<Allacciare le cinture, pronti all'atterraggio.>
Guardo dal finestrino dell'aereo un'ultima volta prima di atterrare.
Seattle dall'alto è fantastica, si vede ogni particolare.
Ancora non ci credo che mi sto trasferendo qui, ho lasciato la mia amata Italia, dove sono nata e ci ho vissuto per ben 16 anni e mezzo.
Forse stare qui non sarà poi così male come avevo pensato, solo che in Italia ci sono tutti i miei amici, i miei cugini, i miei nonni, tutti...
Faccio un gran respiro prima che l'aereo atterra.
Arrivati a destinazione slaccio la cintura di sicurezza, prendo le mie valigie e scendo dall'aereo.
I miei genitori partiranno domani perché oggi avevano un impegno importantissimo.
Hanno lasciato andare prima me perché domani sarà lunedì e dovrò andare a scuola, in una nuova scuola.
I miei sono stati fortunati a trovare una casa vicino alla scuola.
C'è una marea di persone.
Dopo che ho sistemato tutto esco dall'aeroporto e cerco un taxi.
È tutto così diverso dall'Italia.
Dopo un po' riesco a fermarne uno.
Entro e cerco di dare le informazioni per arrivare nella nuova casa.
Una volta arrivata non credo ai miei occhi, davanti a me c'è un'enorme villa, con un giardino immenso e una piscina a dir poco fantastica.
Fatico a credere che sarà la mia casa.
Chiedo al taxista quanto gli devo.
<Non si preoccupi, è nuova qui, le farò un piccolo regalo.>
<Grazie mille.>
<Di niente.>
Prendo le chiavi e apro il cancello.
Osservo ogni singolo dettaglio. È tutto meraviglioso. Noto un'altalena, però non è come quelle che si vedono ad esempio nei parco giochi, è diversa, è fatta di legno ed è appesa ad un albero. Mi ci siedo sopra e chiudo gli occhi, inizio a dondolare e penso alla nuova vita che sto per iniziare, sarà un nuovo mondo.
Dopo un po' entro dentro casa.
Se fuori è tutto così stupendo immaginerò dentro.
Infatti appena entro ne ho la conferma.
Non riesco a credere che i miei genitori abbiano trovato una casa così bella, in confronto a quella che avevamo prima...non c'è paragone.
Voglio vedere immediatamente la mia stanza.
Dopo che sono riuscita a trovarla apro la porta ed entrò.
Wow, è wow.
Non so neanche descriverla, è il triplo di quella che avevo in Italia. Dopo che ho perlustrato ogni centimetro di questa casa, apro le valigie e metto in ordine.
Ripongo tutti i miei vestiti nell'armadio, le mie scarpe nella scarpiera, i miei adorati libri negli scaffali e le fotografie sul comodino. Ho molta fame così decido di mangiare un panino che avevo preparato per il viaggio.
Sono le dieci e mezzo, il tempo è passato in fretta.
Aggiusto lo zaino per domani, metto il pigiama e vado a dormire nel mio comodissimo letto.
***
È mattina. A svegliarmi è stato il rumore dei clacson e la luce che penetra dalla finestra.
Dovrò abituarmi a questa nuova sveglia.
Sono le 6:00. È ancora presto quindi avrò molto tempo per prepararmi.
Scendo dal letto e mi dirigo in bagno facendomi una doccia calda.
Mi asciugo i capelli, li lego in una coda alta e alle punte li arriccio un po'.
Apro il mio armadio e decido di mettermi dei pantaloni neri con degli strappi alle ginocchia, una felpa bianca e le mie Vans nere.
Mi trucco mettendomi solo un po' di mascara.
Guardo l'orologio, sono le sette e dieci. Perfetto.
Prendo lo zaino e vado a scuola.
Non so che aspettarmi. Potrá essere una passeggiata o potrà essere un incubo.
Cerco di pensare positivo e opto per la prima opzione.
Anche se so che sarò al centro dell'attenzione visto che sono nuova.
Arrivo a scuola in dieci minuti. Sono in anticipo di cinque minuti.
Sento già gli occhi di tutti su di me
e questa cosa non mi piace per niente.
Suona la campanella e tutti entrano.
Oddio. Ci sono tantissime aule, non so dove andare.
Mi guardo in torno in cerca di qualcuno che possa darmi delle informazioni su dove andare.
Noto un ragazzo appoggiato ad un armadietto.
Mi avvicino a lui.
<Scusa, sai dove si trova la classe 3 A?> Chiedo in tono gentile.
Mi guarda e mi sento in imbarazzo.
<Certo, si trova in fondo al corridoio a destra.> Dice indicando il punto dove si trova l'aula.
<Grazie.> Dico sorridendogli.
Lui ricambia ridendo, anzi sghignazzando.