Sentii la voce di una donna chiamare il mio nome per l'ultima volta quando chiusi gli occhi.
Durante la mia vita non avevo combinato molto, forse perché quando chiusi gli occhi per l'ultima volta avevo solo vent'anni, ma almeno avevo una famiglia, un ragazzo, un gatto e avevo frequentato tutte le scuole in modo brillante, forse mi sarei potuta permettere un bel lavoro, ma quando chiusi gli occhi e sentii la mia anima dire addio al mio corpo, capii che non sarei mai più riuscita ad essere qualcuno, e se lo fossi stata, sicuramente non la stessa di prima.Aprii gli occhi e mi ritrovai in un posto sconosciuto. Nell'ambiente che mi circondava predominava il colore rosso, alberi morti erano posizionati ai lati del viale che stavo percorrendo, piccoli soffioni punteggiavano l'erba secca e prendevano fuoco ad ogni mio passo, creando un insolito ma splendido spettacolo. Mi resi conto di star camminando solo dopo alcuni passi ed iniziai a guardarmi intorno: pochi metri più avanti un uomo con una tunica vecchia e rovinata mi indicava la strada, rimasi a guardarlo per alcuni istanti e pensai di avvicinarmi, ma una forza più grande di me mi convinse a continuare il mio cammino verso la grande montagna che si stagliava di fronte a me.
Ad ogni mio passo l'aria si faceva più pesante e il tempo sembrava rallentare, sentii alcune voci e quello che sembrava un battito cardiaco rallentare ad ogni mio movimento verso quella che doveva essere la mia meta, ma qualcosa mi spinse comunque a continuare fino a farlo cessare quasi completamente.
Non sapevo dire quanto tempo fosse passato quando mi ritrovai a scalare la stradina ormai ripida che attraversava la montagna; abbassai lo sguardo e sotto ai miei piedi scalzi vidi carbone ardente, ma non sentii alcun dolore.
L'aria divenne calda, mentre mi avvicinavo alla meta che mi richiamava insistentemente, non sapevo veramente dove stessi andando, ma nella mia testa una sorta di navigatore mi indicava la giusta via, mi sembrava di conoscere la strada come se fosse quella per raggiungere casa mia.
Dov'era casa mia?
Non avevo ricordi, di nulla, solo le voci che accompagnavano il mio viaggio erano vagamente familiari.
"Dunque, sei arrivato, ti aspettavo da tempo'"
Arrivato?
Scattai la testa verso il punto da cui proveniva la voce: in cima alla montagna si stagliava un enorme trono nel bel mezzo di un incendio. Non ebbi paura di brucoarmi, quando iniziai ad attraversare le fiamme con tutta la disinvoltura possibile.
Delle braccia si sollevarono dai lati del viale di carbone ardente, ma non ebbi paura quando cercarono di afferrare le mie caviglia, ritirandosi poi come scottate dalla mia pelle candida.
Feci un ultimo passo, il tempo sembrava essere passato con molta lentezza, ma già mi ritrovavo al cospetto dell'uomo che aveva parlato.
Non riuscii ad identificare la persona, non aveva volto, come in un sogno. Sapevo di essere davanti a qualcuno ma non potevo vedere concretamente i tratti del suo volto, il colore dei suoi occhi o i toni della sua pelle, potevo solo immaginare che fosse un uomo splendido.
Percepii della sorpresa nell'uomo, quando mi vide, nonostante non potessi vedere il suo viso.
"Una donna?" rimase in silenzio mentre sentivo il suo sguardo bruciare sulla mia pelle, scrutarmi attentamente, poi riprese a parlare. "Quasi nessuno è mai arrivato così in fondo, bambina.
In tutti questi anni ho immaginato un eroe muscoloso, capace di sconfiggere ogni paura, ma mai avrei pensato di ritrovarmi di fronte una splendida donna come te. Sei forte, lo posso sentire."Si alzò dal suo trono, delle grandi ali nere si spiegarono dietro la sua schiena e potei sentire la morte provenire da quel semplice rumore che fecero.
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Highway to hell.
FanfictionQuattro fori di proiettile. Magnolia era stata data per morta, aveva raggiunto l'inferno e lì sarebbe dovuta rimanere per l'eternità. Era ritornata indietro e aveva trovato la porta per riprendersi la sua vitalità, forse solamente grazie all'amore d...