Non ti amavo. Non provavo tenerezza. Ti volevo poco bene. Mi sfruttavi. Con la tua età adulta. Con la sicurezza che sapevi togliermi.
Sfruttati quella parte infantile ché io custodivo gelosamente. Sfruttavi il mio corpo dicendo che ti donavo libertà, che con me ti sentivi un Dio
Ma a me, cosa avevi donato?
Ferite.
Ferite, che potevo solo leccare, riaprirle e medicare. Per poi riaprirle.
Ti lasciavo fare.
Credevo che il tuo corpo, stendendosi sopra il mio, potesse farmi sentire meglio. Chiudendo quella voragine che tu stesso avevi scavato.
Allora lasciavo che mi prendessi.
E nel momento in cui godevi, mi sentivo piena e volevo stare sola con me stessa.
In quei momenti bui, mi chiedevo cosa sarebbe rimasto a me se tu te ne fossi andato via, portandoti con te la mia anima.
Senza di te, io cosa sarei stata?