Capitolo 2

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Mi svegliai con un inaspettato sobbalzo. Mi alzai con svogliatezza ed iniziai a dirigermi verso la cucina per prendere una merendina preconfezionata e mangiarla con foga. Dopo aver compiuto il mio abituale rito mattiniero passo direttamente al prepararmi per andare a scuola. La cosa che più mi inquietava fosse il fatto di essere solo a casa. Pensai che mio padre fosse andato a lavoro e guardai il calendario in maniera scrupolosa notando che oggi era il giorno della toelettatura del cane, sì avevo un cane. Così mi tranquillizzai incamminandomi verso scuola. Indossavo abitualmente i primi abiti che trovavo, per la maggior parte delle volte era roba strappata seguita da indumenti neri. Entrai e seguì le mie ore scolastiche in maniera molto menefreghista ed ignorando l'arretratezza mentale delle persone che mi circondavano. Arrivai a casa pronunciando "sono a casa", quelle parole dimbombarono in tutto l'edificio ma senza un destinatario, senza una risposta. Così presi il cellulare per controllare le notifiche ricevute, con molta incuranza ignorai le notifiche inviate dalle persone per me futili, ma feci particolare attenzione alle 16 chiamate ricevute. Aprì la sezione chiamate ricevute e come mittente c'era scritto "papà". Andai nel panico, contenendo la mia preoccupazione il più possibile, mentre chiamavo mio padre che dopo una breve attesa mi disse che mia madre aveva avuto un grave incidente e avremmo dovuto incontrarci dopo pranzo all'ospedale di Nortreech, dove era ricoverata la donna che mi aveba dato la vita. Presi la mia giacca di jeans e mi incamminai verso quel luogo infernale.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 10, 2016 ⏰

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