Una vita dietro le sbarre

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In carcere, ecco come sono finito pur di vivere una vita spericolata, tra droga, alcol, corse in auto e inseguimenti con la polizia.

Ora passero il resto dei miei giorni in una cella, penso quindi di avere abbastanza tempo per raccontare in questa mia biografia i trentacinque anni che ho passato fuori dal carcere.

Pochi anni dopo la mia nascita mio padre lasciò mia madre per un altra donna.

Lei persa e senza lavoro fisso iniziò quindi con le sue prime dipendenze.

La vedevo sempre attaccata alla bottiglia che sia birra o altri alcolici.

Inizio poi a fumare e drogarsi.

A casa alcuni giorni l'odore dolciastro della marijuana che quasi mi stordiva invadeva la casa e appena provavo a chiedere a mia madre cosa procurava quel odore lei girandosi con la pelle tesa e tutta sudata rispondeva di non preoccuparmi, era solo una medicina.

Quando avevo solo dodici anni mia madre morì.

Ero triste, confuso, arrabbiato e incosciente di tutto ciò che accadeva intorno a me.

Essendo rimasto solo finì in un orfanotrofio.

Rimasi li solo per sei mesi ma furono i sei mesi più importanti della mia vita.

Gli altri orfani erano organizzati come in una gerarchia.

Fu questo il fattore chiave che mi insegno a farmi rispettare.

Dopo sei mesi fui adottato.

La famiglia che mi adotto era la famiglia Rowlin una famiglia ricca e con possedimenti immensi.

Loro mi obbligavano a vestire elegante ma io ero un tipo da vita di strada con maglietta e pantaloncini non da papillon e cravatta.

A sedici anni scappa i di casa e da quel giorno iniziai a vivere per strada.

Potevo appena permettermi da bere nient'altro.

Cercai lavoro dappertutto ma alla fine dovetti entrare nel mondo del crimine.

facevo piccoli furti e il palo per gli spacciatori da cui venivo pagato appena qualche euro.

Con l'aumentare della mia carriera nel mondo dell'illegalità passai a spacciare io stesso.

Tutto per dieci anni sembro andare bene ma poi.... venni beccato.

Ero in un vicolo quando gli sbirri mi vederlo io istintivamente iniziai a scappare loro mi inseguirono.

Con me avevo un grosso carico di cocaina che buttai per poi nascondermi.

Dopo quel giorno smisi con la droga e passai alle auto.

Corse tra il filo della vita e della morte.

Dei miei amici io sono l'unico non morto.

stavo per correre la mia ultima gara quando...bam.....dritto nel petto ero stato colpito dal mio avversario spaventato dalla possibilità di perdere.

Preso il telefono chiamai il 118 e dopo le cure mediche dritto in carcere ecco come sono finito in questa topaia a causa delle mie scelte sbagliate a causa della mia vita illegale.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 06, 2013 ⏰

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