Dedicata a Spray953 ti voglio bene ;)
Una musica celestiale mi avvolse nella sua dolce melodia. Ero disorientata non sapevo chi ero ne cosa fossi,mi guardai intorno cercando di capire cosa stesse succedendo, ed è li che le vidi. Un paio di splendide ali che variavano dall'indaco,all'azzurro, al blu passando infine ad un viola scuro verso l'attaccatura delle ali. Erano magnifiche,attaccate alla mia schiena.Cercai di sbatterle. Dolore,sentivo soltanto dolore. "Ah!" mi fermai. Ok le ali non sono da prendere in considerazione per il momento. Guardandomi intorno notai di essere in un luogo che non aveva ne forma ne colore. Era tutto nero e l'unica nota di colore in quell'infinito vuoto ero io. Mi guardai più attentamente. Ero più o meno alta e indossavo una veste di un bianco purissimo. Sembrava risplendere di luce propria. Sembrava la veste di una donna importante. D'un tratto sentii una voce. Dolce,cristallina come l'acqua. Mi persi ad ascoltarla.
Oh dolce fanciulla dal cuor sereno
che vegli su di noi
la tua dolce voce e il sentier per ritrovar la via perduta,
guarderai in cielo e in terra
non specar ancor tempo oh fanciulla dal cuor sereno
che vegli su di noi
l'amor perduto ritroverai se il cuor ascolterai
Oh dolce melodia portami lontano
ove il mio cuor riposo avrà.
Non riuscii a capire il senso di quelle parole. Erano strane è quasi enigmatiche. Dopo poco ci rinunciai. Il buoi lentamente cominciò a sparire e fu sostituito da un meraviglioso paesaggio notturno. La luna splendeva in cielo illuminando tutto con il suo splendore. Una leggera brezza mi scompigliò i capelli e mi fece fremere le ali. Le spalancai in tuttala loro grandezza e mi lancia dall'albero in cui mi trovavo. Le correnti mi portarono ad alta quota. Non sapevo dove mi trovavo e io non mi ricordavo niente. Senza rendermene conto la mia bocca si aprì emettendo suoni dolci e melodiosi. Fù come se il mondo stesso si fosse fermato per ascoltare quella meravigliosa voce. Ogni essere vivente fermò la propria corsa nel tempo per sentirla cantare.Allargai le braccia e dal nulla comparve un'arpa fatta del più strano materiale mai visto. Aveva i colori delle mie ali. Con un dolce movimento delle mani iniziai a suonare e cantare, poi ricordai tutto.
≈Molto tempo dopo≈
Ecco un'altra giornata decisamente inutile, erano passati secoli ormai da quel giorno lontano. Le ere erano trascorse e la storia umana era andata avanti. Io ero passata da un epoca ad un altra ed ero conosciuta con molti nomi. Ora ero semplicemente la dea della musica Euterpe. La musa della musica. Con il trascorrere del tempo avevo iniziato a sentirmi sola così avevo imparato ad assumere una forma umana,ma era stato tutto inutile ero sola. Per questo mi ero iscritta ad una scuola umana. Mi piaceva anche se era alquanto noiosa. La storia l'avevo vissuta e le lingue le conoscevo tutte. Le materie artistiche era dove eccellevo e per il resto come la storia avevo vissuto tutti i cambiamenti del genere umano. L'era che preferivo era quella greca romana. La gli dei erano venerati e conosciuti, ora siamo solo un fugace ricordo oppure un mito. Stavo ancora pensando quando arrivai a scuola. Vidi subito le mie due amiche. Alexandra e Mirabelle. Erano una l'opposto dell'altra. Alexandra era vivace,piena di energia e decisamente fuori di testa. I suoi lunghi capelli neri erano in contrasto con la pelle chiara e gli occhi di un azzurro molto chiaro. Alta e magra, aveva tutte le forme al punto giusto. Mirabelle invece era sempre tranquilla e pacata un po pazzerella anche lei. I suoi capelli rosso scuro e gli occhi verdi facevano un contrasto davvero grande con la pelle color caffè latte. Minuta di statura quasi da sembrare una bambola. "Ciao ragazze! Come state?".Erano tutte eccitate e semplicemente non ne capivo il motivo. "Devo preoccuparmi?"chiesi. Scossero la testa. "Abbiamo sentito che domani arriverà un nuovo studente! Dicono che sia un figo da paura!E poi viene dal nord Europa! Ma ci pensi!?" Ok ora ero leggermente confusa. Non capivo tutta questa euforia. "Calma ragazze e solo un ragazzo" dissi. Mi guardarono entrambe con gli occhi che fra un po uscivano dalle orbite. Mi sarei messa a ridere se non avessi visto le loro facce. Alzai le mani a mò di resa. "Ok, ok ho capito. Sto zitta". Ma appena finii di dirlo scoppiai a ridere come una matta. "Ragazze dovevate vedere le vostre facce fino ad un attimo fa!".Probabilmente se in quel momento non fosse suonata la campanella sarei stata fregata. Corsi dentro l'edificio. Mi sedetti nel mio solito banco. Quello in fondo vicino alla finestra. Guardai fuori. In quel momento entrò la nostra professoressa di lingua francese. Era simpatica. "Bounjours à tout!"disse tutta allegra. Sorrisi."Bien, aujourd'hui nous étudions la diffusion de le vigne en France!". Argomento facile. Quindi non prestai attenzione. Non ne avevo bisogno. Presi un blocco da disegno e con una matita iniziai a tracciare delle linee. Non sapevo nemmeno cosa stessi disegnando. Ero persa nel mondo della fantasia. Suonò la campanella. Caspita! È già passata un ora. Guardai il disegno e rimasi spiazzata. Avevo disegnato un ragazzo bello come un dio dell'antica Grecia, e fidatevi io li ho conosciuti erano tutti da bava alla bocca. Tra l'altro non solo gli dei Greci erano stupendi ma anche tutti gli altri dei, di tutte le religioni. Ovviamente come tutti sanno ogni cultura ha i propri dei o divinità. E diciamocelo sono perfetti sia maschi che femmine. Scossi la testa e ritornai al presente, riguardai il disegno. Avevo disegnato il tutto nei minimi dettagli. Semplicemente perfetto. Non sapevo chi fosse però. O se fosse solo frutto della mia fantasia dopo tutto questo tempo passato da sola. Scacciai dalla mente questi pensieri e misi il disegno dentro lo zaino. Uscii e andai incontro alle mie amiche. Dopo averle salutate andai verso casa, rimuginando sul mio disegno. Poteva trattarsi di un ricordo appartenente ad un passato lontano. Scossi la testa e per il resto del viaggio canticchiai delle canzoni che avevo sentito. Arrivata a casa feci scivolare lo zaino vicino all'entrata e andai a farmi una doccia calda. Poi dopo aver finito andai a letto per riposare.