PROLOGO

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Pareti nere. Pavimenti macchiati di sangue. Urla di ragazzini. Giocattoli distrutti. Infanzie rovinate.
Non riuscivo più a stare in quel riformatorio. Era un manicomio, e sicuramente io non ero pazza. Dovevo trovare un modo per scappare da qualche altra parte, lasciando alle spalle quegli anni luridi di riformatorio.
Magari andare in quei bei posti che fanno vedere alla tv, se solo esistessero.
Una cosa era certa, non riuscivo più a stare in quel posto.
Mi ricordo benissimo come ci sono finita qui. Ero scappata dai servizi sociali e quindi mi ero accampata per qualche giorno in una casa abbandonata. Non era la prima volta che lo facevo, anzi avevo perso anche il conto. Solo che mi fecero cambiare parecchie volte città perché scappavo da ogni casa-famiglia.
Ma quella volta fu diverso. Ad un certo punto sentii le sirene della polizia farsi sempre più forti, sempre più vicino a me. Mi avevano trovata.
Mi portarono in questo riformatorio, perché mi ritennero "ribelle".
Non mi piaceva definirmi così, ma mi consideravo più una ragazza indecisa nella vita.

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