Capitolo 1

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Era un giorno come tutti gli altri: il solito, noioso e scontato giorno di routine. la professoressa Cassidie stava spiegando l'apparato riproduttivo (seguito dagli schiamazzi e i volti imbarazzati dei miei compagbi di classe) mentre io, nel mio angolo di classe, mi isolavo pensando a tutte le cose che avrei potuto fare se non fossi stato lì, in quel preciso istante. Iniziai a tentare di riprodurre le immagini che avevo visto su internet su un foglio di carta, ovviamemte senza riuscirci. Quest'ora passò molto velocemente così,  uscì dall'edificio scolastico. La scuola non mi piaceva: un luogo senza emozioni, dove ci educano a rispettare gli stereotipi dettati dalla massa, luogo di giudizi e faide tra adplescenti.
Arrivato a casa aprì la porta, appoggiai lo zaino vicino le scale e iniziai a dirigermi verso il salotto per poi andare in cucina, lì trovai mia madre indaffarata a preparare qualche pietanza che poi avrei mangiato. Era una donna di alta statura, un bel fisico, capelli ricci e biondi.
Mi salutó chiedendomi come era andata a scuola, le risposi con un "bene". Dopo aver pranzato andai in camera mia, con le mie adorate cuffie a rinchiudermi nel mondo che più mi piaceva: la musica.
Dopo aver passato due/tre ore ad ascoltare musica decisi di studiare, spesi circa due ore a capire quei dannati argomenti che in futuro non mi sarebbero stati affatto utili. Dopo una doccia andai a dormire, quella notte non fu come le altre:
Feci uno strano sogno. Sognai di essere in mezzo ad un campo e di colpo mi ritrovai in un oliveto, dove pochi secondi dopo erano state accuratamente impiccate svariate persone... i loro volti, così reali, così accusatori... come se fossi stato io l'artefice della loro morte. La cosa che mi colpì di più fu il fatto che dal collo in su, il loro corpo era colmo di venature gonfie e pulsanti. Questo sogno o meglio definito "incubo" fu interrotto dal suono della mia sveglia.

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