ATTENZIONE: Quella che stai per leggere è una storia forte che tratta argomenti piuttosto delicati, quindi se sei sensibile ti suggerisco di smettere di leggere assolutamente adesso.
Trama e personaggi sono puramente inventati, quindi NULLA di ciò che è scritto corrisponde alla realtà.
"Quali sono i sintomi della tristezza ?" questa domanda mi pervadeva la mente, mentre cercavo di capire se ultimamente qualcosa in me fosse cambiato.Probabilmente vi starete chiedendo il senso di tutto ciò, quindi ho deciso che vi racconterò la mia storia.
Il mio nome è Shu, ed ho appena compiuto diciotto anni.
Sono sempre stato una persona normale, con una vita normale ed un futuro che si prospettava essere normale.
Sono sempre stato un tipo un po' asociale, ma non perché non riuscissi a legare con le persone, ma perché non ho mai avuto interesse nel farlo.
Tutto cominciò quel maledetto giorno di Maggio.
Ero appena rientrato da lavoro;
Lavoravo in una bettola vicino casa, in cui la paga era bassa, ma riuscivo quantomeno a pagarmi ciò di cui avevo bisogno senza dover chiedere soldi ai miei.
Una volta a casa, mi tolsi i vestiti che puzzavano dell'olio di quella maledetta friggitrice davanti la quale passavo gran parte della mia giornata lavorativa.
Mi accorsi che i miei non fossero ancora rientrati in casa, così decisi di fare una lunga doccia per levarmi di dosso quel sentore di olio di pessima qualità, ormai ad un passo dall'essere esausto, che non mi permettevano di cambiare finché non sarebbe diventato del tutto nero come la pece.
Ero solo in casa, quindi misi un po' di musica, intento a fare una doccia rilassante che sarebbe dovuta durare anche un'ora se necessario.
Non so esattamente quanto tempo passò, ma sono sicuro che uscii da quel bagno completamente rinvigorito.
Ormai del tutto asciugato e vestito, cominciò a venirmi un certo languorino, così mi recai in cucina a cercare qualcosa da mettere sotto ai denti.
"Non c'è nulla" pensai, che era un po' ciò che pensavo ogni volta che aprivo il frigorifero, indipendentemente da cosa ci fosse davvero dentro.
Alzai gli occhi verso l'orologio posizionato in cucina, e segnava quasi l'ora di cena.
Era strano, i miei genitori non facevano mai così tardi.
Pensai che stessero facendo chissà quanti acquisti, e fantasticavo su cosa potessero portarmi.
Mi stesi dunque un po' sul divano a guardare un po' la TV, aspettando il loro ritorno, così mi appisolai.
Aprii gli occhi quasi due orette dopo, a causa del suono del campanello.
Scrutai un po' l'ambiente circostante, e mi accorsi che ancora i miei genitori non avevano fatto ritorno.
Mi avvicinai dunque alla porta d'ingresso pensando fossero loro che magari avevano dimenticato le chiavi di casa, ma quando mi avvicinai a sufficienza, da sotto la porta riuscivo a vedere una luce lampeggiante, e da dietro sentivo una donna piangere soffocando i lamenti.
Decisi di aprire la porta, quando davanti ai miei occhi trovai un'agente di polizia insieme a mia zia, la sorella di mia madre, che piangeva come una fontana.
«Che è successo?» chiesi preoccupato.
Mia zia spostò la mano davanti la bocca, non riuscendo più a trattenersi, e cominciò a piangere in modo straziante.
Guardai dunque l'agente che l'accompagnava, cercando una spiegazione a tutto ciò, così mi rivelò che i miei genitori ebbero un incidente d'auto e che avevano perso la vita sul colpo.
Mi si raggelò il sangue e mi scollegai dal mondo esterno.
Sentivo voci molto ovattate pronunciare parole che non riuscivo nemmeno a capire, mentre guardavo il vuoto con gli occhi spalancati.
Mi cedettero le gambe e caddi a terra, ma non piangevo. Non so se qualcosa in me fosse rotto, ma non riuscivo a piangere, però non stavo bene per niente.
In seguito a quell'accaduto, andai a vivere da mia zia, anche se sospettavo mi avesse accolto in casa sua solo perché le facevo pena.
Non so se mi evitasse perché le ricordavo la sofferenza nel perdere una sorella, ma raramente ci parlavamo quando eravamo insieme.
Ero spento, ma cercavo di non far preoccupare chi mi stava attorno.
Comunque non volevo nemmeno pesare sulle spalle di mia zia, così continuai ugualmente ad andare al lavoro, anche se dentro di me si trattava solo di un pretesto per non pensare alla scomparsa improvvisa dei miei genitori.
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I sintomi della tristezza
Mystery / ThrillerShu, diciassettenne e ad un passo dalla maggiore età, perde i genitori a causa di un incidente e si ritrova da solo ad affrontare un dolore ed una tristezza che lo porteranno al delirio.