15 cm. Grazie papà! Saltellai per cercare di toccare la torta e avvicinarla al bordo.

Ancora poco!

Una mano mi passò sopra la testa e prese la torta, feci uno strillo stridulo e mi girai.

'Che diamine ci fai qui?' Chiesi indispettita al figlio dei Parker.

'Non ti muovevi e mi hanno chiesto di venire a vedere, sei proprio incapace.'

'Incapace a chi, Idiota?! Non vedi che era troppo in alto?'

'Non mi parlare così vicino che il tuo alito sa di pesce.'

Non risposi e mi incamminai verso le scale.

'La torta alle fragole è la tua preferita' inizio Noah a parlare 'Sarebbe un peccato se cadesse.'

Mi girai e lo vidi lasciar cadere la torta a terra. Il contenitore si apri e il gelato con sopra le fragole si unì al pavimento.

'Lorelai, perché hai fatto cadere la torta?' Mi chiese Noah sorpassandomi.

Lascia che sia io.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora