22/07/2010
17,00
<<Acqua, pantaloncini, mutande e calzini, maglietta di ricambio, foto di Michael Jordan..Ok, sono pronto per giocare>>.
Beppe cautamente andò a svegliare la madre per essere accompagnato in palestra. Dopo 5 bestemmie, un mal rovescio e continue invocazioni ai santi...Si alzò dal letto e lo accompagnò.
Appena entrato nella dream basket l'allenatore fece fermare i ragazzi.
<<Ciao, piacere sono Thomas e alleno la dream basket da 25 anni..Sai quanto ho vinto con questa squadra? Ben 5 anelli, di cipolla, alla cena di fine stagione con la squadra.>>
Aveva almeno 70 anni, due dentiere di riserva nelle tasche, e, soprattutto, sapeva come incitarti.
<<Facciamo cagare!! In 25 anni abbiamo vinto una partita....a TAVOLINO!!!... Ma basta chiacchiere, hai mai giocato a basket?>>
<<3 vetri rotti, 1 lume sfondato, 3 stanze sottosopra, 10 punti sul ginocchio post terzo tempo vicino al termosifone... Però amo questo sport e voglio dare tutto me stesso.>>
Dopo essersi messo le mani fra i capelli, o meglio, sulla pelata, Thomas lo fece entrare in campo per l'allenamento. Erano iscritti solo 11 ragazzi, il campionato under 14 era imminente e nessuno aveva la più pallida idea di come si giocasse a basket. Uno dopo l'altro si presentarono ma Beppe era troppo impegnato a ricordarsi come si chiamava per ricordarsi i nomi. Gli unici che gli rimasero in testa erano: Gianni, Andrea, Luca, Lavon e Billi. Thomas aveva ormai perso tutta la voglia di allenare( o forse, non l'aveva mai avuta), fece due squadre da 6 e durante la partita rimase seduto a dormire.
Incominciò la partita, Beppe ebbe la fortuna di stare in squadra con le uniche persone di cui ricordava il nome. Dopo il fischio d'inizio, o meglio la russata d'inizio data da Thomas, tutti andarono incontro al pallone. Sembrava una partita di rugby...Beppe in quel momento capì che se avesse aspettato che qualcuno gli passasse la palla, si sarebbe ritrovato nelle condizioni dell'allenatore, così decise di guadagnarsela da solo..Tolse la palla dalla....bocca dell'avversario e si diresse verso il canestro. Lì davanti vi era l'unico ragazzo che sapeva davvero giocare, proveniente dalla California, Chris Nothingale. Alto 1,88 a 13 anni, non aveva rivali nella dream basket.. A ricordare il suo nome era stato Billi che, vedendo Beppe scattare verso il canestro, aveva gridato: << Ma è pazzo, sta andando contro Chris!!>>. Era entrato nell'area dei due punti, l'unica cosa che poteva fare era il terzo tempo, ma anche solo i peli delle ascelle di sto energumeno coprivano tutto il canestro. Le soluzioni erano due:
- Fingere un infarto denunciando la puzza ascellare dell'avversario, cambiando casa, scuola, pianeta per non incontrarlo più.
-Fare una di quelle finte che gli avevano provocato ginocchia rotte, 50 colpi ininterrotti di battipanni, cinghie e schiaffi.
Beppe fintò il tiro facendo saltare a vuoto Chris. In quel momento pensava di trovarsi in una finale NBA, quando a guardarlo vi era solo qualche genitore e il tizio delle pulizie che si stava scaccolando allegramente dall' inizio dell'allenamento. Riuscì a rimanere in piedi ed ebbe la forza di tirare, stavolta non contro il lampadario, ma in un canestro vero. La palla entrò e in quel preciso istante, dagli spalti, si sentì l'applauso di una ragazzina di 11 anni, che fece svegliare Thomas.
L'allenatore fischiò la fine della partita. C'era stato un solo canestro, quello di Beppe.
<< Ragazzi, ho deciso, vi allenerò duramente, e diventeremo una vera squadra. Sono un fallito alcolista single pelato settantenne che vive ancora con i suoi. Ma voglio rifarmi. Vi farò diventare dei veri giocatori di basket, lo prometto sul piatto di pasta e fagioli che mamma mi ha fatto stamattina.. e la mamma è sempre la mamma. Quanto a te Beppe, benvenuto nella squadra>>
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Cross over the dream
AdventureQuesta storia nasce dalle bestemmie delle mamme quando vedono il proprio figlio spaccare la casa con un pallone in mano. Il fine è quello di far divertire i lettori cercando di diffondere anche in parte la mia passione per il basket e per lo sport i...